“Pulp Fiction” o un nuovo capitolo della serie 007? Quello che è accaduto nel consolato saudita di Istanbul ha, secondo Fausto Biloslavo, giornalista di guerra e di indagine profondo conoscitore della scena mediorientale, davvero gli scenari di qualcosa di anomalo e misterioso, almeno fino a quando i turchi e il Washington Post non renderanno pubblici i filmati e le registrazioni di quanto successo al giornalista Jamal Khashoggi che dicono di avere: “Perché mai il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman, tra l’altro anche capo della sicurezza, avrebbe dovuto mettere in atto un piano così massiccio, ma anche maldestro, per eliminare sì un oppositore, ma certamente non qualcuno capace di rovesciare il suo potere?”. E perché un uomo esperto come Khashoggi che aveva sempre detto di non fidarsi neanche un po’ dei sauditi, va a infilarsi tranquillamente nelle fauci del leone entrando in un loro consolato per un banalissimo documento di matrimonio dove, dice ancora Biloslavo, “come minimo si sarebbe dovuto aspettare di essere estradato e abbandonato nel deserto?”. Le ipotesi sono molte e tutte con un fondamento. Ecco di cosa si tratta.



Biloslavo, Arabia e Turchia da anni sono in pessimi rapporti. Lei pensa che un episodio del genere possa essere una sorta di provocazione saudita alla Turchia, per aprire un nuovo scenario di guerra in Medio Oriente?

Sicuramente dimostra, anche dalle dichiarazioni del Washington Post la cui fonte sono i servizi segreti turchi, che questi spiavano il consolato Saudita, altrimenti non avrebbero le prove come dicono loro audio e video di quanto successo. Solo con uno spionaggio invasivo del consolato potevano sapere cosa stava succedendo, e questo già dimostra che i rapporti fra i due paesi sono tesi perché riflettono il braccio di ferro in atto nel Golfo.



Braccio di ferro che interessa i soliti noti?

Da una parte gli eterni nemici dell’Iran e la monarchia saudita e altri paesi del Golfo non sunniti. Situazione peggiorata ulteriormente con l’isolamento del Qatar e guarda caso proprio Qatar e turchi sono in azione in varie zone strategiche come la Somalia, dove sono alleati contro gli Emirati Arabi e i sauditi.

Un quadro sempre più incandescente che potrebbe giustificare un’azione come questa?

E’ in atto una partita strategica che sfocia anche in guerre vere, come quella nello Yemen e quella in Somalia, e che con questa sparizione accende un’ennesima scintilla in rapporti già tesi. E che adesso coinvolge la Turchia. Istanbul non fa parte del Golfo ma è coinvolta in tutti questi teatri. E’ significativo che sia intervenuto personalmente Erdogan. Oltre a tutto Erdogan è una specie di neo-sultano ed è chiaro che cavalca queste crisi a danno dell’Arabia Saudita.



La vicenda di Kashoggi così come viene raccontata fino a oggi lascia molto perplessi: ben 15 agenti partiti dall’Arabia con un volo privato, un medico specializzato nelle amputazioni. Insomma, Kashoggi era un tale pericolo per Riad?

Diciamo che Kashoggi non è Hitler e neanche il principe antagonista. La cosa che non torna infatti è che Kashoggi pur essendo un blogger, un attivista anti-Salman e un editorialista importante del Washington Post non giustifica in nessuna maniera un gesto di queste dimensioni e di questa brutalità. Non vedo cosa poteva combinare da solo questo blogger: ribaltare il governo saudita? Non penso proprio. Era una spina nel fianco, ma un’operazione come questa sembra veramente esagerata per il fastidio che poteva dare quest’uomo.

Può essere stata un’occasione pensata per alzare la tensione fra i due paesi?

Sì, però la storia ha alzato un polverone internazionale, un importante imprenditore americano ha già annunciato che ritira i suoi investimenti in Arabia, è una sorta di caso Regeni all’ennesima potenza. E che cosa fanno gli agenti sauditi? Lasciano le briciole tipo Pollicino? E’ davvero inverosimile.

Sembra evidente che ci sia dentro qualcun altro. E’ così?

Prima di quanto scritto dal Washington Post personalmente avevo dei forti dubbi che fosse stato ucciso. Una azione del genere, a parte il modo maldestro con cui è stata condotta, è un boomerang e peggiorerà i rapporti con la Turchia quando i sauditi hanno già tanti nemici e tanti problemi, non hanno bisogno di un altro problema.

Colpisce poi che una persona intelligente come Khashoggi, che sapeva di essere nel mirino saudita, vada a infilarsi spontaneamente in un consolato saudita, no?

E’ infatti un’altra domanda da porsi. Se io sono un oppositore di un regime, non immagino che possano prendermi e chiudermi in un buco nel deserto? Invece tu vai nel consolato saudita, che come ogni consolato o ambasciata è territorio extraterritoriale, entri cioè in un pezzettino di Arabia Saudita? E’ evidente che c’è dietro qualcosa d’altro. Evidentemente è stato attratto da qualche promessa, ma anche così tu vai da solo e poi ti fanno a pezzettini e ti seppelliscono nel giardino del console? Ci sono troppi lati molto strani e molto oscuri in questa storia.

Potrebbero esserci dietro membri della monarchia saudita che tramano contro bin Salman e hanno cercato di metterlo in cattiva luce?

Si sa che ha molti nemici, ha usato la mano pesante con gli oppositori all’interno della monarchia, qualcuno che voglia fare le scarpe al principe riformatore potrebbe sicuramente essere coinvolto.

Trump è ovviamente in imbarazzo, sembra stia prendendo tempo.

Più che Trump, suo genero Jared Kushner, che si è molto speso, pur essendo ebraico, per un avvicinamento sotterraneo fra Israele e sauditi, per l’apertura dell’ambasciata a Gerusalemme, per la linea dura con cui uscire dall’accordo con l’Iran. E’ stato l’uomo che ha creato questo quadro, poi certificato da Trump, e adesso c’è grandissimo imbarazzo. Se le prove fossero confermate verrebbe fuori che il principe riformatore è il peggiore degli assassini. Io penso a una grande trappolone per Salman.

(Paolo Vites)