Accordo, non accordo o nuova dead line? E’ questa la domanda che si stanno ponendo milioni di cittadini della Gran Bretagna, ma nel contempo anche gran parte degli europei. Si parla ovviamente della nota Brexit, l’uscita degli inglesi dall’Ue, e della possibile intesa di uscita fra la premier Theresa May e i vertici dell’Unione. Nelle ultime ore si sono fatte diverse ipotesi, in particolare quella del “no deal”, e del prolungamento dei tempi, ma a riguardo la stessa prima ministra inglese ha ammesso: “Allungamento dei tempi? Non ci sarà bisogno di una proposta di questo tipo – le parole rilasciate a Bruxelles in occasione del vertice fra gli stati membri – In questa fase è emersa l’idea di creare un’opzione per estendere il periodo di attuazione, ma sarebbe solo di alcuni mesi. Stiamo lavorando per avere la futura relazione con l’Ue entro fine dicembre 2020. In ogni caso non ci sarà bisogno di una proposta di questo tipo, mi aspetto che la transizione finisca a dicembre 2020”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



SI VA VERSO IL NO DEAL?

Il “no deal” è «mai così probabile che accada» come ha spiegato il Presidente del Consiglio Ue Donald Tusk: l’incontro ieri sera tra i premier europei non ha portato nuovi sbocchi e il rischio di un fallimento tout court delle diplomazie inglesi-europee è più che mai possibile. «E’ emersa un’ulteriore idea, ed è (solo) un’idea in questa fase, quella di creare un’opzione di estendere il periodo di transizione di alcuni mesi», ha spiegato la Premier Theresa May che però al momento, travolta dalle critiche in patria, non assicura alcuna soluzione e soprattutto non riesce a “colmare” il divario ingente presente tra Londra e Bruxelles. «Non ci siamo ancora, serve molto più tempo», aveva detto lo stesso Michel Barnier subito dopo l’intervento di Theresa May all’inizio della cena. Un pasto indigesto per un accordo (non trovato) che non riesce a convincere né il Regno Unito né l’Unione Europea: e allora sì che il rischio “no deal” si preannuncia, ad oggi, come l’evoluzione più probabile. (agg. di Niccolò Magnani)



BREXIT, ANNULLATO VERTICE DI NOVEMBRE: SCENARIO NO-DEAL

Brexit, annullato vertice di novembre: scenario no deal. Arrivano importanti aggiornamenti sul confronto tra Gran Bretagna e Unione Europea, con lo stallo che permane: la situazione infatti non è cambiata dopo il summit a Bruxelles tra il primo ministro Theresa May e i leader dell’Ue. Come sottolineato da Repubblica, resta in sospeso il vertice in programma per il 17-18 novembre: serviranno dei passi in avanti concreti per sbloccare la situazione. “La May non ha portato niente di nuovo sul tavolo” il commento del presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani e all’orizzonte si profila uno scenario “no deal”. Ricordiamo che Londra sta vivendo un momento delicato a livello politico, con Theresa May messa in discussione sia dal suo esecutivo che dal suo partito, con severe critiche per un approccio forse troppo morbido nella contrattazione con l’Unione Europea.



“ACCORDO UE RISPETTI REFERENDUM”

Nelle scorse ore Theresa May ha fatto il punto della situazione sulle trattative sulla Brexit ed ha anche parlato dei paletti sul dossier dell’Irlanda del Nord: “Vogliamo un accordo che attui il mandato popolare sulla Brexit e che porti benefici al popolo del Regno Unito”, evidenziando inoltre di non essere disponibile a un referendum bis o di permanenza definitiva nell’unione doganale. Michael Barnier, capo negoziatore dell’Unione Europea, ha affermato “di aver lavorato per arrivare a un’intesa, ma non ci siamo ancora: serve molto più tempo e nelle prossime settimane lavoreremo con calma e pazienza”. “Aggiornerò i leader sui negoziati”, ha aggiunto Barnier in vista del Consiglio Ue, con la cancelliera tedesca Angela Merkel che sarebbe stata “felice” se l’accordo sulla Brexit “fosse stato pronto”: “siamo ancora al 90 per cento, ma faremo di tutto per raggiungere l’accordo con la Gran Bretagna”.