I diritti acquisiti dalle persone transgender durante la presidenza Obama potrebbero essere messi seriamente in pericolo dall’amministrazione Trump, che sembra voler affinare sempre di più una norma con la quale cancellare di fatto la loro esistenza. Secondo la legge sulla quale sarebbe al lavoro il governo, il sesso di ciascun individuo è determinato solo da “elementi biologici chiari e oggettivi”, ovvero gli organi genitali che si hanno alla nascita. Nel caso in cui tale norma – che rappresenta a tutti gli effetti una stretta ai diritti dei trans – dovesse passare, allora perderebbero i benefici finora acquisiti 1,4 milioni di americani che hanno optato per il cambio di sesso. Ad esserne ovviamente colpita sarebbe l’intera comunità Lgbt. Secondo Gay.it sarebbero giunte già le prime durissime reazioni da parte delle associazioni che ovviamente non hanno accolto positivamente quella che, secondo il NYT è stata definita la “mossa più drastica di questo governo”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



LA ‘SFIDA’ AI DIRITTI CIVILI

È ben noto che il presidente Trump sul tema dei diritti civili voglia dare una sferzata che riporti la legislazione americana al periodo pre-Obama, combattendo strenuamente alla – secondo il Presidente – “deriva culturale” delle nuove politiche pro-LGBT che ad esempio affollano lo stato di New York (ma non solo). Solo nello scorso settembre, ad esempio, era stato introdotta la possibilità di scrivere “Gender X” sul certificato di nascita, con Trump che manifestò tutta la sua contrarietà in merito. Stesso discorso, sul fronte dei documenti della sanità quando il tycoon impose il divieto di usare la parola “transgender” nei documenti, esattamente come le parole “diversità” e “feto”; da ultimo, il suo primo intervento “anti-trans”, quando vietò di fatto la presenza di persone transessuali nell’esercito, abolendo la norma immessa da Obama che invece apriva al cambiamento storico tra i marines. 



LA LEGGE ANTI-LGBT

Il New York Times non ha di certo in simpatia il presidente Trump, come del resto la maggiorparte della stampa Usa: non passa giorno che sul principale quotidiano liberal del mondo compaia un retroscena e un allarme lanciato sulle politiche del Presidente Usa, e oggi non è da meno. Dopo la revoca della “norma Obama” sull’uso dei bagni, pare che il prossimo obiettivo dell’amministrazione Trump sia una nuova stretta sui diritti dei trans. Secondo la denuncia fatta dal NYT, infatti, il governo starebbe lavorando ad una norma che “cancella” l’esistenza stessa dei transgender da ogni norma: come? In pratica stabilendo che il sesso di una persona sia determinato solo da «elementi biologici e oggettivi», riporta il quotidiano americano: in poche parole, il genere è determinato dagli organi genitali che si hanno alla nascita. Apriti cielo, nel giro di qualche ora la polemica non solo social era già esplosa oltre Oceano: «la preoccupazione della comunità LGBT americana è grande», denunciando diverse associazioni che difendono i diritti delle persone gay e transgender.



LA STRETTA DI TRUMP SUI TRANSGENDER

«Si tratta della mossa più drastica di questo governo nel tentativo di ridurre il riconoscimento delle persone transgender in base alla legge federale sui diritti civili», attacca durissimo il New York Times, riportando i dati recenti che parlano di ben 1,4 milioni di americani che dopo un intervento chirurgico hanno optato per il cambio genere secondo la propria “inclinazione personale”. Le prove sarebbero alcune note del dipartimento della Sanità “filtrate” dal quotidiano Usa e di certo il tentativo è di arrivare alle elezioni Midterm con un nuovo scontro molto forte sul fronte dei diritti civili. «Devono esistere legalmente solo i generi maschile e femminile, immutabili nel tempo e determinati dagli organi genitali che la persona ha alla nascita», sarebbe la tesi della legge pronta alla Casa Bianca, da dove però nessuno ha confermato (né smentito) la notizia di questa mattina.