L’annuncio di Donald Trump di uscire dal trattato INF sull’eliminazione dei missili a medio e corto raggio sottoscritto da Ronald Reagn e Mikhail Gorbaciov nel 1987 pone delle questioni di natura pratica incombenti nelle relazioni tra Usa e Russia. Come riportato da Il Giornale, il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Bolton, con ogni probabilità comunicherà domani a Vladimir Putin la scelta del tycoon newyorchese ma tra il dire e il fare potrebbe esserci di mezzo la NATO. Tradotto: quali Paesi (tra amici ed alleati Usa) accetteranno di ospitare sul proprio territorio i nuovi sistemi d’arma equipaggiati con testate termonucleari? E quale sarebbe la reazione di Washington nel caso in cui uno di questi Paesi decidesse di negare il proprio supporto all’operazione decisa da Trump? Sempre Il Giornale ricorda:”Trentacinque anni fa, in risposta agli SS-20 Saber puntati contro le capitali europee, Italia, Regno Unito, Belgio, la Germania occidentale ed i Paesi Bassi accettarono di schierare 572 missili statunitensi armati con testate termonucleari. Oggi sembra altamente improbabile che uno di questi Paesi possa essere disposto ad ospitare i nuovi “euromissili””. E vista l’avversione ostentata più volte da Trump nei confronti della NATO, per il fatto che non tutti i Paesi contribuiscono al suo bilancio come stabilito dalle regole, chissà che non possa essere il mancato accoglimento di questa rischia a far “saltare” l’Alleanza Atlantica. (agg. di Dario D’Angelo)



LA REAZIONE DI MOSCA

La prima reazione v’era stata ieri all’arrivo di Bolton a Mosca, ma ora molto più approfondita e “allargata” la spiegazione di quanto sta avvenendo sull’asse Usa-Russia risulta la dichiarazione di Dmitri Peskov (portavoce del Presidente Putin): «La decisione degli Stati Uniti di abbandonare il trattato INF sui missili nucleari di medio raggio renderà il mondo più pericoloso», spiega il Cremlino ai media russi, non prima di sottolineare «La risposta della Russia alla decisione statunitense dovrà per forza contenere misure per garantire la propria sicurezza». Secondo la linea di Putin, la miccia “lanciata” da Trump avrà effetti disastrosi laddove non si dovesse tornare a dialogare al più presto: per questo Bolton è a Mosca ma non per questo è scontata la rappacificazione sul trattato nucleare. «La Russia tuttavia, precisano sempre dal Cremlino, «non attaccherà mai nessuno per prima». 



CRITICHE DALLA CINA: “ERRORE DEGLI USA”

Dopo le forti critiche da parte della Russia in merito alle recenti esternazioni del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, in merito alla sua intenzione di voler ritirare il Paese dall’accordo Inf del 1987, negoziato dal presidente Ronald Reagan e dal leader sovietico Michail Gorbaciov, giunge anche l’intervento non meno critico da parte della Cina. Pechino, tramite la portavoce del ministero degli Esteri, Hua Chunying, ha valutato in maniera dura l’intervento di Trump ritenendo “sbagliato da parte degli Stati Uniti uscire unilateralmente dallo storico trattato dalla Guerra Fredda che ha eliminato i missili nucleari dall’ Europa”. Precedentemente, come riferisce SkyTg24, si era espressa anche la Russia attraverso il vice ministro degli Esteri, Serghei Ryabkov il quale aveva detto: “Apparentemente il trattato INF crea dei problemi agli Stati Uniti nel loro desiderio di raggiungere il totale dominio nella sfera militare. Si tratta di un passo molto pericoloso”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



MOSCA “INTIMIDAZIONI INACCETTABILI”

Il Cremlino non è rimasto affatto in silenzio dopo le ultime esternazioni di Trump il quale ha intenzione di rottamare lo storico trattato sul controllo dei missili nucleari (Inf) firmato da Stati Uniti e Unione Sovietica nel 1987. Quello che vede le firme di Ronald Reagan e Michail Gorbaciov per limitare il numero di missili dispiegati in Europa rappresentava una delle pietre miliari del disgelo che portò alla fine della guerra fredda tra le due potenze. Ma ora, le nuove intenzioni del presidente americano sembrano voler aprire la strada ad un terzo conflitto mondiale. “Un passo molto, molto pericoloso”, lo ha definito Mosca che si è difesa dalle accuse sollevate dal tycoon parlando di “intimidazioni inaccettabili”. “Condanniamo i continui tentativi di avere concessioni dalla Russia attraverso minacce, soprattutto su questioni fondamentali per la sicurezza internazionale e per la sicurezza nella sfera delle armi nucleari”, ha dichiarato il vice ministro degli Affari esteri di Mosca Sergei Rybakov. E’ probabile che nei prossimi giorni possa avvenire un chiarimento nella capitale russa in seguito ad un possibile incontro tra il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca John Bolton e il suo omologo russo, oltre al ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov. A lui il compito di spiegare la decisione dell’amministrazione Usa di ritirarsi dal trattato. (Aggiornamento di Emanuela Longo)

GORBACIOV, “MANCANZA DI SAGGEZZA”

Per chi di disarmo se ne intende eccome come l’ex Presidente russo  Mikhail Gorbaciov, oggi parlare dell’escalation in negativo tra le sue superpotenze – quasi ad eliminare quel “disgelo” permesso dalla sua presidenza assieme a quella di Reagan – fa davvero una certa impressione. «i vecchi accordi sul disarmo non devono essere infranti, è così difficile capire che il rifiuto di tali accordi è una mancanza di saggezza? È un errore», fa sapere l’ultimo leader Urss protagonista dell’accordo con gli Usa di 31 anni fa in una intervista all’Interfax. Nel frattempo, il Consigliere per la Sicurezza Nazionale John Bolton è giunto oggi a Mosca per alcune consultazioni chiave con i funzionari russi previste nelle prossime due giornate. «L’incontro di Bolton con il presidente russo Vladimir Putin è ancora in fase di preparazione», ha spiegato il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov. Nello scacchiere internazionale intanto, dopo la miccia accesa da Trump sull’accordo-disarmo in piena crisi, gli Stati Uniti ottengono l’appoggio dell’alleato britannico: «pienamente al fianco degli Usa dopo l’annuncio del presidente Donald Trump sull’uscita dallo storico accordo sul controllo degli armamenti con la Russia», spiega il segretario alla Difesa britannico, Gavin Williamson. Secondo il Regno Unito, la Russia di Putin è responsabile «di aver messo in pericolo il trattato» e chiede al Cremlino di «mettere un po’ di ordine». (agg. di Niccolò Magnani)

RISCHIO TERZA GUERRA MONDIALE?

Era stato l’accordo che, firmato da leader russo Gorbachov e da quello americano Reagan nel 1987, aveva posto fine alla Guerra Fredda, la minaccia di una guerra nucleare, durata più di 30 anni. Grazie a quel trattato i due paesi distrussero circa 2700 missili nucleari a media gittata lanciati da terra. Adesso Trump minaccia di riportare l’orologio a prima di quella data. Si chiama INF  (“Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty”) e in sostanza obbliga i due paesi a non avere uno più missili nucleari a media gittata lanciati da terra dell’altro. In realtà già Obama nel 2014 aveva accusato la Russia di non rispettare l’accordo. Se Trump andrà avanti con l’idea di uscire dal trattato, avrà sei mesi di tempo per farlo. (Agg. Paolo Vites)

RITORSIONI RUSSE

Una primissima replica alle parole infuocate di Trump arriva dal Viceministro degli Esteri di Mosca, Sergei Rjabkov: in una intervista a Sputnik, il n.2 di Lavrov afferma «Se gli Stati Uniti si ritireranno dal Trattato sul disarmo e sul controllo delle armi nucleari con la Russia, Mosca adotterà una serie di misure di ritorsione, incluse quelle militari». Un disgelo che sembra sempre più a rischio dopo queste ultime dichiarazioni e che rimette nell’alveo delle possibilità quella tanto conclamata e temuta “terza guerra mondiale” che solo Russia e Usa potrebbero di nuovo “permettere” se non si rimettono in un dialogo distensivo come avvenuto durante i primi anni della presidenza Trump. «Accogliamo con preoccupazione i nuovi tentativi da parte degli Stati Uniti di costringere la Russia a fare concessioni nel campo della sicurezza internazionale e della stabilità strategica attraverso il ricatto», ha rilanciato sempre Rjabkov, dopo aver sottolineato che «La Russia ha ripetutamente affermato che la parte statunitense non ha motivo di accusarci di violare questo Trattato. In tutti questi anni non sono riusciti a dimostrare le loro fantasiose affermazioni con chiare spiegazioni sul perché stiano facendo questo». Va detto che Mosca, come ha ribadito lo stesso n.2 degli Esteri di Putin, «continuerà a puntare sul dialogo con gli Stati Uniti per risolvere i problemi, condannando i recenti tentativi di Washington di persuadere la Russia a fare concessioni che potrebbero minacciare la sua stabilità strategica». (agg. di Niccolò Magnani)

TRUMP: “VIA DA ACCORDO NUCLEARE CON LA RUSSIA”

Soffiano venti gelidi di guerra fredda su Stati Uniti e Russia. Le dichiarazioni del presidente degli Usa, Donald Trump, fanno tornare indietro il mondo di almeno 30 anni, da quando cioè si stava per chiudere un lunghissimo capitolo durato decenni, in cui appunto gli storici nemici si contesero il comando del nostro pianeta. «Non permetteremo più che violino l’accordo nucleare e che fabbrichino armi mentre a noi non è permesso. Noi il trattato lo abbiamo onorato, ma la Russia sfortunatamente no, così porremo fine all’intesa». A parlare è Donald Trump e l’interlocutore è Vladimir Putin, il presidente russo. Gli Stati Uniti sono pronti ad uscire dal trattato sul disarmo e il controllo delle armi nucleari, con tutto ciò che ne consegue.

“LA RUSSIA HA VIOLATO L’ACCORDO”

«La Russia ha violato l’accordo – ribadisce il tycoon a stelle e strisce – lo violano da molti anni, non so perché il presidente Barack Obama non abbia negoziato o ritirato, e non lasceremo che violino un accordo nucleare e uscire e fare armi mentre non ci è permesso». L’INF, il trattato sulle forze nucleari a raggio intermedio, fu sottoscritto nel 1987 dagli Stati Uniti e dall’allora Unione Sovietica, fra Ronald Reagn e Mikhail Gorbaciov, i rispettivi presidenti. E’ stato di fatto il grande passo che ha permesso il disgelo fra le due potenze mondiali, ed iniziato un lungo percorso di disarmo che ha portato alla distruzione di ben 2692 missili, di cui 1846 della Russia. Trump ha aggiunto che “svilupperanno queste armi”.