C’è da registrare la prima vittima tra i migranti che compongono la carovana della speranza in viaggio verso gli Stati Uniti d’America. Come riporta la stampa locale, si tratta di un ventisettenne: il giovane è caduto dal tetto di un camion mentre era in viaggio verso il confine con gli States. Il ragazzo, sul mezzo insieme ad altre persone, ha perso l’equilibrio ed è volato sull’asfalto: per lui non c’è stato niente da fare, con i medici che non hanno potuto fare altro che constatare il decesso. Attualmente in Messico, la carovana della speranza si è allargata notevolmente nel corso degli ultimi giorni: si è arrivato rapidamente a quota 7 mila persone, tutte con il sogno di approdare negli Usa e iniziare una nuova vita. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
PENA NIETO: “LI FERMEREMO”
Mentre Trump attacca i migranti della maxi carovana in Messico, definendoli criminali, la crescita nei sondaggi del tycoon verso le elezioni di midterm fra due settimane: non solo, la collaborazione col Messico dopo gli anni passati con scontri e notevole distanza tra i due Paesi, ora è rafforzata dalla presenza di Pena Nieto considerato “vicino” al Presidente della Casa Bianca. «Difficilmente i migranti arriveranno negli Usa, sono schierate le truppe al confine e speriamo di convincerli a non proseguire», ha detto nelle scorse ore il n.1 del Messico, dopo aver ricevuto una “ramanzina” da Trump per aver fatto proseguire troppo la carovana, che nel frattempo si è ingrossata e conta ben più dei 7mila iniziali partiti dall’Honduras. Una migrazione oceanica così evidente da diventare un caso internazionale con gli Usa che vorrebbero una situazione pacifica onde evitare scontri che tutto il mondo poi condannerebbe con forza.
TRUMP: “SONO DELLE BRUTTE PERSONE”
Continua imperterrita l’inusuale carovana di migranti che, partita dall’Honduras, punta decisa verso i confini degli Stati Uniti d’America dopo aver raggiunto il Messico: nelle ultime ore, di fronte alla massa umana di 7mila persone, tra cui intere famiglie con bambini al seguito, il Presidente Donald Trump ha parlato di “emergenza nazionale” dicendosi pronto a schierare l’esercito per contenere tutti gli honduregni e impedire l’ingresso nel Paese di quelle che ha chiamato “cattive persone” smentendo ciò che secondo lui la propaganda mainstream veicolerebbe. Non solo: l’inquilino della Casa Bianca ha anche minacciato il taglio degli aiuti non solo al’Honduras ma pure ai vicini El Salvadore e Guatemala se la situazione dovesse persistere, sfruttando poi la leva delle prossime elezioni di midterm per ricordare che i migranti sono pericolosi e che la colpa è delle leggi sull’immigrazione promosse dalla precedente amministrazione democratica (agg. di R. G. Flore)
TRUMP MOBILITA L’ESERCITO AI CONFINI
La carovana continua a crescere e praticamente “indisturbata” arriva in Messico in una delle più evidenti e clamorose immigrazioni di massa dal Centro America (più precisamente dall’Honduras) verso gli Stati Uniti: una carovana composta da circa 7.000 centroamericani, decisi a raggiungere la frontiera, è entrata nelle ultime ore in Messico nello stato del Chiapas e già è ripartita verso lo stato di Oaxaca. Secondo la tv Millennio, diversi gruppi si sono aggiunti dal Guatemala ingrossando la marcia di almeno 7mila partecipanti tutti diretti verso il “sogno americano”. «Almeno 700 agenti della polizia messicana e il personale dell’Istituto nazionale delle migrazioni (Inm) segue la Carovana, cercando a tratti di fermarla, senza successo però», fa sapere l’Ansa nelle ore in cui lo stesso responsabile dell’Inm si è più volte rivolto ai migranti con un altoparlante intimandoli di fermarsi. Le autorità messicane per ora non sono riuscite a fermare nessuno con la “marcia” che nel frattempo passa spedita verso il confine dove avrebbe dovuto esserci il fantomatico “muro” per le intenzioni trumpiane della campagna elettorale. Così però non è e ora si rischia uno scontro molto duro alla frontiera dato che lo stesso Presidente Usa ha inviato l’esercito per quella che viene definita «una vera emergenza nazionale».
TRUMP “PREME” SULLE AUTORITÀ MESSICANE PER FERMARE LA CAROVANA
Una decisione storica dai contorni ancora “poco chiari” per gli stessi Usa, sta per portare circa 7mila migranti clandestini prima a “sfondare” il confine messicano e ora mira tutto verso il Texas: «Purtroppo sembra che la polizia e l’esercito del Messico non siano in grado di fermare la carovana diretta verso il confine meridionale degli Stati Uniti. Vi si sono mescolati criminali e medio orientali sconosciuti. Ho allertato la guardia di frontiera e l’esercito che questa e’ una emergenza nazionale. Le leggi devono cambiare», ha twittato il Presidente Usa. Mentre Città del Messico tenta di trovare una soluzione, ci pensa il segretario di Stato Mike Pompeo a ricordare ai vicini messicani quali siano le priorità nella situazione attuale di emergenza: «siamo profondamente preoccupati dalla violenza mostrata da alcuni appartenenti al gruppo, nonché dalle motivazioni politiche di alcuni degli organizzatori della carovana», spiega il Segretario di Stato Usa a margine di un incontro con il suo omologo messicano Luis Videgaray Caso e il presidente Enrique Peña Nieto. Cori contro Trump, presenza di antagonisti aggressivi tra le fila pacifiche della carovana: «I militari messicani stanno combattendo persone davvero cattive in quel gruppo», ha detto ieri davanti a 4mila persone durante un comizio in Arizona il Presidente Trump.