Mancano quindici giorni al 6 novembre 2018, quando negli Stati Uniti d’America si terranno le elezioni legislative americane di Midterm. Il giornalista Federico Rampini, intervenuto su Repubblica, ha sottolineato su Donald Trump: “L’ultimo sondaggio sulla sua popolarità nazionale lo dà al 47 per cento: non è un risultato fantastico ma è superiore di 2 punti rispetto a Barack Obama nella stessa epoca, alla vigilia delle sue prime elezioni di Midterm. In fondo è più popolare di quello che era Obama in un’epoca paragonabile”. Il reporter poi sottolinea: “E’ rassicurabile fino a un certo punto: bisogna ricordare che le elezioni del novembre 2010 furono un massacro per i democratici: Obama pagò duramente l’aver speso il primo biennio in larga parte per fare passare la riforma sanitaria, che scatenò reazioni negative nella destra repubblicana”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
OBAMA SUONA LA CARICA
Non si candiderà alle prossime Politiche tra due anni, eppure l’ex Presidente della Casa Bianca Barack Obama di smettere con la politica non ne ha alcuna intenzione: «In questo momento abbiamo la possibilità di ridare un po’ di integrità alla nostra politica, possiamo ribaltare l’equilibrio del potere e ridarlo a voi, il popolo americano. Perché alla fine c’è solo un controllo reale sugli abusi di potere e sulla cattiva politica. E siete voi e il vostro voto», rilancia l’ex Presidente nel suo comizio a Las Vegas a sostegno del Partito Democratico. Le elezioni di midterm, spiega ancora Obama «sono le più importanti di sempre, per il nostro Paese e per questa democrazia» allarma il due volte n.1 della Casa Bianca, a sostegno della candidata al Senato nel Nevada Jacky Rosen. (agg. di Niccolò Magnani)
PROVA CRUCIALE PER TRUMP
Si terranno fra due settimane, precisamente il 6 novembre, le elezioni di mid-term, quelle di metà mandato, negli Stati Uniti. Difficile a tutt’oggi stabilire se l’attuale presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, confermerà la propria superiorità politica, o se i democratici riguadagneranno quote dopo gli ultimi mesi un po’ turbolenti per il tycoon a stelle e strisce tra gli scandali vari. In palio, come ricorda Repubblica, c’è la camera dei deputati, un terzo dei 100 senatori, nonché vari governatori e sindaci. I sondaggi parlano di un “ritorno” dei democratici alla Camera, che sarebbero in vantaggio in 69 circoscrizioni, come sottolineato dal Washington Post, e dove basterebbero 23 “poltrone” per prendere il sopravvento.
COMPLICATA LA SFIDA AL SENATO
Più complicata invece la sfida al Senato, visto che i senatori uscenti sono di meno, ed inoltre molti di essi sono dem. Per quanto riguarda l’humor della gente, la disoccupazione è scesa ai minimi storici dal 1969, i salari sono tornati ad aumentare e la borsa è ai massimi. Rimane il problema della sanità, estremamente importante secondo il 57% degli elettori, con l’amministrazione Trump che ha di fatto “ribaltato” l’Obama Care in molti stati, con il rischio che le assicurazioni possano non coprire determinati interventi. C’è infine da considerare il fatto che molti presidenti perdono le elezioni di mid-term, accadde anche a Obama, Clintono e Bush, e ciò sicuramente azzopperebbe in parte la politica di Trump, ma nel contempo non gli impedirebbe di presentarsi per un secondo mandato e venire eletto.