Situazione in ebollizione al confine sulla rotta balcanica, dove circa duecento migranti al grido di “Open border, open border” (frontiera aperta, frontiera aperta) hanno sfondato un cordone di polizia croato nel tentativo entrare nell’Unione europea, di cui la Croazia è membro e la Bosnia-Erzegovina no. Come riportato da La Repubblica, i migranti che erano riusciti ad oltrepassare la frontiera sono state respinte soltanto grazie ad un ingente intervento delle forze dell’ordine croate, che hanno organizzato un secondo cordone di sbarramento beneficiando anche dell’appoggio di elicotteri. Secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa croata Hina e confermano anche diversi media bosniaci, sono diverse le persone rimaste ferite negli scontri a seguito del tentativo di attraversamento del confine. Per limitare i tentativi di sconfinamenti, nel pomeriggio il governo di Zagabria ha disposto il dispiegamento di una barriera lungo la frontiera, attorno alla città di Velika Kladusa, dove in questo momento si trova il maggiore assembramento di migranti. (agg. di Dario D’Angelo)
MIGRANTI, CENTINAIA AL CONFINE UE IN CROAZIA: “APRITE, APRITE”
Troppo presi a discutere di sbarchi e della necessità di intervenire sui flussi migratori nel Mediterraneo, ci si dimentica spesso dell’emergenza che ormai da anni continua ad interessare la cosiddetta “rotta balcanica”. Un esempio di quanto il fenomeno sia di difficile gestione si è presentato in Croazia, dove al confine con l’Ue circa 300-400 migranti, tra cui donne e bambini, hanno acceso fuochi e si sono accampati con tende a poche decine di metri dalla “via per l’Europa” dopo essere stati respinti. I migranti, provenienti in larga parte dalle zone di guerra della Siria, sono adesso “ospitati” in Bosnia. Alcuni tafferugli si sono verificati con la polizia di frontiera, la cui portavoce Saneta Dujkovic – come riferito da Rai News – ha spiegato:”Hanno tentato tre volte di sfondare i cordoni della polizia, ma sono stati respinti. Non ci sono stati incidenti di rilievo”. In questo momento l’assembramento più importante è quello alle porte della città di Velika Kladusa, ma nella giornata di ieri decine di migranti erano stati allontanati da un’altra città di frontiera, il villaggio di Izacic. Anche in quel caso la polizia aveva impedito il passaggio, al netto delle urla dei bambini migranti: “Croazia, Croazia”.
MIGRANTI, LA SITUAZIONE SULLA ROTTA BALCANICA
I migranti che vogliono entrare in Croazia dalla rotta balcanica lo fanno nella speranza di proseguire verso ovest o verso il Nord Europa. Respingendoli al confine, la polizia croata ha voluto anche lanciare un segnale politico, rispondendo alle voci che parlavano di frontiere aperte per tutti i rifugiati intenzionati a raggiungere il Vecchio Continente. Certo è che la situazione è potenzialmente esplosiva, soprattutto se si considera che in questo momento sono diverse migliaia le persone bloccate in Bosnia, una nazione ancora alle prese con la devastazione della guerra degli anni Novanta e per niene adatta a fronteggiare un’emergenza che dovrebbe riguardare tutto il continente. Il vice ministro alla sicurezza bosniaco, Marijan Baotic, ha chiamato in causa Serbia e Montenegro, accusati di lasciar passare i migranti ai loro confini con troppa facilità, rifiutando peraltro di applicare l’accordo di riammissione. Secondo quanto dichiarato dal vice ministro all’emittente N1, dall’inizio dell’anno fino al 20 ottobre scorso sono entrati in Bosnia 19.500 migranti, mentre la polizia di frontiera bosniaca è riuscita ad impedire l’ingresso illegale ad altri 13.000.