I media americani stanno dando ovviamente ampio spazio alla vicenda che vede coinvolto Cesare Sayoc, l’unabomber che negli scorsi giorni ha spedito 13 pacchi bomba ai principali detrattori del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Stando a quanto emerso in queste ultime ore, pare che Sayoc sia un ex spogliarellista ossessionato dal fitness, e il suo sogno nel cassetto era quello di diventare un lottatore professionista, forse entrando nel mondo del wrestling. Sayoc aveva però avuto problemi in passato con l’uso di steroidi, e molto probabilmente è stato “bandito” dal mondo della palestra e degli atleti. E’ inoltre emerso che l’unabomber aveva spedito un altro pacco, il 14esimo, destinato, come riferisce la Cnn, a Tom Steyer, donatore miliardario dei democratici, che è noto in particolare per il suo spot pubblicitario in cui chiede l’impeachment di Trump. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



ACCUSATO DI 5 DIVERSI CRIMINI

Cesar Sayoc, l’unabomber che ha seminato il terrore negli Usa inviando pacchi-bomba all’indirizzo di personalità dei Democratici a stelle e strisce, come ha spiegato il procuratore generale Jeff Sessions è accusato di cinque diversi crimini: trasporto di esplosivo, invio illegale di materiale esplosivo, intimidazione, minacce contro ex presidenti degli Stati Uniti, aggressione contro agenti federali. Al momento dell’arresto Sayoc viveva in un furgone, dopo essere stato cacciato di casa dai suoi genitori. Il 56enne, originario di New York, si era fatto notare anche su Facebook, dove molti dei suoi post erano stati rimossi su segnalazione degli utenti o dallo stesso algoritmo del social per contenuto violento. L’uomo aveva una fedina penale non propriamente immacolata: nel 1999 era stato arrestato per il furto di un veicolo, ma aveva anche precedenti legati alla detenzione di stupefacenti e alla truffa. Nel 2002, secondo i documenti in possesso del Miami Police Department, l’uomo minacciò di far saltare un’azienda con un attentato dinamitardo “peggiore dell’11 settembre”. (agg. di Dario D’Angelo)



CESAR SAYOC RISCHIA 50 ANNI DI CARCERE

Rischia 50 anni di carcere Cesar Sayoc, il 56enne che nella serata di ieri è stato fermato dalla polizia a Miami, e quindi incriminato nella notte. E’ ritenuto l’autore della spedizione dei 13 pacchi bomba che sono stati inviati, fra gli altri, ai coniugi Clinton e Obama, e all’attore Rober De Niro, tutti “nemici pubblici” del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Un’azione minatoria in vista delle elezioni di mid-term, ma bisognerà capire se tale provocazione porterà ad un aumento dei voti per il tycoon, oppure, ad una consistente diminuzione, creando così un effetto boomerang. L’Fbi ha confermato che i pacchi spediti contenevano del materiale che sarebbe potuto esplodere, e l’uomo è stato incriminato per cinque crimini federali, tra cui minacce a ex presidenti. Cesar Sayoc non è nuovo alle forze dell’ordine visto che già nel 2002 era finito in manette per una minaccia bomba, e in seguito arrestato anche per furto e frode. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



CESAR SAYOC JR UNICO SOSPETTATO

E’ Cesar Sayoc jr “il principale e unico sospettato” arrestato dalle forze dell’ordine americane: sarebbe il cinquantaseienne il terrorista che ha inviato una serie di presunti pacchi bomba a numerose personalità, da Barack Obama passando per Robert De Nico. Come evidenziato dalla stampa Usa, ‘uomo è stato individuato grazie al DNA recuperato sui plichi: l’attentatore vanta alcuni precedenti penali, che hanno permesso la rapida soluzione del caso. Per bloccarlo, dieci unità scelte della polizia hanno lanciato una bomba stordente per neutralizzarlo. L’ultimo “incontro” con la giustizia risale al 2015, con Donald Trump che ha chiesto la “massima severità”, dopo essere finito al centro delle polemiche per un tweet in cui ridimensionava in qualche modo gli episodi degli ultimi giorni. Le polemiche, comunque, non sono destinate a fermarsi: basti pensare che una delle teorie circolate è che dietro la vicenda dei pacchi “ci fosse una manovra per favorire i democratici alla vigilia delle elezioni di medio termine”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

“MASSIMA SEVERITA'”

Emergono ulteriori dettagli in merito al responsabile dei numerosi pacchi bomba inviati nei giorni scorsi a politici e personalità che hanno sempre manifestato le loro critiche contro il presidente Usa, Donald Trump. Secondo quanto rivela Il Fatto Quotidiano online, si chiamerebbe Cesar Sayoc ed avrebbe 56 anni. L’uomo era già noto alle forze dell’ordine e sin da subito è apparso anche il principale ed unico sospettato. Tra i suoi crimini commessi in passato, anche per minaccia bomba. Gli agenti dell’FBI lo hanno fermato a Plantation, in Florida, dove è stato intercettato con il suo van, finito sotto sequestro. Al suo interno, sui finestrini vi erano numerosi adesivi pro-Trump e contrari alla Cnn. “Le forze dell’ordine hanno trovato un ago nel pagliaio e lo hanno fatto molto velocemente. Hanno svolto un lavoro incredibile per trovare la persona o le persone responsabili per questi eventi. Perseguiremo il responsabile con la massima severità prevista dalla legge”, sono state queste le prime parole pronunciate da Trump al Young Black Leadership Summit. Quindi ha auspicato l’unione degli Usa, per dimostrare il senso comune di pace, amore ed armonia. “Questi atti terroristici sono disgustosi e non hanno posto nella nostra società”, ha quindi tuonato, condannando le azioni dell’uomo arrestato. (Aggiornamento di Emanuela Longo)

TRUMP ESULTA “GRAN RISULTATO”

Si tratta, secondo le autorità di Polizia della Florida, al momento dell’unico sospettato per l’invio dei finora dodici pacchi bomba ad eminenti esponenti del Partito Democratico americano, alla sede della Cnn e all’ex presidente Barack Obama: l’uomo, di cui non sono state fornite le generalità, sarebbe stato tracciato mediante il suo telefono cellulare, mentre il suo laptop e altri e strumenti elettronici sarebbero stati presi in custodia dagli agenti che lo hanno arrestato. Inoltre, si apprende anche che tutti i plichi esplosivi sarebbero stati inviati da Opa-Locka anche se non sono stati trovati i contrassegni che indicherebbero quando e da che luogo sono stati spediti. Ad ogni modo, l’arresto quasi lampo del (presunto) novello Unabomber è stato ripreso anche dallo stesso Donald Trump nel corso di un incontro odierno coi giornalisti, bacchettati dall’inquilino della Casa Bianca dato che, secondo lui, con la vicenda del mail-bombing avrebbero volutamente fatto passare sotto traccia le imminenti elezioni di Midterm: “Sono onorato di informarvi che la giustizia ha preso in custodia un sospetto, un grande risultato” ha detto Trumpo, aggiungendo anche che “questi terroristi non avranno mai posto nel nostro Paese”. (agg. di R. G. Flore)

ARRESTATO UN UOMO PER IL MAIL-BOMBING

E’ stata arrestata una persona, considerata responsabile delle bombe spedite da qualche giorno a questa parte, ai molteplici detrattori del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. A dare la notizia pochi minuti fa è stata la BBC, citando fonti ufficiali americane. Dodici sono stati i pacchi bomba spediti negli USA, con destinatari, fra gli altri, anche gli ex presidenti Barack Obama e Bill Clinton, nonché l’attore americano Rober De Niro, tutti accesi oppositori del tycoon a stelle e strisce. L’intento di Unabomber era quello di minacciare gli elettori democratici in vista delle elezioni di mid-term, la tornata elettorale di metà mandato che si terrà fra meno di due settimane, e che potrebbe stravolgere la politica di Donald Trump dei prossimi mesi se quest’ultimo dovesse perdere. Fortunatamente nessuno dei 12 pacchi bomba è esploso e nessuna persona è rimasta ferita in qualche modo. Rimaniamo in attesa di notizie più certe visto che non si conosce l’identità del “bombarolo”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

ALTRI DUE PACCHI SPEDITI

I due nuovi pacchi bomba, recapitati oggi in quel di Miami e di New York rispettivamente al senatore democratico della Florida, Cory Booker, e all’ex direttore dell’Intelligence statunitense, James Clapper, si ricollegano perfettamente al filone degli attacchi che negli scorsi giorni hanno visto nel mirino l’ex Presidente Barack Obama, Hillary Clinton e anche la sede della CNN: la mano dietro tutti i plichi esplosivi sarebbe la stessa e, in attesa di capire se dietro questa strategia terroristica a pochi giorni dalle cruciali elezioni di Midterm che potrebbero ridisegnare (quantomeno alla Camera) la geografia politica a sfavore dei Repubblicani, rendendo l’ultimo biennio di Donald Trump la classica “anatra zoppa”, un fil rouge nemmeno tanto nascosto si intravede. Tutti i soggetti presi di mira da quello che potrebbe essere un novello Unambomber sono tra le più importanti voci critiche dell’attuale inquilino della Casa Bianca e quindi, in un modo o nell’altro, vicini allo schieramento democratico: ed è proprio da questo fronte che arrivano gli attacchi più duri a Trump, reo di aver fomentato un clima d’odio che indirettamente potrebbe aver armato le mani di chi sta inviando pacchi bomba in diversi angoli dell’America. (agg. di R. G. Flore)

PACCHI BOMBA A CLAPPER E BOOKER

Salgono a 12 i pacchi bomba spediti negli Stati Uniti. Dopo quelli degli scorsi giorni, oggi le forze dell’ordine hanno rinvenuto altri due ordigni spediti, uno a James Clapper, ex capo della Central Intelligence Agency, e uno invece indirizzato a Cory Booker, senatore democratico. Nel primo caso il pacco è stato scoperto in un ufficio postale di Manhattan, e le forze dell’ordine hanno isolato la zona di Midtown per precauzione. Il secondo pacco bomba è stato invece scoperto in Florida, dove tra l’altro si stanno concentrando le ricerche di questo nuovo Unabomber. I due nuovi ordigni rinvenuti sono simili in tutto e per tutto alle precedenti bombe spedite, tutte destinate a personaggi apertamente critici nei confronti del presidente Donald Trump.

SONO 12 I PACCHI SPEDITI

Secondo le forze dell’ordine, questi pacchi bomba spediti sarebbero da ricondurre alle prossime elezioni mid-term, di metà mandato, che si terranno negli Stati Uniti e che potrebbero mettere seriamente a rischio la politica del presidente Trump. Il primo a ricevere il pacco è stato George Soros, miliardario e senatore democratico dello stato di New York. Quindi è stata la volta dei coniugi Clinton, poi una serie di pacchi spediti alla sede della CNN di Manhattan, all’ex presidente degli Stati Uniti Barack Obama e alla moglie Michelle, alla deputata Dem Maxine Waters, al governatore di New York Andrew Cuomo, all’ex ministro della Giustizia Eric Holder, all’ex vicepresidente Joe Biden e infine all’attore Robert De Niro, spedito al Tribeca Grill, ristorante di New York.