Una crisi senza precedenti quella che sta attraversando in questi mesi il Venezuela. Un’iperinflazione record che ha fatto schizzare alle stelle i prezzi non soltanto del cibo, ma in generale di tutti i beni, portando allo stremo la popolazione. Quasi ogni giorno i lavoratori scendono in piazza, per protestare contro i salari bassissimi, la cui discesa prosegue costante con la crisi monetaria della nazione americana. A completare il quadro tutt’altro che idilliaco, i rapporti decisamente tesi con gli Stati Uniti, con continue accuse a distanza fra il presidente venezuelano Maduro, e i vertici dell’amministrazione Donald Trump. L’ultima querelle si è verificata fra il vice-presidente Mike Pence, e appunto il numero uno del Venezuala. Il primo è uscito allo scoperto negli scorsi giorni, accusando Maduro di aver finanziato una carovana di migranti provenienti dai paesi centroamericani. A tali parole del numero 2 USA ha replicato il presidente venezuelano che ha ammesso: «Se non fosse stato detto dal pazzo estremista Mike Pence – le parole in un video su Facebook – ci si sarebbe potuto ridere sopra, ma la paranoia imperialistica sta già cominciando, accusandomi di tutto ciò che accadrà, hanno un’ossessione perché non possono rovesciarci». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



INFLAZIONE DA RECORD

Il Venezuela sta attraversando la più grande crisi della sua storia, una crisi economico-finanziaria che ha visto milioni di cittadini emigrare all’estero per trovare maggiori fortune. La donna che ha partorito in strada perché non aveva i soldi per pagarsi l’assistenza sanitaria, è di fatto il simbolo di quanto sta accadendo in quella parte del mondo, dove il presidente Nicolas Maduro ha avviato recentemente una riforma per provare a superare la crisi, introducendo la nuova moneta, il bolivar forte, legata alla cripto valuta Petro, a sua volta legata alle riserve petrolifere venezuelane. Ma la luce in fondo al tunnel non si vede, visto che la moneta venezuelana ha proseguito la sua clamorosa svalutazione: per un euro ci vogliono 72.84 bolivar, mentre per un dollaro ce ne vogliono 64. Un’inflazione senza precedenti, che sta schiacciando il Venezuela, e secondo il Fondo Monetario Internazionale potrebbe arrivare a 1 milione per cento a fine 2018. Tale crisi ha provocato un aumento sconsiderato dei prezzi dei generi alimentari e di tutti i servizi, compreso appunto quello sanitario. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



UNA CRISI SENZA FINE

Lo scatto che nelle ultime ore è diventato su Twitter, dove è stato postato dall’autore, letteralmente virale rappresenta solo l’ultimo caso limite dei morsi di una crisi che attanaglia il Venezuela e che le recenti misure messe in atto in campo economico dal presidente Nicolas Maduro non riescono a contenere: in attesa di ulteriori dettagli sulla vicenda, la foto di una donna che partorisce in pieno centro dopo essere stata rifiutata da una clinica perché non poteva permettersela, sul marciapiede di una strada molto frequentata nella capitale Caracas, ha fatto sorgere un moto di indignazione soprattutto tra gli oppositori del Governo guidato da Hugo Chavez e tra i quali Carlos Julio Rojas, il giornalista che ha immortalato la scena, rappresenta una delle voci più critiche all’interno delle fila di coloro che vorrebbero finisse l’esperienza politica di Maduro, causa secondo loro di una spirale involutiva senza fina che presto potrebbe ridurre alla fame non più solo gli strati più disagiati del Paese. (agg. di R. G. Flore)



ASSISTITA DAI PASSANTI

Si tratta ovviamente di un caso limite e che tuttavia, nell’epoca della pervasività dei social network, ha fatto immediatamente il giro del mondo e lo scatto che lo documenta è diventato una delle immagini-simbolo di una crisi senza fine che ha colpito il Venezuela. Il parto di una ragazza in strada, su uno dei marciapiedi della Avenida Universidad di Caracas, immortalato con uno scatto dal giornalista Carlos Julio Rojas e diffuso su Twitter, perché non era stata accolta in una clinica a pagamento sta provocando indignazione: sul luogo per fortuna è successivamente intervenuta la locale polizia che ha prelevato la neonamma portandola in un centro medico ma durante il travaglio sono stati i passanti, di fatto, ad assisterla tra incitamenti e inviti alla donna a “respirare profondamente”. Al momento non vi sono altre informazioni riguardo alla vicenda e non è dato ancora sapere se la struttura sanitaria che ha rifiutato il suo ricovero nonostante stesse per partorire fosse privata come alcuni pensano o addirittura pubblica. (agg. di R. G. Flore)

IL TWEET FA IL GIRO DEL MONDO

Troppo povera per dare alla luce il proprio bambino in clinica. Questa, in estrema sintesi, la situazione di una giovane donna venezuelana, che è stata costretta a partorire – aiutata dai passanti – su un marciapiede di Avenida Universidad, una delle principali arterie della capitale Caracas. Come riportato da Fanpage, sono state proprio le persone che si trovavano a passare di lì per caso ad aiutarla nelle fasi più complicate, invitandola a “respirare profondamente” mentre la donna stramazzata al suolo era in preda al dolore e alle urla. Da lì l’intervento della polizia che ha trasportato la ragazza in un centro medico, ma la notizia nel frattempo ha fatto il giro del mondo grazie al tweet del giornalista Carlos Julio Rojas, che ha immortalato il momento col suo smartphone. Molteplici le reazioni di sdegno in tutto il mondo, per un caso-limite che lascia senza parole. (agg. di Dario D’Angelo)

VENEZUELA, PARTORISCE PER STRADA A CARACAS

Venezuela, uno dei paesi potenzialmente più ricchi al mondo per le grandi riserve di petrolio, e infatti fino a poco tempo fa lo era. Poi la dittatura di Maduro, succeduto all’altro dittatore Chavez morto recentemente, ha distrutto letteralmente il paese portandolo alla fame. La gente fugge nei paesi confinanti, non ci sono soldi per fare la spesa, gli stipendi colpa di una svalutazione della moneta selvaggia non bastano a comprare il pane, a fine dell’anno secondo il Fondo monetario internazionale potrebbe toccare un milione per cento. Così succede che non si hanno neanche i soldi per andare all’ospedale. Un giornalista appartenente all’opposizione contro il dittatore socialista, Carlo Julio Rojas, ha scattato una immagine simbolo di questa crisi,diffusa poi su twitter scrivendo: “Assurdo! Nel mezzo dell’Avenida Universidad una ragazza è costretta a partor ire in strada perché, come ha raccontato, non ha i soldi per essere accettata nel reparto maternità”.

IL DRAMMA IN VENEZUELA

Si vede una giovane donna stesa sul marciapiede, alcune persone inginocchiate accanto a lei che le sollevano le gambe. Un malore? No, la donna sta partorendo. Come un cane in mezzo alla strada. Non l’avevano accolta in ospedale perché non aveva i soldi necessari a partorire. Così tornando a casa ha avuto le doglie. La gente è corsa subito cercando di aiutarla come possibile. Poco dopo fortunatamente è giunta una volante della polizia che l’ha prelevata e portata in un centro medico dove è stato imposto il ricovero obbligato. Inutile commentare che una nazione che non garantisce i diritti fondamentali, come quelli medici, in particolare che non aiuta una donna a partire, non è più una nazione.