Ha stupito molte persone, dopo il terremoto magnitudo 6.8 verificatosi nella notte tra giovedì e venerdì a largo di Zante, in Grecia, l’allerta tsunami che ha interessato anche le coste italiane. Come spiegato dall’Agi, infatti, anche nel Mar Mediterraneo esiste la possibilità di un maremoto devastante come quelli che siamo abituati a vedere in Asia. Ce lo dice la storia: basti pensare all’eruzione di un vulcano, quello di Santorini, in Grecia, nel Mar Egeo, responsabile della fine della civiltà Minoica. Fu con ogni probabilità una frana sottomarina a scatenare il terremoto che nel 1343 distrusse Napoli e Amalfi sotto gli occhi di Francesco Petrarca. Come ricorda l’Agi, dal 2005 l’Italia partecipa al sistema di allertamento internazionale per il rischio maremoto nel Nord Est Atlantico, Mediterraneo e Mari collegati NEAMTWS, sotto il coordinamento dell’ IOC – Intergovernmental Oceanographic Commission dell’Unesco. La differenza rispetto a quanto accade nell’area del Pacifico, dei Caraibi e dell’Oceano Indiano, dove sono già attivi sistemi di allertamento rapido (Early Warning), è che in un mare poco ampio, come il Mar Mediterraneo, i tempi di arrivo delle onde sono molto brevi e questo riduce i tempi utili per allertare la popolazione. (agg. di Dario D’Angelo)



TERREMOTO IN GRECIA, PAURA A ZANTE

Un violento terremoto si è verificato nella notte fra giovedì e venerdì in Grecia, precisamente a largo dell’isola di Zante. Nella nota meta turistica vi erano diversi italiani, fra cui due riccionesi, Lucio e Marina, che hanno raccontato al quotidiano Il Resto del Carlino, il dramma vissuto: «Si sono staccati i termosifoni dai muri, sono caduti i lampadari e siamo rimasti al buio». Qualche avvertimento si era già avuto prima del sisma di 6.8 gradi sulla scala Richter: «Eravamo in camera in hotel quando all’una della notte ho avvertito una scossa – racconta Lucio – niente di incredibile, qualche cigolio in camera, ma non mi sono più addormentato. Poi alle due di notte in Grecia, in Italia era l’una, ha cominciato a tremare tutto».



“DANNI E CREPE”

A quel punto i due sono usciti dall’albergo dopo aver preso le loro cose, ed hanno visto un sacco di persone in strada, tutte spaventate. Quando all’alba è sorto il sole, si sono potuti notare gli effetti devastanti del terremoto: «La banchina di cemento – raccontano i due romagnoli – a fianco della strada che corre sulla costa si era distaccata. Si era formata una voragine. Le strade erano percorse da crepe. Ci siamo rifugiati in un bar perché al mattino presto era freddo. Dentro era tutto sotto sopra. I frigo erano rovesciati, le bottiglie rotte e sparse sul pavimento». I danni sono stati comunque contenuti, visto che sull’isola di Zante vengono costruiti edifici anti-sismici dopo il devastante terremoto del 1953 che rase al suolo le abitazioni. Il sisma di ieri notte si è avvertito anche nel sud Italia dove tra l’altro si sono verificati tre mini tsunami che non hanno provocato comunque alcun danno.

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