Spesso quando si sente parlare di Congo il pensiero corre a scenari da “cuore di tenebra”: clima tropicale invivibile, giungla vergine, ribelli, malaria e via dicendo. Esiste però una parte di Paese più celata ma che fa la differenza. È questo lato nascosto che lavora in silenzio, ma opera si può dire in modo incredibilmente costruttivo, che colpisce in mezzo al marasma caotico della sofferente società congolese. Nonostante siano, nel panorama dell’evangelizzazione, “gli ultimi arrivati”, i missionari Saveriani, giunti nel Paese solo nel 1958, (a differenza ad esempio dei gesuiti arrivati nel 1482) operano ed hanno operato negli ultimi decenni in modo indelebile costruendo scuole, educando e sostenendo la popolazione di tutte le fasce ed età in un cammino verso lo sviluppo ed il miglioramento della qualità della vita di tutti.
Uvira è uno dei principali centri abitati situato a sulla punta nord del lago Tanganika, la città è considerata la seconda, dopo Bukavu, per importanza nella regione del sud Kivu. Il grande porto a Kalundu, sul lago, ha permesso e permette tutt’ora importanti scambi commerciali con il Burundi e la Tanzania che differenziano la città per la vitalità e lo scambio anche culturale oltre che economico. La città non è caratterizzata dalla famosa terra rossa presente in quasi tutta l’Africa, la sabbia biancastra e la grandezza del Lago posso facilmente indurre chi la visita a credere ad una località marina.
Qui i Saveriani sono incessantemente attivi e presenti con opere di carità e di educazione. Il più splendido esempio di questa presenza è il centro “Bethania”, una scuola per bambini sordomuti e portatori di handicap.
Presente dal 2002, la scuola ospita 32 bambini più diversi insegnati locali che seguono i ragazzi nell’apprendimento e nel gioco. Suor Bambina Piatti è la saveriana che, insieme ad una consorella gestisce il centro. In Congo dal 1980, dopo cinque anni di Burundi, la suora è sempre stata presente col suo lavoro nonostante gli sconvolgimenti politici della regione e del Paese intero.
Entrando nel centro “Bethania” dalla strada caotica, sporca e confusa della città africana sembra di entrare in un’altra dimensione. Qui tutto è curato fino al dettaglio da un’attenzione capillare. Dalla pulizia del vialetto di ingresso alla cura del prato. L’unica cosa a non essere la benvenuta in questo luogo è la confusione. Girando per le aule salta subito all’occhio l’attenzione per la pulizia e l’ordine delle aule dove i bambini stanno facendo lezione con una passione per la lingua francese e l’apprendimento che poche volte si trova in una scuola. Oltre alle aule adibite all’insegnamento, il centro è composto anche da un laboratorio dove vengono costruite protesi e gessature. È impressionante l’attenzione e l’importanza data ai bisogni di questi bambini a tutti i livelli. Dalle protesi appunto, al metodo di insegnamento, caratterizzato dai gesti del linguaggio per sordomuti, fino alla cucina. Una cuoca sta cucinando in tre grandi pentole un ottimo pranzo nello spazio adibito appositamente alle cucine. Uno spazio cosi risulta davvero come un’eccezionale una rarità in questo Paese.
Accomodati nel suo piccolo ufficio, la suora non nasconde però delle perplessità riguardanti la situazione attuale della regione. “Qui spesso sentiamo sparare” afferma suor Bambina con un ché di abitudinario nel tono della voce. Forse riferendosi anche agli ultimissimi attacchi da parte di ribelli maj maj avvenuti proprio contro piccole località affacciate sul lago a pochi chilometri da Uvira.
“ Vedo che la gente è molto delusa da Kabila, e non so come si risolverà questa situazione …. staremo a vedere!”, continua la saveriana. Ma alla lieve preoccupazione percepibile nel tono di voce si scorge anche una sicurezza ed decisione nel continuare quello che si è cominciato a costruire davvero invidiabile e che non si lascia intimorire o condizionare da fattori e pericoli esterni.
Che cosa porteranno le elezioni del 27 novembre è davvero una domanda che si pongono in molti qui. Soprattutto alla luce di strani avvenimenti politico militari come il fatto che siano di recente stati eletti nell’esercito congolese ufficiali di nazionalità e formazione militare ruandese, non amati dal resto dell’esercito congolese per nazionalità e formazione. Senza parlare dell’incessante attivismo dei diversi gruppi ribelli continuamente impegnati nella lotta contro il governo di Kinshasa.
“Staremo a vedere” dice serena la suora saveriana, che come gli altri missionari rappresenta una presenza talmente radicata nella società da sembrare ormai inestirpabile.
Uvira 12/10/2011
(Matteo Parmigiani)