Il presidente del Partito AK e Primo Ministro turco Davutoglu ha rimesso il mandato e l’incarico di formare il nuovo Governo che gli aveva affidato il Presidente turco Erdogan dopo le scorse elezioni”. Elezioni nelle quali la tifoseria di gran parte della stampa e mass media occidentali aveva forzato i toni contro il partito dell’AK e lo stesso Erdogan, definito più volte ‘tirannico’ e ‘capo del regime’. Tutta la stampa occidentale per il partito curdo e i curdi, così l’AK perse la maggioranza e il rigurgito di atti terroristici ha ripreso quotidianamente le prime pagine dei giornali del Paese. Ogni giorno ci sono vittime tra poliziotti e militari turchi, i terroristi si sono sentiti riabilitati da una opinione pubblica che chiamava ‘tiranno’ il Presidente della Repubblica. Ovviamente la stessa stampa che ieri inneggiava oggi nasconde gli atti di terrorismo e gli omicidi contro i funzionari pubblici e già si rivede all’orizzonte l’irresponsabile tifoseria che riprende il suo ‘can can’.
Solo per rimanere agli ultimi giorni, martedì 19 agosto sono stati 8 i poliziotti morti nella provincia di Siirt e mercoledì 19 agosto tre soldati nella provincia di Diyarbakir, dai giorni successivi alla fine delle elezioni politiche sono stati circa un centianaio i militari e poliziotti uccisi per mano dei terroristi curdi del PKK e loro affiliati, mentre centianaia di presunti terroristi sono stati fermati dalle forze dell’ordine di Ankara.
Davutoglu, che è anche il presidente del Partito ‘Giustizia e Sviluppo’ (AK), ha detto a Erdogan che nonostante i suoi sforzi non è riuscito a trovare alcuna possibilità di formare un governo di coalizione, così riportava l’agenzia di stampa Anadolu nella serata di ieri. Erdogan ora dovrebbe prendere una decisione circa le elezioni anticipate al più presto.
La Turchia si trova ad affrontare la forte possibilità di essere gestita da un governo di transizione in vista di nuove elezioni, dopo quelle svoltesi lo scorso 7 giugno.
Davutoglu aveva ricevuto un mandato di formare un governo di coalizione da Erdogan, il 9 luglio, dopo che nessun partito aveva ottenuto la maggioranza semplice nelle elezioni di giugno. Il partito AK aveva iniziato i colloqui con il secondo raggruppamento politico e parlamentare il CHP il 13 luglio, e dopo un mese di trattative, il confronto è stato concluso lo scorso 13 agosto, senza un compromesso.
Davutoglu ha poi cercato il confronto con l’MHP, ma i colloqui si sono rivelati di breve durata (sole due ore di dialogo) dopo che i leader hanno annunciato che non c’era alcun accordo. Naturalmente nessuna notizia costruttiva dal partito dei curdi.
Ora, secondo la costituzione turca, un governo di transizione può essere formato solo se un governo o non è stato formato e se il presidente decide di tenere una nuova elezione generale. La Costituzione dice che solo il presidente o il Parlamento può decidere di tenere nuove elezioni. Se il presidente emette questa decisione, un Consiglio dei ministri sarà formato e il presidente nominerà un primo ministro provvisorio.
In un eventuale governo tecnico invece, il Partito AK avrebbe 12 ministri, il CHP sette ministri mentre ciascuno di MHP e HDP tre ministri. Il numero di ministri si basa sul numero di parlamentari un partito vanta.
Le prossime elezioni si dovranno tenere nella domenica successiva alla scadenza di 90-95 giorni, a meno che il Consiglio per le Elezioni non decida di dimezzare i tempi a 45 giorni.
Nel frattempo però, oltre alla ondata di violenze che ha drammaticamente colpito il Paese e la nuova determinata azione anti terrorismo fuori (ISIS) e dentro (terroristi curdi) i confini della Turchia che il Governo ad-interim ha lanciato nelle scorse settimane, ieri in un video dell’Isis per la prima volta in turco si invitavano i musulmani turchi a combattere ed eliminare Erdogan e tutti i rappresentanti della Turchia laica. Un segnale che da solo indica quanto il vociare di un sostegno della Turchia ai terroristi ‘Daesh’ non abbia nè fondamento nè reale senso.
Ancora, sempre nella giornata di ieri, come a compendio dei dati emersi dal Rapporto di Frontex, l’Agenzia Onu per i diritti dei rifugiati, ancora una volta ha elogiato l’esemplarità della accoglienza da parte delle istituzioni governative e onlus turche nei confronti dei rifugiati provenienti dai Paesi in conflitto in Iraq e Siria in particolare.
Forse ci sarà ancora qualcuno in occidente che crederà in buona fede alla necessità di togliere di mezzo Erdogan e la classe politica del partito AK per dare un miglior futuro alla Turchia, io prendo solo atto dei fatti che ci dicono che un forte partito AK e una maggioranza potranno finalmente cambiare in meglio la costituzione, dare un governo stabile e forte e rilanciare con la Turchia il protagonismo dei paesi del Mediterraneo nei prossimi anni. Non dimentico che nei giorni scorsi ad Istanbul i maggiori leader musulmani, ciò apparirà ridicolo per i tifosi occidentali coi paraocchi, si sono confrontati e hanno approvato una dichiarazioni sui ‘cambiamenti climatici’ molto in sintonia con l’Enciclica di Papa Francesco ‘Laudato si’. Le sorprese con la Turchia non finiscono mai…