WIKILEAKS: LA TRADUZIONE IN ITALIANO DELL’INTERVISTA RILASCIATA AI LETTORI DEL GUARDIAN – Julian Assange ha risposto alle domande poste dai lettori del quotidiano inglese Guardian. Il sito del giornale, dopo aver annunciato che il leader di Wikileaks, ricercato dalla polizia di mezzo mondo, sarebbe apparso a rispondere in diretta, è stato preso d’assalto da migliaia di utenti ed è “crashato”.



La chat ha avuto inizio così con circa 45 minuti di ritardo. Assange ha risposto solo a un piccola parte dei circa 800 quesiti giunti. Quello che ne è venuto fuori è il ritratto un po’ inquietante di una persona che si dichiara in missione per “rendere il mondo un posto migliore”. Se nel far questo il mondo stesso rischierà di essere distrutto, beh dice Assange, dipende “da voi”. Cioè da noi. A seguire il testo completo delle domande-risposte.



Sei un cittadino australiano con passaporto australiano, vorresti tornare al tuo Paese o hai paura di essere arrestato?

Sono un cittadino australiano e mi manca moltissimo il mio Paese, ma negli ultimi giorni il primo ministro australiano e il procuratore generale hanno fatto sapere che il mio ritorno è impossibile e che appoggeranno invece gli Stati Uniti nei loro attacchi a me e al mio sito. Questo mi  pone una domanda: cosa significa allora essere un cittadino australiano, assolutamente niente? O dobbiamo essere tutti trattati come David Hicks (NDR: un australiano fiancheggiatore dei talebani afgani, rinchiuso a Guantanamo e condannato con l’accordo del governo australiano), solo perché politici e diplomatici australiani possano essere invitati ai migliori cocktail party dell’ambasciata americana?

Come pensi di aver cambiato le questioni del mondo? E se tutta l’attenzione è ora su di te… non pensi che dovresti ringraziare la “talpa” o la fonte?



Negli ultimi quattro anni il nostro scopo è stato quello di dare il giusto rilievo alle persone che prendendosi rischi sono state le fonti delle nostre informazioni. Senza di loro ogni tentativo di giornalismo sarebbe stato inutile. Se fosse vero come dice il Pentagono che il soldato Brdaley Manning è stato la nostra fonte, allora lui sarebbe l’eroe, non io.

Cosa è successo a tutti gli altri documenti che erano su Wikileaks prima di questa serie di "megaleaks"? Li rimetterete online prima o poi ("difficoltà tecniche permettendo")?

Molti di questi documenti sono ancora disponibili all’indirizzo mirror.wikileaks.info e il resto lo renderemo ancora disponibile appena troviamo un momento per affrontare la complessità di programmazione. Dall’aprile di quest’anno, la nostra programmazione non è stata più nostra, ma piuttosto è stata centrata sulle mosse offensive contro di noi di componenti del governo degli Stati Uniti. Ma siate sicuri che sono molto scontento che tre anni e mezzo del lavoro mio e di altri non sia più a disposizione del largo pubblico. 

Tra i documenti che ti sono stati passati ce ne sono che hanno a che fare con l’argomento degli Ufo o degli extraterrestri?

Molta gente strana ci manda email sugli Ufo o su come hanno scoperto di essere l’Anticristo mentre parlavano con la loro ex moglie a un party in giardino. Tuttavia, finora non hanno corrisposto a due delle nostre regole per la pubblicazione:
– che i documenti non siano autoprodotti
– che siano originali.
Comunque, val la pena notare che nella parte dell’archivio ancora da pubblicare vi sono in effetti riferimenti agli Ufo.

Ti aspettavi un tale impatto su tutto il mondo? Hai paura per la tua sicurezza?

Sono sempre stato convinto che Wikileaks, come idea in sé, avrebbe avuto un impatto globale e, a un certo livello, è stato chiaro che sarebbe stato così da quando nel 2007 riuscì a cambiare il risultato delle elezioni keniane. Credevo ci sarebbero voluti due anni, invece di quattro, perché gli altri riconoscessero questo importante ruolo, così siamo ancora un po’ indietro rispetto alla nostra tempistica, e abbiamo ancora molto lavoro da fare. Le minacce alle nostre vite sono sotto gli occhi di tutti, comunque stiamo prendendo le debite precauzioni, quelle che si possono prendere quando hai a che fare con un super potere.

Avete già pubblicato, o pubblicherete, documenti con i nomi degli informatori afgani o qualcosa di simile? Siete disponibili a censurare (mi spiace usare questo termine) i nomi che pensate possano mettere persone a rischio di rappresaglie? A proposito, credo che la storia vi assolverà. Avete fatto bene!!!

WikiLeaks ha ormai una storia di quattro anni di pubblicazioni. Durante questo periodo non vi sono mai state cause credibili contro di noi, perfino da organizzazioni come il Pentagono, perché qualcuno è stato danneggiato dalle nostre rivelazioni. Questo malgrado numerosi tentativi di manipolazione per indurre la gente a conclusioni contrarie. Non ci aspettiamo una situazione diversa ora.

Il Dipartimento di Stato sta mettendo in discussione il fatto che voi siate giornalisti. Lo siete? Se si tratta di divulgare informazioni che qualcuno (o tutti) non vogliono vedere, ha importanza essere giornalisti?

Ho scritto come coautore il mio primo saggio a 25 anni. Mi sono occupato di documentari, quotidiani, TV e internet da allora. Non serve discutere se sono o meno un giornalista, o se i giornalisti smettono stranamente di essere tali non appena cominciano a scrivere per la nostra organizzazione. Anche se continuo a scrivere, ricercare, investigare, il mio ruolo è innanzitutto quello di editore e di redattore capo che organizza e dirige il lavoro di altri giornalisti.

Può spiegare la censura di identità nei documenti pubblicati con XXXXX’s? Alcune identità critiche sono lasciate come sono, mentre altre sono identificate come XXXXX’d. Alcuni documenti sono rivelati parzialmente. Chi può prendere tali decisioni così cruciali se non il governo americano? Per quello che si sa la sua richiesta di aiuto in tal senso è stata rifiutata dal Dipartimento di Stato. E poi: c’è un ordine particolare nella pubblicazione dei documenti o vengono pubblicati a caso?

I documenti che abbiamo pubblicato corrispondono alle storie pubblicate dai nostri media partner e da noi stessi. Sono state redatte dai giornalisti che lavorano su queste storie, perché devono conoscere bene gli argomenti per essere in grado di scriverne. I risultati vengono poi rivisti almeno da un altro giornalista o capo redattore, e revisioniamo il materiale inviato da altre organizzazioni per essere sicuri che tutto funzioni.

Per quanto sia fastidioso, l’attacco DDoS (un attacco informatico) vi ha fatto pubblicità e, se non altro, ha aumentato la vostra credibilità. Così anche essere sbattuti fuori dall’AWS. E’ d’accordo con quello che dico? Lo avevate previsto? Grazie per quanto state facendo.

Dal 2007 stiamo sistemando alcuni dei nostri server in organismi che riteniamo soffrano di mancanza di libertà di espressione, in modo da separare la vuota retorica dalla realtà. Amazon è stato uno di questi casi.

Tom Flanagan, già consigliere del Primo ministro canadese, ha detto che “credo che Assange debba essere assassinato, credo che Obama debba emettere un mandato, non mi sentirei infelice se Assange dovesse scomparire”. Come si sente a questo proposito?

E’ vero, Flanagan e altri che danno questi giudizi dovrebbero essere accusati di incitamento all’omicidio.

Sono un ex diplomatico britannico. Nelle mie passate funzioni, ho concorso a coordinare azioni multilaterali contro un brutale regime nei Balcani, a imporre sanzioni a uno Stato che minacciava la pulizia etnica e a negoziare programmi di aiuti per una nazione povera. Nessuna di queste azioni sarebbe stata possibile senza la sicurezza e segretezza della corrispondenza diplomatica e senza la proibizione di pubblicazione secondo le leggi del Regno Unito e di altri Stati democratici. Un’ambasciata che non potesse comunicare in sicurezza con Londra sarebbe un’ ambasciata che non poterebbe funzionare. La diplomazia non può operare senza discrezione e copertura delle fonti. Questo vale per il regno Unito, per le Nazioni Unite tanto quanto per gli USA. Pubblicando una tale massa di corrispondenza, Wikileaks non mette in evidenza specifici casi di malaffare, ma sta minando l’intero processo diplomatico. Se potete pubblicare documenti inglesi, potete pubblicare anche quelli delle Nazioni Unite e degli Stati Uniti. La mia domanda è: perché non dovremmo ritenerla responsabile quando la prossima crisi internazionale non potrà essere risolta perché la diplomazia non può funzionare.

Se riduce il suo lungo editoriale alla domanda che vuole effettivamente porre, sarò lieto di rispondere.

Perché credi sia stato necessario dare un volto a Wikileaks? Non pensi sarebbe stato meglio se foste rimasti anonimi? L’intero dibattito sta diventando molto personale e tutto ridotto a te: Julian Assange ha mandato in giro dei documenti; Assange è un terrorista; Assange ha stuprato una donna; Assange dovrebbe essere assassinato. Nessuno parla più di Wikileaks come organizzazione. Molti non capiscono neanche che ci sono altre persone che lavorano su Wikileaks. E questo secondo me rende Wikileaks vulnerabile, perché permette ai vostri oppositori attacchi mirati. Se convincono la gente che tu sei un malvagio stupratore terrorista, allora la credibilità di Wikileaks sarà perduta. E poi, con tutto il rispetto per il tuo lavoro, credo sia ingiusto nei confronti degli altri coraggiosi che lavorano a Wikileaks.

E’ una domanda interessante. Inizialmente ho voluto davvero che Wikileaks fosse senza volto, perché volevo che nessun personalismo avesse parte in questa attività. Ciò seguendo la tradizione dei francesi matematici anonimi che scrivevano sotto il nome collettivo The Bourbaki. Ma questo ha portato a una curiosità crescente su chi fosse coinvolto veramente, con gente estranea che pretendeva di rappresentarci. Alla fine, ci deve essere un responsabile di fronte al pubblico, e solo una leadership che decide di essere pubblicamente coraggiosa può sostenere credibilmente che le fonti assumono rischi per un bene più grande. In questo modo sono diventato il punto di riferimento. Mi prendo immeritate accuse per ogni aspetto della mia vita, ma mi prendo anche immeritate lodi, in una sorta di bilanciamento.

Lei ha cominciato qualcosa che nessuno può più fermare. L’Inizio di un Nuovo Mondo. Si ricordi che ha dietro di sé la società che la sostiene (dalla Slovacchia). Ha documentazione su ACTA?

Sì, Abbiamo documenti su Anti-Counterfeiting Trade Agreement (Accordo Commerciale sulla Contraffazione), il cavallo di Troia progettato fin dall’inizio per soddisfare i grandi dell’industria americana del diritto di autore e delle licenze. Infatti, fu Wikileaks il primo ad attrarre l’attenzione dl pubblico su ACTA, con una fuga di notizie.

Quello che lei sta facendo si può considerare invincibile? Tecnicamente, lei può continuare a nascondersi e riapparire, quando server e provider sono direttamente o indirettamente sotto il controllo governativo o comunque vulnerabili, come Amazon? E se lei venisse “beccato” tecnicamente, non necessariamente fisicamente, quali sarebbero le alternative? C’è una seconda linea di attivisti che potrebbero prendere il vostro posto? Il suo materiale disperso tra tante fonti così che essere beccati non costituisca la fine di tutto?

L’archivio del Cable Gate, così come altro materiale dagli USA e da altri Paesi, è stato suddiviso tra 100mila persone diverse in forma criptata. Se ci succedesse qualcosa, ne verrebbero automaticamente diffuse le parti essenziali. In più il Cable Gate è in mano a diverse organizzazioni, La storia vincerà. Il mondo diventerà un posto migliore. Sopravvivremo? Questo dipende da voi.
I governi occidentali affermano di avere autorità morale in parte dal fatto che offrono garanzie giuridiche alla libertà di stampa.

La minaccia di sanzioni nei confronti suoi e di Wikileaks sembrano indebolire questa pretesa. (Quale stampa deve essere protetta, se non quella che non è gradita allo Stato? Se essere approvati dallo Stato è il test per essere un mezzo di comunicazione e avere, quindi, diritto alla libertà di stampa, la situazione negli Stati autoritari e in Occidente sembra essere la stessa). E’ d’accordo che i governi occidentali rischiano di perdere autorità morale attaccando Wikileaks? Lei pensa, tanto per cominciare, che i governi occidentali abbiano autorità morale?

L’Occidente controlla le sue relazioni di potere attraverso una rete di contratti, prestiti, partecipazioni, gruppi bancari e così via. In un ambiente di questo tipo, è facile parlare “liberamente”, perché i cambiamenti politici non hanno nessun effetto su questa trama di rapporti fondamentali. La parola in Occidente, dato che raramente colpisce veramente il potere, è libera, come lo sono gli uccelli. In Stati come la Cina c’è una severa censura perché la parola ha ancora un potere e il potere è spaventato dalla libertà di parola.  Dobbiamo sempre vedere la censura come un segnale economico che rivela il potere potenziale della parola in quel sistema. Gli attacchi contro di noi degli USA indicano una grande speranza, di una parola abbastanza potente da rompere il blocco del controllo.