L’assoluzione di Asia Bibi dall’accusa di blasfemia ha comportato la cancellazione da parte della Corte suprema della tanto temuta condanna a morte. La donna cristiana è già stata scarcerata ed è ora libera: sarà trasferita in una località segreta fuori dal Pakistan. Certamente però, il caso ha fatto particolarmente discutere sollevando diverse proteste e violenze sia all’interno che all’esterno del Paese. Il partito Tlp rappresentante dei musulmani sunniti ha organizzato una serie di manifestazioni per protestare contro l’assoluzione di Asia Bibi. Le proteste sono state tali da aver provocato la chiusura di strade principali invadendo l’area attorno al Parlamento, alla Corte suprema ed alle ambasciate. Le manifestazioni sono andate avanti in diverse zone del Paese guidate dagli attivisti del Tpl con la collaborazione anche di altri partiti di ispirazione islamica che hanno condannato fortemente l’azione della donna, nonostante gli appelli del premier a mantenere la pace. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



“LIBERATA PRESTO E TRASFERITA CON LA FAMIGLIA”

Intervistato dall’AgenSir, Paul Bhatti si dice felicissimo per la condanna mancata ad Asia Bibi e comunica come molto a breve la donna cristiana accusata ingiustamente di blasfemia potrebbe essere liberata e subito trasferita: «potrebbe essere liberata nelle prossime ore, ora bisogna vedere in che modalità, sicuramente portandola in un luogo sicuro insieme alla famiglia». Medico e fratello di Shabbaz Bhatti, il Ministro ucciso nel 2011 proprio per aver difeso l’istanza di Asia Bibi, non è mai mancato l’appoggio, la preghiera e il sostegno per la famiglia della donna incarcerata dal Pakistan estremista: «Grande speranza e soddisfazione ma soprattutto stima e ammirazione per il coraggio dei giudici», è quanto racconta ancora il fratello di uno dei martiri assassinati per la sua semplice fede. «Ho detto alla nunziatura che siamo disponibili ad accogliere lei e la sua famiglia, in Canada, in Italia o Inghilterra ma non sono stato incaricato direttamente di seguirli perché ci hanno detto che si potrebbero creare grossi problemi, a causa del legame con mio fratello», spiega ancora Paul Bhatti.



LA FIGLIA: “LE PREGHIERE SONO STATE ASCOLTATE”

La figlia minore di Asia Bibi, Eisham Ashiq, parla ad “Aiuto alla Chiesa che Soffre” e scoppia in lacrime dopo l’assoluzione comminata dai giudici del Pakistan: «Non vedo l’ora di riabbracciare mia madre. Finalmente le nostre preghiere sono state ascoltate!». Una mamma che ha passato di fatto gran parte della sua vita in carcere e che non ha potuto assistere alla crescita della giovane Eisham, condannata per un fatto assurdo e ora in pericolo anche dopo esser stata scagionata da ogni accusa: eppure, la forza della fede e di quella famiglia non diminuisce, anzi. «È la notizia più bella che potessimo ricevere – spiega invece il marito di Asia, Ashiq Masih – è stato difficilissimo in questi anni stare lontano da mia moglie e saperla in quelle terribili condizioni». Tutti sono però convinti di una cosa: «Ora finalmente la nostra famiglia si riunirà, anche se purtroppo dubito che potremo rimanere in Pakistan». Le minacce infatti proseguono e per tutti i famigliari di Asia Bibi vivere in terra pachistana, se già prima fosse difficile, ora sembra quasi impossibile. (agg. di Niccolò Magnani)



ESULTA LA SOCIETÀ CIVILE

Il leader di Tlp ha richiesto a tutta la base del partito di promuovere nuove proteste con il supporto di altri partiti e associazioni di ispirazioni islamica contro la decisione che da oggi in poi vedrà Asia Bibi libera e scarcerata dal Pakistan. Il leader Khadim Rizvi è stato chiarissimo, la decisione in favore della donna cristiana è un’offesa e una continua blasfemia contro i Testi Sacri e per questo chiunque legato a questa assoluzione (Corte Suprema ma anche Governo e attivisti civili) dovrebbero essere puniti. Secondo il Presidente del Movimento interreligioso per la tolleranza, Samson Salamat, «La decisione della Corte suprema in favore di Asia Bibi è la prova che la legge sulla blasfemia viene usata contro le minoranze religiose per risolvere dispute personali» spiega ad Asia News. Non solo, sempre Salamat sottolinea «La cosa triste è che non potrà mai vivere nella sua madrepatria a causa delle minacce di morte. Inoltre la vicenda non finisce qui, perché tutta la comunità cristiana è sotto livelli estremi di minaccia, per la vita, i luoghi di culto e le proprietà. Tutto è in pericolo e c’è bisogno di uno Stato che faccia rispettare il suo ruolo e la legge». (agg. di Niccolò Magnani)

ISLAMISTI MINACCIANO “MORTE AI GIUDICI”

L’avevano giurata e ora intendono mantenere la “parola” – sarebbe meglio dire “minaccia” – data: dopo che la Corte Suprema ha assolto Asia Bibi, le piazze in Pakistan si sono subito riempite dei tantissimi islamisti radicali che contestano quelle parole considerate abominevoli per loro, «La tolleranza è il principio fondamentale dell’Islam» profezie dal giudice Saqib Nisar. I fondamentalisti ora manifestano in piazza tanto a Islamabad quanto a Peshawar urlando «morte ai giudici»: centinaia di fedeli del Tlp (il noto partito radicale assai diffuso) hanno bloccato la strada principale che collega Rawalpindi alla capitale. La famiglia di Asia Bibi fa sapere, tramite ACS Saif ul-Malook (capo degli avvocati della difesa) «Abbiamo molta paura di quanto potrà succedere. In questo paese ci sono molti fondamentalisti». Secondo quanto raccolto da Repubblica questa mattina, la giovane contadina cristiana potrebbe essere trasferita immediatamente dopo la scarcerazione, assieme alla famiglia, in Canada che si è già offerta di darle protezione. (agg. di Niccolò Magnani)

SI TEMONO SCONTRI PAKISTAN

Come si temeva nelle scorse settimane, in attesa del verdetto su Asia Bibi, il rischio fortissimo per il Pakistan ora la conseguenza di una sentenza tanto cruciale quanto storica: a Islamabad l’esercito è schierato davanti agli edifici istituzionali perché si rischiano pesanti ritorsioni delle ali più radicali del Paese contro il Governo e i giudici della Corte Suprema che hanno emesso il verdetto a favore della contadina cristiana. Come spiega bene il Giornale, diverse imponenti misure di sicurezza sono state adottate anche in altre province e nelle principali città pakistane come Lahore e Peshawar. Va ricordato che chi finora in Pakistan ha difeso pubblicamente la causa della donna accusata assurdamente di blasfemia, è stato assassinato: prima l’ex governatore del Punjab, Salman Taseer nel 2011 e poi il Ministro cristiano per le Minoranze, Shahbaz Bhatti, ucciso sulla soglia di casa perché aveva chiesto di impugnare la legislazione contro la blasfemia. Sono ore di notevole tensione, come purtroppo previsto, dove una verità storica, religiosa e giusta, rischia seriamente di portare conseguenze gravissime: la speranza è che l’Occidente non lasci solo quel popolo, quel Governo e soprattutto quella coraggiosa donna che finalmente dopo un’eternità potrà rivedere la luce del sole e riabbracciare la sua famiglia. (agg. di Niccolò Magnani)

ASIA BIBI ASSOLTA DA CONDANNA A MORTE

Giungono buone notizie dal Pakistan dove la Corte Suprema ha deciso di assolvere Asia Bibi, donna cristiana accusata e condannata a morte nel 2010 per il reato di blasfemia. Il giudice che ha emesso il verdetto, Saqib Nisarleggendo, ha spiegato che l’imputata “E’ assolta da tutte le accuse”, aggiungendo che la stessa sarebbe stata rilasciata con effetto immediato. Una vicenda che aveva toccato da vicino la popolazione mondiale, e a cui i media internazionali avevano dato ampio risalto. In Pakistan esiste una delle leggi più dure sulla blasfemia, introdotta semplicemente per proteggere l’islam, la religione di stato, e nel contempo, usata dalle varie organizzazioni non governative per perseguitare le minoranze religiose, come ricorda Repubblica.

62 PERSONE CONDANNATE A MORTE DAL 1990

A causa di questa normativa rigidissima, 62 persone sono state condannate a morte, e uccise, dal 1990 ad oggi, tutte accusate del reato di blasfemia. Bibi era la più famosa al mondo fra quelli rinchiusi nel braccio della morte, ma lei si è sempre proferita innocente. La donna era stata incriminata per una motivazione ai limiti della follia: nel 2010 aveva avuto un acceso diverbio con alcune lavoratrici in un frutteto nel Punjab; Asia Bibi avrebbe bevuto dell’acqua da un pozzo a lei proibito in quanto “infedele cristiana, quindi impura”. Lei avrebbe replicato: “Credo nella mia religione e in Gesù Cristo, morto sulla croce per i peccati dell’umanità. Cosa ha mai fatto il vostro profeta Maometto per salvare l’umanità?”. Per tali frasi venne condannata a morte.