Respingono al mittente ogni accusa i russi in merito agli attacchi hacker all’Opac de L’Aia, in Olanda, avvenuti pochi mesi fa. Secondo Mosca si tratta di accuse infondate, una sorta di accerchiamento del blocco atlantico che puzza di Guerra Fredda. Eppure, le prove in merito all’attacco da parte dei 4 cittadini russi poi espulsi sono diverse, tutte elencate in una conferenza stampa tenuta dall’intelligence orange, resa pubblica proprio con l’obiettivo di mettere pressione al Gru, i servizi militari segreti russi. Le autorità de L’Aia hanno trovato telefoni, sistemi elettronici, computer, documenti, denaro e un sacchetto di plastica con all’interno le bibite consumate durante l’osservazione dei vari edifici nel mirino. Sono poi venute alla luce ricevute dei taxi dei vari spostamenti effettuati nella zona del Gru a Mosca, nonché un telefono che si è attivato sempre nella stessa zona della capitale russa. Altri indizi sono emersi nei computer analizzati, in merito ad attacchi portati a termine in altri paesi. Insomma, tutto fa pensare che l’hackeraggio dei russi sia realmente avvenuto. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



TANTI OBIETTIVI NEL MIRINO DEGLI HACKER

Non solo l’OPAC nel mirino dei pirati informatici del Gru: secondo gli Usa tra gli obiettivi degli hacker russi sarebbero finiti anche il Cio (Comitato Olimpico Internazionale), la FIFA e le agenzie statunitense e mondiale antidoping. Le operazioni loro addebitate dagli Stati Uniti si riferiscono al periodo compreso tra dicembre 2014 e maggio 2018. Alcune di queste sarebbero state mirate a contraffare dei documenti con cui l’Agenzia mondiale antidoping denunciava il sistema russo, al fine fornire alla stampa una versione dei fatti edulcorata e favorevole a Mosca. Come riportato da Euronews, il Procuratore federale Scott Brady ha aggiunto:”Tra i loro obiettivi c’erano anche Westinghouse, una compagnia con sede a Pittsburgh, in Pennsylvania, che tra gli altri forniva energia nucleare all’Ucraina, e l’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche, che sta indagando sul loro impiego in Siria e sull’avvelenamento dell’ex agente russo Skripal e di sua figlia, nel Regno Unito”. (agg. di Dario D’Angelo)



DOWNING STREET CONTRO IL CREMLINO

Secondo Downing Street, l’agenzia britannica di supervisione degli attacchi informatici, British National Cybersecurity Center, Ncsc, ha stabilito un nesso evidente tra l’intelligence russa e diversi cyber-attack. Sotto accusa il GRU della Russia che secondo il premier inglese svolge “inaccettabili attività informatiche di spionaggio e cyber attacchi”. I 4 agenti russi espulsi ieri viaggiavano con passaporti diplomatici e entrarono in Olanda giusto un mese dall’attacco di Salisbury in Inghilterra. Un loro computer portatile era collegato con il Brasile, la Svizzera e la Malesia (Agg. Paolo Vites)



NUOVA GUERRA FREDDA

Se non si tratta di una nuova Guerra Fredda, poco ci manca. Il blocco occidentale ha di fatto accusato compatto la Russia, di continua attacchi informatici. Nelle ultime ore sono giunte accusa da parte di Stati Uniti, Canada, Australia e Inghilterra, che hanno puntato il dito contro Mosca per hackeraggio e varie azioni di spionaggio. Il ministro della difesa britannico, Gavin Williamson, ha definito la Russia «uno Stato pariah» e che il caso Skripal non è stato l’unico evento, mentre il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg ha invitato Mosca «a cessare il suo comportamento irresponsabile». Il problema è stato attenzionato anche dall’Unione Europea, con il presidente del consiglio, Donald Tusk, che ha annunciato il vista del vertice del 18 ottobre di mettere la “cybersicurezza in agenda”. Accuse che ovviamente vengono respinte a spada tratta da Mosca, con la portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, che ha spiegato: Hanno mescolato tutto in una bottiglia: Gru, spie cibernetiche, hacker del Cremlino e Wada. Questa è solo una diabolica miscela di profumo». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

ANCHE LA CINA SOTTO ACCUSA

Cyberattacchi da Mosca: questa l’accusa dell’Olanda, che ha espulso quattro presunti agenti russi. Le spie sono state pizzicate con sofisticati equipaggiamenti spionistici in una stanza d’albergo a pochi passi dall’OPAC. Il controspionaggio olandese ha illustrato l’operazione che ha portato all’espulsione dei presunti quattro agenti russi, arrivati lo scorso 10 aprile come sottolineato da Rai 2: avevano pianificato anche un viaggio in Svizzera, dove l’Opac analizza i campioni per stabilire l’eventuale impiego per armi chimiche. I chimici dell’Opac al tempo lavoravano sull’utilizzo di armi chimiche in Siria, sull’avvelenamento di Skripal abbattimento nel 2014 dell’aereo in Ucraina. Ma non è finita qui parlando di spionaggio: secondo quanto riportato dal giornale Bloomberg, la Cina spiava almeno trenta tra aziende e agenzie governative americane. Attesi nuovi aggiornamenti sulla vicenda… (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

“PRONTE NUOVE SANZIONI”

Non solo l’Olanda, ma anche gli Stati Uniti e il Canada, oltre ovviamente al Regno Unito (leggasi caso Skripal), puntano il dito contro le spie russe, colpevoli di aver portato a termine attentati o intrusioni informatiche al di fuori dei confini nazionali. Nelle ultime ore sono aumentate le accuse verso i militari del Gru, e Mosca si è sentita in dovere di replicare. Il ministero degli esteri, attraverso una nota ufficiale, sostiene che «la mania occidentale per le spie sta accelerando». Nei confronti degli inglesi, invece, l’ambasciata russa di stanza a Londra ha spiegato che «la dichiarazione britannica è scriteriata e rientra in una campagna anti-russa del governo britannico». Le parole nei confronti degli inglesi giungono a seguito della dichiarazione congiunta fra il primo ministro britannico Theresa May, e il collega olandese Mark Ruffle, che hanno sottolineato «il disprezzo del GRU per i valori e le norme globali che garantiscono la nostra sicurezza». A rincarare la dose ci ha pensato il ministro degli Esteri britannico Jeremy Hunt, che si dice pronto a discutere ulteriori sanzioni contro i russi: pronta una nuova guerra diplomatica (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

ANCHE USA E REGNO UNITO ACCUSANO MOSCA

Non solo l’Olanda, ora anche Usa e Regno Unito accusano (e non per la prima volta) il Cremlino di attacchi hacker su larga scala: dopo il caso Opac, il dipartimento di giustizia Usa ha incriminato sette appartenenti all’intelligence militare russa (sempre i Gru) per cyber attacchi ad agenzie anti doping ed altre organizzazioni. Tra l’altro 3 di quelle 7 spie erano già state messe nel mirino dalle indagini del procuratore Rober Mueller nel celebre affaire Russiagate; in Regno Unito invece accusano, sulla stessa scia di Amsterdam, la Russia di condurre una cyber-campagna globale «per minare le democrazie, a partire dal tentativo di colpire l’organismo delle Nazioni Unite che, dalla primavera scorsa, è coinvolto nell’analisi dell’avvelenamento di Serghej Skripal». (agg. di Niccolò Magnani)

OLANDA ESPELLE 4 SPIE RUSSE

L’Olanda ha espulso quattro cittadini russi, accusati di aver organizzato un attacco informato nei confronti dell’Opac de L’Aia, l’Organizzazione per la prevenzione delle armi chimiche. Stando alle accuse delle autorità olandesi, l’attacco hacker sarebbe stato organizzato dal Gru, la temutissima intelligence militare russa, considerata responsabile di altri attacchi sospetti in passato. Un caso decisamente particolare visto che l’Opac è l’organizzazione che sta indagando sul tentato omicidio dell’ex spia russa Sergei Skripal, avvenuto a marzo, di cui sono accusati proprio i militari di Mosca.

HACKER IDENTIFICATI

Gli hacker sono stati identificati, leggasi Alexei Morenetz e Yevgeny Serebriakov, con gli agenti di appoggio Oleg Sotnikov e Alexei Minin. Secondo le autorità orange, i quattro fanno parte dell’unità 261655 del Gru, conosciuta anche con il nome di APT 28, dedita proprio alle operazioni informatiche a livello internazionale. I quattro avrebbero agito durante lo scorso mese di aprile, riuscendo ad entrare nella rete wifi dell’Opac, posizionandosi presso l’hotel Marriot a L’Aia. Una volta scoperti hanno cercato di distruggere ogni prova, senza però riuscirci del tutto e alla fine le autorità li hanno beccati ed espulsi.