Non ci sarà, probabilmente, bisogno di nuove elezioni o di una resistenza armata per liberarsi del peggiore e più sanguinario dittatore attuale, il presidente filippino Rodrigo Duterte. Il suo regime di terrore con esecuzioni di massa di presunti spacciatori di droga e di attacchi contro la Chiesa locale e i contadini infatti potrebbe finire presto con la sua morte, da lui stesso annunciata. Il presidente filippino in conferenza stampa ha annunciato di essersi sottoposto a esami con una endoscopia e una colonscopia, e che gli è stato consigliato di ripeterli per verificare eventuali anomalie del tratto dirigente e del colon.
IL CANCRO DEL DITTATORE DUTERTE
“Devo solo aspettare i risultati ma se è cancro, è il cancro. Qualora la malattia fosse a uno stadio troppo avanzato ed incurabile non prolungherò l’agonia né in questo ufficio né altrove”. Dunque dimissioni e poi lasciarsi morire, magari effettuando l’eutanasia. Non ci sarebbe da meravigliarsi conoscendo il totale disprezzo per la vita dimostrato da Duterte. 73 anni. In carica dal 30 giugno 2016, in patria è conosciuto con il soprannome di Il Castigatore, da giovane aveva fatto parte del locale Partito comunista.