Romania al voto per il referendum che propone l’abolizione delle nozze gay: da una parte troviamo le comunità Lgbt, sostenute da Amnesty International e dalle istituzioni dell’Unione Europea, dall’altra la Chiesa ortodossa e la Coalizione per la famiglia (formato da più di quaranta gruppi religiosi e conservatori), oltre che quasi tutte le forze politiche compresi il partito socialdemocratico (forza di governo) e il partito socialista. Sulla consultazione elettorale, con urne aperte sia oggi che domani, si è espresso anche il vicepresidente della Commissione Europea Franz Timmermans: “Sono preoccupato che i valori della famiglia vengano trasformati in argomenti che incoraggiano i demoni più oscuri e l’odio contro le minoranze sessuali. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



IRA ASSOCIAZIONI LGBT

Urne aperte due giorni in Romania per votare il referendum per abolire le nozze gay: i cittadini dovranno pronunciarsi sulla ridefinizione del matrimonio liberamente contratto come matrimonio “liberamente contratto tra un uomo e una donna”. Promossa dalla Coalizione per la famiglia, l’iniziativa di modifica dell’articolo 48 della Costituzione riunisce più organizzazioni cristiane, raccogliendo anche tre milioni di firme. E non mancano le polemiche, con le associazioni Lgbt furiosa sia per la proposta referendaria che per lo spreco di denaro della consultazione indetta per due giorni. Ricordiamo che in Romania non sono riconosciute neanche le unioni civili: resta l’incognita legata all’affluenza, sarà necessario il quorum del 30 per cento degli elettori iscritti sulle liste, con il 25 per cento dei voti espressi in modo valido. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



REFERENDUM PER ABOLIRE NOZZE GAY

Circa 19 milioni di cittadini rumeni sono chiamati a votare oggi 6 e domani 7 ottobre per esprimere il loro punto di vista nel referendum contro i matrimoni gay. La chiamata alle urne è stata voluta dalla sinistra di governo che proporrà al popolo di cambiare la definizione di matrimonio: al momento, infatti, esso può essere contratto tra ‘coniugi’ mentre l’obiettivo del referendum è di renderlo possibile solo ‘tra un uomo e la donna’. Per convalidare la votazione deve essere raggiunta la soglia del 30%, motivo per cui la maggioranza socialdemocratica (PSD) ha deciso di lasciare i seggi elettorali aperti per due giorni. La percentuale della partecipazione resta la vera incognita, mentre non sembrano esserci dubbi sulla vittoria del sì che, stando ai sondaggi dovrebbe essere raggiunto dal 90% dei votanti. Una bassa affluenza alle urne sarebbe vista come una nuova battura d’arresto per i socialdemocratici che hanno portato avanti questa campagna a fianco di alti prelati ortodossi.



LA ROMANIA AL VOTO

Su iniziativa di una organizzazione conservatrice, tre milioni di cittadini romeni hanno firmato una petizione con la richiesta di emendare la Costituzione contro il matrimonio omosessuale. Il referendum per l’abolizione delle nozze gay è stato approvato nelle scorse settimane dal Senato e successivamente dalla Corte costituzionale ha dato il suo via libera. Saranno quindi circa 19 milioni i cittadini chiamati al voto, anche se si teme la scarsa affluenza alle urne. Proprio sul boicottaggio, e il mancato raggiungimento del 30% dei votanti, punta infatti l’opposizione che sta portando avanti una campagna proprio per convincere i romeni a non recarsi al voto. Dopo i numerosi provvedimenti presi in vari paesi europei a favore delle nozze gay, sarebbe questo il primo passo indietro nella lotta a favore dei diritti per la società arcobaleno.