Scomparso, ma per opera delle autorità cinesi. Da quello che trapela dai media cinesi Meng Hongwei sarebbe stato fermato appena giunto in Cina e incarcerato in un luogo sconosciuto. Secondo la moglie, il marito le ha inviato, prima della scomparsa, un coltello Imoji, un segnale per farle sapere che si sentiva in pericolo. La donna e la figlia sono attualmente sotto protezione da parte della Francia che ha aperto una inchiesta sul caso, perché avrebbero ricevuto minacce. Sul caso l’Interpol ha chiesto a Pechino chiarimenti: “La Francia è perplessa sulla situazione del presidente dell’Interpol e preoccupata per le minacce rivolte a sua moglie” (Agg. Paolo Vites)



IL CASO MENG HONGWEI

Il giallo sulla scomparsa di Meng Hongwei è stato risolto? La risposta è no. Ma forse è più vicina una soluzione rispetto alla misteriosa sparizione dell’ormai ex capo dell’Interpol, fresco di dimissioni in una lettera inviata all’organizzazione da lui presieduta fino a ieri sera. Come riportato dall’Ansa, Meng Hongwei è infatti sotto indagine in Cina per aver “intascato tangenti” ed è sospettato di aver “violato le leggi”. Vice ministro della Pubblica sicurezza cinese, l’ex numero uno dell’Interpol è finito nel mirino della Commissione nazionale di Supervisione, la più alta agenzia anticorruzione della Repubblica popolare introdotta appena lo scorso marzo. Con un dispaccio di poche righe diffuso sui media ufficiali intorno alla mezzanotte, Pechino ha dunque svelato qualcosa di più sulle sorti di Meng, “sparito” ufficialmente il 29 settembre dopo essersi imbarcato su un aereo per rientrare in Cina.



IMBARAZZO PECHINO

La vicenda che vede protagonista Meng Hongwei rappresenta senza dubbio una brutta gatta da pelare per il governo di Pechino. In primis perché l’ex presidente dell’Interpol è dal 2004 vice ministro della Pubblica sicurezza cinese – e dunque si tratta di un funzionario di alto livello – in secondo luogo perché il 64enne era di fatto il primo cinese a salire alla presidenza dell’Interpol. Non possono passare inosservate le modalità oscure con cui Pechino ha deciso di trattare la vicenda, ancora di più se si considera che la decisione di “prelevare” Meng difficilmente non è stata autorizzata dal Partito Comunista Cinese e dai vertici del governo: in entrambi i casi dal “plenipotenziario” Xi Jinping. Intanto dal canto suo l’Interpol ha confermato di aver ricevuto la lettera di dimissioni di Meng: la carica di presidente, almeno temporaneamente, verrà ricoperta dal vice presidente del comitato esecutivo, il sudcoreano Kim Jing Yang.