Nel giorno in cui il Presidente della Nord Corea invita ufficialmente Papa Francesco a Pyongyang, giunge notizia altrettanto ufficiale della visita che Moon Jae-in, leader della Sud Corea, terrà in Vaticano il prossimo 18 ottobre. Il cattolico presidente di Seul – come riferisce il portavoce della “Casa Blu”, palazzo istituzionale – «informerà Francesco del fatto che il leader nordcoreano Kim Jong-un, durante il terzo vertice Nord-Sud del settembre scorso, ha invitato il Pontefice a visitare Pyongyang dicendosi pronto “ad accoglierlo ardentemente”». Il vescovo Lazzaro You Heung-sik, che guida la diocesi di Daejeon ed è a capo della “Commissione per la società” nella Conferenza episcopale, ha spiegato a Vatican Insider «Due anni fa abbiamo vissuto il cambio di governo. Il presidente Moon ha fatto di tutto per evitare la guerra in Corea e ha creduto fortemente in un cambiamento, fra lo scetticismo generale. Ora vediamo che il processo di pace va avanti e speriamo che si realizzi ben presto». (agg. di Niccolò Magnani)



LA CHIESA, “PER MIGLIORARE RELAZIONI CON LA SANTA SEDE”

Il dittatore della Nord Corea, Kim Jong-un, ha invitato Papa Francesco a Pyongyang. L’invito ufficiale arriverà nei prossimi giorni, dopo che Kim incontrerà il Papa nello stato del Vaticano. Le prime reazioni giunte sono da parte della chiesa della Corea, che ha accolto l’invito del leader nordcoreano con tali parole: «Con cuore fortemente gioioso». Le dichiarazioni sono del monsignor Hyginus Kim Hee-Joong, presidente della Conferenza episcopale coreana: «Approfittando di questa occasione – ha aggiunto e concluso – noi speriamo nel miglioramento delle relazioni tra la Santa Sede e la Corea del Nord. La Chiesa in Corea pregherà continuamente per lo stabilimento di una pace più perfetta». Di certo una notizia che ha sorpreso molti, ma che prosegue quel percorso di “redenzione” che lo stesso Kim ha iniziato negli ultimi mesi, come confermato dai molteplici incontri con Stati Uniti e Corea del Sud. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



PROSEGUE IL PERCORSO DI PACE

Nuova mossa di pace da parte del dittatore della Corea del Nord, Kim Jung-on. Come ha annunciato l’agenzia di stampa nazionale, Yonhap, durante il prossimo incontro in Vaticano del 17-18 ottobre, il nordcoreano chiederà a Papa Francesco di raggiungerlo a Pyongyang. Come fa sapere l’agenzia “riferirà l’invito di Kim a Papa Francesco quando lo incontrerà”, e il dittatore chiederà al Pontefice la benedizione e il supporto in favore di pace e stabilità nella penisola coreana. Negli ultimi mesi Kim Jung-on ha avviato un dialogo con il sud e con gli Stati Uniti. In particolare, ha incontrato per ben due volte Moon, il presidente della nazione confinante, con l’obiettivo di deporre l’ascia di guerra dopo decenni, e di iniziare un percorso di pace che possa portare al disarmo nucleare totale. A conferma di ciò, la promessa di Kim a Moon di visitare Seul nel prossimo futuro: non accade dal 1945 che un nordcoreano ci mette piede. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



KIM CHIAMA IL PAPA

Invito a sorpresa da parte del dittatore nord coreano Kim Jong-un, ormai impegnatissimo a darsi una rappresentatività internazionale come presidente modello. Dopo aver iniziato trattative di pace con gli Stati Uniti e la Corea del Sud, cosa che solo un anno fa nessuno al mondo avrebbe mai creduto, adesso Kim Jong-un spara davvero in alto e invita Papa Francesco nel suo paese. “Il presidente Kim ha detto che accoglierà con grande calore il papa se visiterà Pyongyang” scrive oggi un’agenzia di stampa sudcoreana citando il portavoce ufficiale del leader nordcoreano.

L’INVITO DURANTE IL VIAGGIO IN VATICANO

In occasione del prossimo viaggio il 17 e 18 ottobre il presidente sudcoreano visiterà il Vaticano e porterà al Papa il messaggio di invito del suo collega del Nord. Ci si domanda se nel corso dell’ipotetica visita, Kim Jong-un accompagnerà Bergoglio presso i lager di cui è pieno il suo paese e dove sono rinchiusi, fra i vari prigionieri, migliaia di cristiani condannati per la loro fede, e se mostrerà anche i cittadini che sopravvivono a stento alla fame mentre lui costruisce armi nucleari e vive nel lusso. Una visita ovviamente improponibile che conferma il delirio di grandezza di uno dei dittatori più sanguinari della storia moderna.