È debole, molto debole il “cessate il fuoco” lanciato dai palestinesi e infatti già non confermato da Israele: dopo oltre 400 razzi lanciati dalla Striscia di Gaza verso Israele, il comando unificato delle fazioni palestinesi ha annunciato questo pomeriggio il «raggiungimento di un accordo sulla tregua, con la mediazione egiziana. Ma Israele non ha ancora definito la sua adesione», riporta Repubblica con fonti locali palestinesi. Il rischio di una nuova operazione di guerra su vasta scala è assai alto e per questo motivo inizia a “smuoversi” l’Onu: Bolivia e Kuwait hanno chiesto una riunione urgente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per provare ad affrontare il processo di pace in Medio Oriente. Il coordinatore speciale dell’Onu, Nickolay Mladenov, ha spiegato allarmato dal Palazzo di Vetro che «l’escalation delle ultime 24 ore è estremamente pericolosa e il lancio di razzi deve fermarsi». (agg. di Niccolò Magnani)
ISRAELE PREPARA OPERAZIONE SU LARGA SCALA
Sembra destinata ad esplodere definitivamente la situazione sulla striscia di Gaza dopo le tensioni sfociate da ieri in lanci di missili tra fazioni palestinesi e raid israeliano. Come riportato dal Times of Israel, proprio lo Stato Ebraico avrebbe richiamato i riservisti (cioè quei militari in congedo che possono essere richiamati in caso di guerra) e si prepara ad un’operazione di larga scala a Gaza: ipotesi, quest’ultima, confermata da diverse fonti di stampa a Gerusalemme. In questo momento, come riportato da La Repubblica, il governo Netanyahu sta facendo affluire nella zona rinforzi, di fanteria e di mezzi blindati e ha avvertito Hamas che continuerà a colpire la Striscia se proseguiranno “gli attacchi intenzionali contro civili israeliani”. Che a Gaza soffino venti di guerra è confermato anche dal quotidiano israeliano Haaretz, secondo cui al momento lo Stato ebraico non sta lavorando con l’Egitto o con le Nazioni Unite per ridurre la tensione con Hamas. (agg. di Dario D’Angelo)
ABU MAZEN, “AGGRESSIONE DI ISRAELE CONTRO GAZA”
Non si placano gli scontri sulla Striscia di Gaza dove israeliani e palestinesi si stanno attaccando a suon di bombardamenti dalla giornata di ieri. Sulla questione è intervenuto poco fa il numero uno della Palestina, Abu Mazen, che si trova in Kuwait per una visita di stato, e che ha deciso di fare rientro a casa proprio a seguito dei gravi scontri delle ultime ore. Abu Mazan ha descritto l’episodio come «l’aggressione di Israele – le parole citate dalla Wafa, Hussein al-Sheikh del Comitato centrale di Fatah – contro Gaza». L’Anp, l’autorità nazionale palestinese, come riferito dall’agenzia Ansa, ha deciso di inviare aiuti medici ai residenti della Striscia. La situazione è precipitata nel giro di poche ore, a circa due settimane dall’accordo fra Hamas e Israele, che avevano raggiunto un’intesa importante per ridurre le tensioni a Gaza, evitando nuove vittime innocenti. Si tratta dei bombardamenti più gravi da quattro anni a questa parte. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
ESCLATION DI TENSIONI SULLA STRISCIA DI GAZA
Non accenna a diminuire l’escalation di tensione sulla striscia di Gaza: aerei da guerra israeliani questa mattina hanno bombardato gli studi dell’emittente televisiva di Hamas, “Al Aqsa”. Lo riporta l’Agenzia Nova, citando alcuni testimoni palestinesi ripresi dal quotidiano libanese “Annahar”, secondo i quali l’attacco sferrato contro “Al Aqsa” ha causato la distruzione dei locali di Gaza City e danneggiato alcuni edifici vicini. In ogni caso il bilancio dell’operazione militare condotta dallo Stato Ebraico dovrebbe essere contenuto se è vero che i residenti della zona si sono messi in salvo dopo alcuni colpi di avvertimento lanciati da Israele prima del raid. Un attacco, quello condotto dallo Stato ebraico, che con ogni probabilità sortirà una nuova reazione da parte di Hamas e sortirà il risultato di complicare ulteriormente il tentativo di mediazione dell’Egitto e delle Nazioni Unite per il raggiungimento di una tregua. (agg. di Dario D’Angelo)
STRISCIA DI GAZA, 400 MISSILI CONTRO ISRAELE
Ancora altissima tensione tra Hamas e Israele: 400 razzi sono stati lanciati da Gaza sullo Stato Ebraico, che ha risposto bombardando 150 obiettivi della Striscia. Lo riporta TPI, sottolineando come il lancio di razzi da Gaza è arrivato – secondo Hamas – “in risposta al crimine di ieri”, ovvero un incursione di soldati israeliani, con “il comando unificato delle fazioni palestinesi” che ha annunciato “l’inizio di bombardamenti su insediamenti del nemico con salve di razzi”. Un centinaio di razzi, secondo media locali, sono stati intercettati dal sistema Iron Dome israeliano. La risposta dello Stato Ebraico si è tradotta in attacchi aerei a postazioni di Hamas che hanno portato all’uccisione di almeno tre palestinesi. I media locali sostengono che almeno due delle 3 vittime palestinesi fossero membri delle Brigate Ali Mustafa, braccio armato del Fronte popolare per la liberazione della Palestina. (agg. di Dario D’Angelo)
ABU MAZEN CONTRO HAMAS
Il Presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) ha dichiarato in piena crisi missilistica tra Israele e Striscia di Gaza che «Israele e gli Stati Uniti stanno lavorando per consolidare il controllo del movimento islamico Hamas nella Striscia di Gaza». Nello stesso tempo, il leader di Anp accusa il movimento terroristico palestinese di minare il suo obiettivo di creare «uno Stato in Palestina indipendente che inclusa sia la Cisgiordania, sia la Striscia di Gaza». Intanto il portavoce dell’esercito militare israeliano replica alle critiche di ennesima “incursione” nei territori di Gaza, spiega che l’operazione scattata ieri notte non è stata «né un tentativo di sequestro né un’esecuzione mirata». Infine, per il capo di stato dell’esercito di Tel Aviv Gadi Eisenkot ha dichiarato che l’azione delle ultime ore «è importante per la sicurezza di Israele». (agg. di Niccolò Magnani)
ALTRI 3 PALESTINESI MORTI SOTTO I RAID
È stato di massima allerta sulla Striscia di Gaza per lo scambio fitto di razzi verso Israele e raid dall’esercito dello Stato Ebraico sui territori controllati dai palestinesi: fonti mediche della Striscia parlano di “almeno tre morti” tra i palestinesi colpiti dall’aviazione israeliana su Gaza nelle ultime ore. Dopo i 7 miliziani di Hamas uccisi ieri notte, altre tre vittime che si aggiungono ai morti ebraici compiuti dagli attacchi delle milizie terroristiche arabe. L’attacco palestinese è avvenuto presso il villaggio israeliano di Kfar Azza, con le sirene di allarme antimissili per i razzi lanciati da Gaza risuonate anche in altre comunità israeliane: Mar Morto ed Hebron in Cisgiordania, piuttosto distanti dalla Striscia ma ugualmente in pericolo visto il livello elevato di allerta nella nuova crisi mediorientale. (agg. di Niccolò Magnani)
MISSILI CONTRO ISRAELE; RAID IN RISPOSTA SULLA STRISCIA
È di questi ultimi minuti la notizia che giunge da Israele: l’esercito di Tel Aviv risponde con raid aerei al fitto lancio di razzi in corso da Gaza per tutta la mattinata. Gli strascichi sulla Striscia dei palestinesi non si placano: la morte dei miliziani di Hamas ha come riacceso la miccia di uno scontro mai domato e sempre sull’orlo della guerra civile su vasta scala. Dopo le prime sirene suonate poco fa, i sistemi di allarme hanno cominciato a risuonare ininterrottamente nelle zone israeliane a ridosso della Striscia: lo riporta l’Ansa che spiega come in soli 20 minuti sono stati sparati circa 80 razzi di cui uno caduto vicino a Sderot colpendo un bus israeliano carico di persone. Non si hanno notizie di vittime o feriti ma nel frattempo la pronta risposta di Gerusalemme è stata prevedibile e potentissima, con i raid aerei vicino alla Striscia. Il portavoce di diversi gruppi armati palestinesi – tra cui Hamas e alcune frange della Jihad islamica – fa sapere «il sangue dei caduti non sarà stato versato invano». (agg. di Niccolò Magnani)
UCCISO UN SOLDATO ISRAELIANO
Dopo i duri scontri a fuoco avvenuti nella serata di ieri e che hanno riacceso la tensione tra Gaza e Israele, la passata notte non è stata affatto tranquilla. All’aspro scontro a fuoco è infatti seguito il lancio di 17 razzi dalla Striscia e verso il Neghev che fortunatamente non hanno però seminato nuove vittime. Lo riporta oggi l’agenzia di stampa Ansa, evidenziando il clima molto delicato presente nella zona. In precedenza i nuovi scontri che hanno portato all’uccisione di un soldato israeliano e di 7 palestinesi è avvenuto a Khan Yunes, a sud di Gaza, dove a contrapporsi sono state una unità speciale israeliana che stava svolgendo nella Striscia una operazione segreta ed una unità militare di Hamas. La nuova ondata di violenza ha colto alla sprovvista anche il premier israeliano Benyamin Netanyahu, costretto ad interrompere la sua visita a Parigi e già questa mattina di ritorno in Israele. Nel Neghev, dopo la notte di fuoco regna uno stato di allerta per timore di nuovi attacchi da Gaza. Le scuole sono rimaste chiuse così come alcune linee ferroviarie della zona. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
MORTO UN CAPO DI HAMAS
E’ di 7 palestinesi e un soldato israeliano il bilancio delle vittime dei nuovi scontri a fuoco che si sono verificati nella serata di domenica nella Striscia di Gaza, tra le forze dello stato ebraico e i militanti palestinesi. A renderlo noto è stato anche l’esercito di Israele confermandolo su Twitter e spiegando di aver perso nell’operazione anche un suo ufficiale. Sarebbero stati circa una dozzina i missili lanciati dalla Striscia di Gaza verso Israele e intercettati dal sistema di difesa antimissile. In un altro comunicato diffuso a Gerusalemme in tarda serata, l’esercito ha precisato che un “ufficiale delle forze speciali israeliane è stato ucciso e un altro è stato leggermente ferito”. Tra le vittime, come spiega SkyTg24 anche un capo di Hamas. Si tratta di Nour Barake il capo delle Brigate nella zona, reo di aver dato istruzioni ai cecchini su come sparare e sequestrare i militari israeliani. Quando questi ultimi sono stati scoperti ne sarebbe trapelato uno scontro a fuoco con i palestinesi che ha richiamato i caccia i quali hanno iniziato a bombardare l’area per coprire il ritiro del commando. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
NUOVI SCONTRI A FUOCO NELLA STRISCIA DI GAZA
Non accennano a diminuire gli scontri a fuoco nella Striscia di Gaza, dove anche la scorsa domenica si è trasformata in una giornata di sangue. Sette le vittime accertate tra cui un soldato delle forze speciali israeliane e 6 palestinesi (tra loro anche un capo di Hamas). Una situazione delicatissima che minaccia ora di riaccendere la tensione tra Hamas e Israele nonostante il recente accordo mirato a restituire la tregua. Inizialmente le Brigate di Ezzedin al Qassam avevano accusato le forze speciali israeliane di essere penetrate nell’enclave per uccidere Nour Barake, considerato “numero 2” del braccio armato di Hamas, a bordo di un veicolo civile. Successivamente, come spiega Repubblica.it, fonti della sicurezza palestinese hanno affermato che l’esercito israeliano ha effettuato attacchi aerei nell’area. Negli scontri sarebbero rimasti feriti anche altri 7-8 miliziani. Stando ad alcune fonti locali palestinesi, molti soldati erano travestiti da donne o da residenti locali.
STRISCIA DI GAZA, SCONTRI: NETANYAHU ANTICIPA RIENTRO IN ISRAELE
C’è anche un soldato israeliano tra le vittime dei nuovi scontri nella Striscia di Gaza. Secondo quanto reso noto dall’esercito di Israele e riferito da SkyTg24, anche un altro militare sarebbe rimasto ferito durante un’attività operativa a Sud Est della Striscia, in cui è avvenuto il conflitto a fuoco. A confermare le nuove vittime è stato anche il portavoce del ministero della salute di Gaza, Ashraf al-Quds, secondo il quale 6 palestinesi sono rimasti uccisi e tra loco anche un capo locale delle brigate di Ezzedine al-Qassam, noto come Nour Baraka. L’uomo era ritenuto il responsabile dello scavo dei tunnel, del lancio di razzi e dell’ordine di sequestrare e uccidere militari israeliani. Una situazione così delicata al punto tale da aver convinto il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ad interrompere la sua visita a Parigi dove si era recato in occasione del centenario dell’armistizio della Prima Guerra Mondiale ed a fare ritorno in Israele prima del previsto.