La Premier May ha nominato i nuovi ministri dopo le dimissioni delle ultime 36 ore, ma si tiene per sé le deleghe sui negoziati stessi: quello che era il sottosegretario alla Sanità Stephen Barclay è stato nominato nuovo ministro per la Brexit, il terzo dopo il dimissionario Raab e quello prima di lui David Davis. Pro-Brexit ovviamente, volto non di “primissimo livello” ma importante come possibile collante all’interno dei Tory, Barclay dovrà pensare a preparare il fronte interno della Gran Bretagna per iniziare il nuovo periodo tutto nuovo post Brexit mentre la premier May assieme al prezioso funzionario Ollie Robins penserà ai negoziati veri e propri con l’Unione Europea. Volto non proprio nuovo invece per il Ministero del Lavoro, visto che al Governo torna Amber Rudd dimessa dopo lo scandalo dei diritti negati ai migranti storici caraibici della “generazione Windrush”: ebbene, oggi la Rudd diventa la nuova Ministro del Lavoro sostituendo la dimissionaria Esther McVey.



BOCCATA D’OSSIGENO PER LA PREMIER MAY

Dopo la frenetica convocazione di tutti i Ministri del Governo May nella giornata di oggi dopo la bagarre scatenata dall’accordo raggiunto tra Ue e Gran Bretagna sulla Brexit, è di questi ultimi minuti la decisione del Chief Whip del Partito Conservatore britannico (di fatt il Capogruppo Tory alla Camera dei Comuni, ndr). «Annullata la convocazione straordinaria annunciata in mattinata» dall’ufficio di Presidenza del gruppo che a non pochi aveva fatto scattare l’allarme sulle possibili dimissioni del Primo Ministro May, oppure all’avvio immediato della procedura sulla mozione di sfiducia contro la leader del Governo sotto “attacco” per il nodo Brexit. Ore complicate e difficili per la leader Tory che però ha annunciato di voler andare avanti dritto per la strada del «ottenimento e pieno risultato del Referendum votato dagli inglesi».



BREXIT, MINISTRO GOVE: “FIDUCIA ALLA MAY”

Dopo le dimissioni di 4 ministri (Brexit e vice, Lavoro, Irlanda del Nord), il Governo May sembrava chiuso all’angolo dall’affondo delle opposizioni interne ed esterne al gruppo dei Tory e invece la scelta del Ministro dell’Ambiente Michael Gove di non dimettersi – nonostante le sue tesi pro-hard Brexit – parrebbe aver congelato, per il momento, l’emergenza. Martedì prossimo si voterà in Parlamento la mozione di sfiducia sulla leadership di Theresa May, dunque la resa dei conti è pronta per essere preparata e discussa in questo weekend di fuoco per il Governo britannico: «Intendo continuare a lavorare con i colleghi del governo e con tutti i colleghi in Parlamento, per assicurarci che avremo il miglior futuro possibile per il Regno Unito. Penso sia vitale che ci concentriamo sull’ottenere l’accordo giusto nel futuro e nel garantire che, su temi importanti per il popolo britannico, riusciamo a ottenere il giusto risultato», fiducia per la Premier May? «Sì, assolutamente»: così ha rilanciato Gove che pare aver convinto altri brexiters a sostenere la May per evitare di ritrovarsi un altro periodo di stallo tra nuove elezioni-rimpasto di Governo o qualsivoglia conseguenze di un terremoto politico come l’uscita di scena della Premier Tory. La lista dei “convinti”, secondo l’Ansa, vede segretari al Commercio internazionale Liam Fox, ai Trasporti Chris Grayling, allo Sviluppo internazionale Penny Mordaunt, ai Rapporti con il Parlamento Andrea Leadsom.

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