Héctor Manuel Beltrán Leyva, uno dei più famigerati boss narcotrafficanti del Messico, è morto oggi in seguito ad una crisi cardiaca. Le cause del suo decesso, dunque, come rivela RaiNews citando l’agenzia di stampa Notimex, sarebbero da attribuire ad un infarto che lo avrebbero colto nelle ore precedenti al punto da necessitare il suo trasferimento d’urgenza in ospedale da un carcere dello Stato del Messico dove era detenuto. Hector Leyva, soprannominato “El H” Leyva aveva 56 anni e dal 2014 era detenuto in una prigione di massima sicurezza dopo l’arresto avvenuto a San Miguel Allende, Stato di Guanajuato, in attesa di poter essere processato. Alle spalle si lascia una serie di reati legati tutti alla sua attività di narcotrafficante che ha contribuito a renderlo popolare in tutto il Paese. Inizialmente il celebre narcotrafficante era alleato con i suoi fratelli a Joaquín Guzmán Loera (‘El Chapo’ Guzmán), a capo del Cartello di Sinaloa per poi diventarne in seguito il suo principale nemico. Prima di essere arrestato, viveva nello Stato di Querétaro dove agiva cercando di tenere un profilo basso, e spacciandosi per una persona benestante che commerciava in immobili ed in opere d’arte.
HECTOR LEYVA, BOSS DELLA DROGA MORTO D’INFARTO
A fornire maggiori dettagli sul passato di Hector Leyva, noto narcotrafficante morto per infarto in Messico, è il sito TimesNowNews.com. Ad annunciare la morte del signore della droga messicano sarebbero stati alcuni funzionari. Con i suoi fratelli Alfredo, Arturo e Carlos, Leyva aveva preso parte di un potente cartello di Guzman (attualmente detenuto a New York) a Sinaloa fino alla separazione avvenuta nel 2008 quando decisero di lanciare il loro cartello Beltran Leyva. La morte del boss del narcotraffico messicano è stata annunciata con un comunicato ufficiale: “Il detenuto Hector Manuel Beltran Leyva, conosciuto con lo pseudonimo di” H “, è morto in un ospedale di Toluca dopo un attacco di cuore”. Quanto a Guzman divenuto il suo acerrimo nemico, oggi è accusato di contrabbando di oltre 155 tonnellate di cocaina ed è detenuto negli Stati Uniti dove rischia l’ergastolo se ritenuto colpevole. Per i suoi legali è stato un capro espiatorio del governo “corrotto” del Messico e della Drug Enforcement Agency americana ritenendo che il vero capo del cartello fosse Ismael Zambada.