Contrordine compagni, Israele non rischia più le elezioni anticipate: dopo la minaccia di dimissioni dei Ministri “chiave” dell’Istruzione e della Giustizia (Naftali Bennett e Ayelet Shaked) arriva il dietrofront degli stessi uomini del Partito Focolare Ebraico. Questa mattina, dopo il discorso accorato tenuto ieri dal Premier d’Israele Bibi Netanyahu, Bennet assieme alla collega Shaked hanno annunciato che non avrebbero lasciato la coalizione di Governo nonostante vi siano dei forti punti di disaccordo. In questo modo si allontana (almeno parzialmente) la crisi di Governo e sopratutto le elezioni anticipate rilanciate pochi giorni fa con l’uscita a sorpresa del potente Ministro della Difesa Avigdor Lieberman in seguito all’ennesima crisi nella Striscia di Gaza. Ieri era fallito il vertice tra i partiti di Governo per trovare un degno sostituto di Lieberman e proprio per questo motivo Bennet aveva minacciato di lasciare anche lui il suo incarico all’Istruzione dando il via alla crisi di Governo nello Stato ebraico. Pare che proprio il titolare della Scuola volesse per sé il dicastero chiave della Difesa ma il Premier si sia imposto, facendo naufragare le trattative.
IL DISCORSO DI NETANYAHU HA “RIATTACCATO” I COCCI DEL GOVERNO?
La notte ha portato sicuramente consiglio e forse il discorso fatto pubblicamente ieri da Netanyahu ha riacceso le “fiducia” negli altri Ministri di Israele convinti che un voto anticipato sarebbe stato un mezzo guaio un po’ per tutti. «pero nella responsabilità dei partner di governo – aveva spiegato giusto ieri sera il Premier – perché non facciano cadere il governo. Sarebbe irresponsabile andare al voto, in queste condizioni di sicurezza complesse. Ho rischiato la vita molte volte per salvare le vite nella terra sacra di Israele». Con queste parole Netanyahu ha provato a scuotere la maggioranza e almeno finora è riuscito a riattaccare tutti assieme i cocci che sembravano distrutti solo 24 ore fa. Bennett, dopo l’annuncio fatto assieme alla collega Shaked, ha spiegato ai cronisti a Gerusalemme: «La situazione di oggi non è più pericolosa di quanto non fosse pochi mesi fa. Non è giusto fare politica con problemi di sicurezza. Hamas e Hezbollah stanno diventando più attivi perché capiscono che abbiamo paura di affrontarli. L’ex ministro della Difesa ha fallito nella sua funzione». Ora non resta che capire come e soprattutto con quali uomini verrà “rimpolpato” il Governo che soffre la crisi diplomatica esterna e i rapporti di forza interni davanti alle tante pressioni dovute alla crisi senza fine sulla Striscia di Gaza.