Continua ad aggravarsi il bilancio degli incendi in California. L’ultimo bollettino medico ufficiale emesso, parla di 83 persone decedute, mentre il numero dei dispersi è di 560, in discesa rispetto ai 1300 di pochi giorni fa. Le fiamme non sono ancora state domate del tutto, e i roghi stanno creando non pochi problemi alla popolazione della costa ovest degli Stati Uniti. Come scrive RaiNews.it, nelle scorse ore un fumo denso derivante dagli incendi ha obbligato le autorità a chiudere le scuole di Sacramento, Oakland e San Francisco, dove si è bloccata anche la nota funivia che “sale e scende” nella città del famoso Golden Gate Bridge. Fra le cittadine più devastate dalle fiamme vi è Paradise, che è stata praticamente spazzata via dalla furia devastante dei roghi. Paradise, che significa Paradiso, era sinonimo di una comunità serena, che viveva immersa in luoghi di pace e beatitudine, fra ville, verde, e aria pulita, ma ciò che resta ora è soltanto fumo, distruzione e morte.
INCENDI CALIFORNIA: 83 MORTI
Terry Prill, 63enne abitante del posto, parla di Paradise come di quel luogo dove «non mancheresti mai un pasto e le persone sono brave persone». Ora, per le strade della città ad un centinaio di chilometri da Los Angeles, circolano pompieri e tecnici in cerca di linee elettriche, fughe di gas e resti umani carbonizzati nelle proprie automobili o abitazioni. Di quei 27mila abitanti della città creata nel 1800, non resta che terra bruciata: lunghe file di auto carbonizzate e quartieri letteralmente cancellati dalla faccia della terra, quasi come se fosse esploso un ordigno nucleare. Più di 6.700 gli edifici andati distrutti, e per ora nessuno sembrerebbe avere il coraggio di pronunciare la parola “futuro”, visto che il presente è troppo tremendo, troppo difficile da accettare. Jon MacGregor, 81enne anch’egli del posto, è rientrato a casa sua assieme al nipote pompiere, ma “Non ho trovato nulla”.