Dopo l’uccisione di John Allen Chau, missionario 27enne dell’Alabama, trafitto da un nugolo di frecce scoccato dagli abitanti di North Sentinel, isola indiana di circa 70 chilometri quadrati (più o meno la densità di Manhattan) l’attenzione dei media di tutto il mondo si è concentrata sulla popolazione sentinelese. Come riportato da Il Post, non è la prima volta che i sentinelesi mostrano la loro ostilità nei confronti della civiltà. Sono stati tanti infatti i tentativi di entrare in contatto miseramente falliti, al punto che lo stesso governo indiano ha nei confronti dei sentinelesi un rapporto “ambiguo”: si limita ad osservarli da lontani ma niente di più. Il motivo è quello di garantire la sicurezza reciproca: i sentinelesi infatti potrebbero essere sterminati da malattie portate dai visitatori per cui non hanno sviluppato anticorpi; visitatori che a loro volta potrebbero essere attaccati dai sentinelesi. Ciò che differenzia questa tribù dalle altre “mai contattate”, cioè da quelle che pur avendo contezza dell’esistenza di altre civiltà ne rifiutano ogni rapporto, come sottolinea Survival International, l’associazione che difende i diritti delle tribù mai contattate, è che vivono su un’isola in cui non vive nessun altro a parte loro. Per questo motivo Survival International ne parla come “la tribù più isolata del mondo”.
SENTINELESI: LA TRIBU’ PIU’ ISOLATA AL MONDO
North Sentinel è un’isola di forma quadrata: dove non c’è spiaggia c’è foresta. Il fatto che i sentinelesi abbiano rifiutato pressoché tutti i contatti, ne ha reso difficile anche lo studio delle abitudini, delle usanze, perfino delle loro origini. Nessuno può dire infatti con certezza quando questa tribù si sia insediata sull’isola: c’è chi sostiene vi sia da 30mila anni, altri dicono da 60mila. Quel che è certo è che sono stati soli talmente a lungo da creare una propria lingua: prova ne è il fatto che a contatto con altri componenti di alcune tribù vicine non sono riuscite a comunicare. Sul loro conto circolano diverse storie: le autorità indiane dopo lo tsunami del 2006 hanno inviato un elicottero a sorvolare l’isola per controllare la situazione sull’isola. Ne venne fuori che probabilmente i sentinelesi sopravvissero sfruttando le conoscenze tradizionali per intuirne l’arrivo dell’onda anomale e ripararsi all’interno dell’isola. Neanche dopo la morte di Chau c’è stato modo di vedere granché: soltanto alcuni sentinelesi che brandendo l’arco hanno provato a colpire gli elicotteri scoccando delle frecce. Da quel che sappiamo i sentinelesi sono all’età della pietra: vivono come i nostri antenati 15mila anni fa. Non è chiaro se abbiano scoperto l’uso del fuoco, probabilmente non dispongono delle conoscenze necessarie a fare agricoltura. Mangiano granchi e tartarughe e sembra vadano ghiotti di cocchi. L’antropologo indiano Triloknath Pandit, tra i più vicini ad avere una sorta forma di contatto con i sentinelesi, ha concluso:”Darei un braccio per sapere cosa pensano, non abbiamo capito abbastanza di loro”.