Sta facendo discutere non poco la retromarcia dell’Italia sul Global Compact for Migration, col governo che ha annunciato che non sottoscriverà il documento dell’ONU sull’immigrazione nonostante due mesi fa avesse dichiarato il contrario. Come riportato da Il Post, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha dichiarato:”Il Global Migration Compact è un documento che pone temi e questioni diffusamente sentiti anche dai cittadini. Riteniamo opportuno, pertanto, parlamentarizzare il dibattito e rimettere le scelte definitive all’esito di tale discussione”. Eppure era stato il ministro degli Esteri di questo governo, Enzo Moavero Milanesi, ad annunciare che “quello che faremo a Marrakech è di importanza fondamentale, e che “l’Italia è soddisfatta dal processo negoziale in corso, la bozza finale rappresenta un compromesso molto buono”. Dopo l’intervento del capogruppo della Lega alla commissione Esteri della Camera, Paolo Formentini, che ha presentato una risoluzione per chiedere al governo di non sottoscrivere l’accordo, la dichiarazione di oggi di Matteo Salvini, che ha dichiarato come il governo non si presenterà a Marrakech per sottoscrivere il documento e lascerà decidere al Parlamento se votarlo o meno. (agg. di Dario D’Angelo)
GLOBAL COMPACT, COS’E’
Cos’è il Global Compact che negli ultimi giorni, in modo prepotente, è balzato al centro dell’agenda politica italiana? L’accordo ONU firmato nel 2016 dall’Assemblea Generale negli Stati Uniti da 190 Paesi è una delle più imponenti iniziative per dare finalmente a livello globale una risposta al fenomeno delle migrazioni: in quella che è conosciuta come “dichiarazione di New York” infatti vengono messi alcuni punti saldi al centro del trattato tra cui la lotta a qualsiasi forma di sfruttamento, omofobia e traffico di esseri umani, potenziando invece il sistema dell’accoglienza umanitaria, dell’assistenza e dell’integrazione degli immigrati nei Paesi di arrivo, rifacendosi anche alla Convenzione dei Rifugiati del 1951. Lo scopo è quello di garantire una immigrazione controllata e sicura, o “responsabile” come è scritto nell’accordo, ma sempre in linea con quelli che sono i dettami del diritto internazionale.
I PAESI “DISSIDENTI” E I MOTIVI DEL CONTENDERE
Fin qui quelle che sono le linee guida del Global Compact che, tuttavia, come detto fu firmato solamente da 190 Paesi: due anni fa fecero infatti molto rumore alcune defezioni eccellenti, a partire da quella degli Stati Uniti di Donald Trump (che proprio sul tema dell’immigrazione cerca di recuperare consensi) fino al blocco europeo dell’est dei cosiddetti Paesi di Visegrad (Ungheria, Polonia, Slovacchia e Repubblica Ceca), ai quali si sono allineati in un secondo momento anche altri Stati del Vecchio Continente tra cui la stessa Italia, la Svizzera, la Bulgaria e l’Austria: nel caso nostrano, si attende che il Parlamento prenda posizione e detti la linea da seguire. I motivi del contendere, in attesa della conferenza intergovernativa del prossimo 10 e 11 dicembre in Marocco, in cui i Paesi saranno chiamati ad adottare il documento, riguardano il fatto che la creazione di una rete internazionale per l’accoglienza vedrebbe particolarmente interessato il nostro Paese, da sempre tra le principali mete di approdo dei flussi migratori mediterranei, che dovrebbe poi sottostare a regole comuni e poco gradite a diverse forze politiche, sia sul fronte governativo che quello delle opposizioni dato che ad esempio Fratelli d’Italia e il Carroccio sono convinti che il Global Compact porterebbe la penisola a dover accogliere tutti i migranti, facendo venire meno la distinzione tra rifugiati politici, economici e clandestini.
LO STOP ALLA FIRMA DI SALVINI E CONTE
Infatti, già nei giorni scorsi c’era stata la prima, dura presa di posizione da parte di Giorgia Meloni che aveva lanciato un allarme contro quello che sarebbero a suo dire gli effetti del Global Compact, appellandosi a Matteo Salvini affinché il Governo italiano non ratifichi quell’accordo e ne esca come fatti da altri Paesi europei. “L’Italia non firmerà la proposta del Global Compact ONU e l’esecutivo non andrà alla riunione di Marrakesh” ha tuonato proprio il vicepremier leghista nelle ultime ore, seguito a stretto giro di posta dalla nota del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che parlando di questioni “diffusamente sentite anche dai cittadini” (riferendosi a uno dei temi che più sono al centro del dibattito pubblico) ha spiegato che pur essendo lui a favore il nostro Governo ritiene opportuno prima parlamentarizzare il dibattito e rimettere la scelta all’esito della discussione in Aula, come avvenuto in Svizzera. Adesso resta da capire quale sarà la posizione del Movimento 5 Stelle anche se il Ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, a suo tempo aveva assicurato la firma dell’Italia.