Continuano le tensioni tra Ucraina e Russia in quella che ha sempre più l’aspetto di una Guerra Fredda. Mentre Kiev vieta l’ingresso ai russi tra i 18 e 60 anni si continuano le esercitazioni militari. Queste sono state svolte dai militari ucraini nell’area del Mar d’Azov. A farlo sapere è direttamente l’ufficio stampa del Comando Interforze ucraino. Questo si occupa infatti della crisi nel Donbass. Nella nota pubblica possiamo leggere “l’aviazione ha invitato raid nemici contro le unità che proteggono la costa marina“. La missione è stata svolta con successo, ma l’obiettivo era semplicemente quello della gestione dei sistemi nel corso delle sortite del nemico da verificarsi a bassa quota. Ovviamente le immagini hanno creato grandissima preoccupazione con la paura di un imminente attacco a cui non si era pronti a rispondere. Intanto il primo ministro ucraino Groysman non molla la presa e chiede sanzioni severissime da parte dell’Unione Europea e della Germania nei confronti della Russia per la crescente tensione tra Mosca e Kiev, definendo questa come paese aggressore e occupatore.



“LA CRISI È COLPA DEGLI USA”

«Non vogliamo che la Russia formi eserciti privati paralleli sul nostro territorio»: l’allarme lanciato dal Premier Poroshenko in merito alla decisione (che segue di qualche giorno il via libera alla legge marziale in tutta l’Ucraina) – di chiudere la frontiera a tutti gli uomini russi in età da militare, rischia di far salire ancora di più lo stato di tensione tra i due Paesi. Secondo il Cremlino, la colpa originaria è comunque da imputare agli Stati Uniti e alla Nato: «la risoluzione del Senato Usa contro le azioni provocatorie della Russia in Ucraina sono un pezzo di carta», spiega ancora la Zakharova esortando invece la Casa Bianca a rendersi conto delle azioni provocatorie nell’intera crisi ucraina. Non solo, la portavoce del Ministero degli Esteri russa ha aggiunto «Il futuro dell’Ucraina è stato disegnato su ordine di diplomatici, funzionari e rappresentanti delle agenzie di sicurezza statunitensi»; per il Cremlino, «il governo, la politica dell’informazione e, ovviamente, la politica sul Donbass, tra le altre cose, si sono formate in questo modo: invece di approvare un altro documento, penso che dovrebbero rendersi conto del ruolo che il loro paese e i loro funzionari hanno avuto nella tragedia dell’Ucraina e adottare qualche altra dichiarazione, ad esempio quella sul ruolo svolto dal Dipartimento di Statonegli eventi accaduti in Ucraina nel 2013-2014».



UCRAINA VIETA INGRESSO A UOMINI RUSSI NEL PAESE

Se si voleva attendere ancora a definire “guerra” lo scontro e la crisi tra Russia e Ucraina, le ultime due dichiarazioni ufficiali dei due governi danno forse l’esatta situazione drammatica attuale: dalla Crimea al Mar d’Azov fino a tutto l’intero paese ucraino, l’esecutivo di Petro Poroshenko ha deciso di impedire l’ingresso in Ucraina a tutti gli uomini russi tra i 16 e i 60 anni. «Le restrizioni sono state decise per impedire ai russi di formare distaccamenti di eserciti privati che rispondano alle forze armate di Mosca», fa sapere il Presidente da Kiev nel giorno in cui inizia il vertice del G20 in Argentina senza più il dialogo Trump-Putin a “sistemare” una granata pronta ad esplodere tra Kiev e Mosca. Il Cremlino, dal canto suo, rilancia allarmato sulla situazione di tensione sempre crescente tra i due Paesi dopo lo scontro diplomatico nel Mar d’Azov: «L’Ucraina potrebbe sprofondare nella guerra civile», ha spiegato stamattina laportavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova esprimendo preoccupazione per l’introduzione della legge marziale. «Alle forze dell’ordine ucraine sono stati concessi poteri straordinari, incluso l’uso della forza senza l’autorizzazione dei tribunali o dei pm, e questo pone seri rischi», ha concluso raggiunta dalla Tass sempre la Zakharova.



LA GUERRA FREDDA CONTINUA..

La crisi fra la Russia e l’Ucraina ha indotto il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ad annullare l’incontro previsto con il numero uno della Russia, Vladimir Putin, a margine del G20 che inizia oggi a Buenos Aires, in Argentina. La decisione è arrivata quando il leader occidentale era già a bordo dell’Air Forc One, direzione Sud America. Una breve riunione con il segretario di Stato Mike Pompeo, il capo del gabinetto John Kelly e il consigliere per la Sicurezza Nazionale John Bolton, ha indotto Trump a disdire il vis-a-vis con Putin a seguito della battaglia navale in Crimea con la marina Ucraina, e della conseguente incarcerazione di 24 marinai di Kiev. L’annuncio di Trump è arrivato come da copione, via Twitter, a cui ha replicato in maniera ironica Dmitry Peskov, il portavoce russo, che ha commentato dicendo: «Vuol dire che il presidente Putin avrà un paio d’ore in più per avere altri incontri proficui». Non inizia quindi nel migliore dei modi il G20 2018, il cui tema centrale sarà ancora una volta la “guerra” commerciale, a cominciare dai dazi che Stati Uniti e Cina hanno applicato sulle importazioni negli ultimi mesi, sinonimo di un clima già piuttosto teso. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

CRISI RUSSIA UCRAINA: TRUMP CANCELLA INCONTRO CON PUTIN AL G20

Un G20 che si prospetta infuocato dopo la decisione “out of contest” di Trump di cancellare il vertice con Putin per la crisi Ucraina-Russia nel Mar d’Azov: arrivano anche le prime parole del portavoce di Putin, Dmitri Peskov, «Se non ci sarà il vertice tra Putin e Trump a margine del G20, il presidente russo avrà un paio di ore in più per incontri utili». Da Kiev per ora non giungono novità dopo la scelta del Presidente Usa di porre un freno all’avvicinamento con il Cremlino, ma il caos sulla Crimea rimane dopo che i porti sono stati tutti bloccati da Mosca. Intervistato dal portale Vita, il generale dell’Esercito Italiano Giuseppe Morabito prova ad illustrare il piano diplomatico necessario per “sbloccare” una situazione alquanto pericolosa: «La mia opinione è che tutto questo attivismo russo e conseguenti reazioni dall’Occidente siano in relazione con le elezioni presidenziali che si terranno in Ucraina del 31 marzo 2019», spiega Morabito che subito precisa «Importante è che l’Unione Europea e la NATO abbiano immediatamente chiesto moderazione da entrambe le parti e invitato Mosca di ripristinare l’accesso allo stretto di Kerch necessario all’Ucraina per consentire i movimenti delle sue navi verso i porti su entrambi i lati della penisola».

TRUMP CANCELLA INCONTRO CON PUTIN

E a pochi giorni dall’attesissimo incontro, arriva il colpo di scena inatteso: su Twitter, e dove se no, il Presidente Donald Trump annulla l’incontro previsto con Vladimir Putin al G-20 di Buenos Aires proprio per colpa della crisi tra Russia e Ucraina. «Considerato il fatto che le imbarcazioni e i marinai non sono ritornati all’Ucraina dalla Russia, ho deciso che sarebbe meglio per tutte le parti coinvolte di cancellare il mio previsto incontro in Argentina con il presidente Vladimir Putin. Attendo di nuovo un vertice significativo non appena questa situazione sarà risolta!», ha scritto poco fa sui social il Presidente Usa, rischiando in questo modo di aumentare a dismisura il grado di tensione nel Mar d’Azov per l’ennesimo scontro tra Mosca e Kiev. Da una sfida diplomatica ad una vera e propria guerra fredda, il passo ora è brevissimo: il Cremlino per ora conferma il faccia a faccia tra i due presidenti a margine del vertice in Argentina. Il Cremlino li ha, invece, confermato i colloqui sostenendo di aver visto solo dei tweet ma di non aver ricevuto nessuna comunicazione ufficiale. In tutto questo l’Unione Europea resta come spesso accade “in mezzo”, con la minaccia di nuove sanzioni contro Mosca ma con nessun margine, al momento, di compiere ciò che le sarebbe richiesto ovvero il giusto collante diplomatico tra l’Occidente e la Russia.

MERKEL: “DIALOGO, NON GUERRA”

Mentre al G-20 in arrivo in Argentina si tratterà e non poco l’ennesimo scontro tra Russia e Ucraina vicino alla Crimea, a tentare di porre un argine alla “guerra” sul Mar d’Azov ci pensa la Cancelliera tedesca Angela Merkel già più volte nel passato tra i più possibilisti nel trovare un punto di contatto con Mosca (anche e soprattutto per i molti interessi economici e commerciali in ballo, ndr). «Sappiamo che bisogna trovare una soluzione ragionevole attraverso il dialogo e non attraverso un conflitto militare»; la Merkel da un lato ribadisce il proprio sostegno alle riforme pro-Ue a Kiev ma d’altro canto non chiude la porta in faccia a Putin, affermando «sulla questione dei diritti di navigazione nella regione e della raggiungibilità dell’Ucraina via mare ne parlerò con il presidente russo a margine del G20». Per ora il Cremlino non sembra particolarmente intenzionato ad altri “mediatori” specie se dall’Unione Europea, mentre ha confermato l’incontro strategicamente fondamentale con il presidente Usa Donald Trump.

MOSCA BLOCCA L’ACCESSI AI PORTI UCRAINI

Chiamarlo “vento freddo” è ormai fin troppo semplice: quello in corso tra Russia e Ucraina è un conflitto sotto tutti i punti di vista, mancano solo gli “spari” e la frittata sul Mar d’Azov verrà fatta. L’ultima denuncia arriva da Kiev che questa mattina con il Ministro delle Infrastrutture Volodymyr Omelyan accusa il Cremlino «A partire dalla sera del 28 novembre, i porti ucraini sul mare di Azov sono sotto blocco da parte della Federazione Russa». Da Mosca però arriva l’immediata smentita delle accuse ucraine, con relativo contrattacco in merito alle possibili «mosse da campagna elettorale» come già riferito dal Presidente Putin nella lunga e combattuta giornata di ieri: «Non sono al corrente di alcuna limitazione all’accesso dei porti ucraini nel mar d’Azov», spiega il portavoce Dmitri Peskov. Al contrario, spiega ancora la Russia, «sappiamo che lo stretto di Kerch opera in regime normale. Ma a volte, per motivi meteorologici, il porto di Kerch, che svolge funzione amministrativa, prende decisioni per regolare la navigazione». Lo scontro è serrato e il rischio di una “nuova Crimea” pare all’orizzonte, anche se in questo caso non vi sarebbe una invasione delle forze russe semmai un tentativo contrario delle navi ucraine di “forzare” alcuni limiti delle acque di Mosca scatenando una reazione spropositata e durissima del Cremlino.

NATO E ONU “OSSERVANO” LO SCONTRO RUSSIA-UCRAINA

Omelyan ha poi aggiunto nella denuncia congiunta con il Premier di Kiev Poroshenko, che le navi fermate in entrata e in uscita, «sarebbero 35 e che l’obiettivo è semplice: bloccando l’accesso ai porti ucraini nel Mare d’Azov sperano di cacciarci dal nostro territorio». Per questo l’Ucraina richiede l’invio di nuove navi della Nato per “opporsi” alle mosse della Russia in un complicatissimo scacchiere geopolitico che si sta delineando da oltre 3 giorni: i ministri degli Esteri della Nato si riuniranno martedì e mercoledì a Bruxelles in un consiglio a cui è stato invitato anche Klimkin, l’omologo di Kiev. Sabato invece si terrà un vertice Putin-Trump durante il G20 in Argentina, e si attendono grandi novità dal dialogo tra i due leader più potenti al mondo anche se non soprattuto sulla “miccia esplosiva” che è ancora una volta l’Ucraina.