Dopo una notte di trattative gli sherpa dei Paesi impegnati nel G20 di Buenos Aires hanno trovato un accordo sulla bozza di conclusioni del vertice. Lo riporta l’Adnkronos citando un funzionario dell’Unione Europea, secondo cui nell’ultimo summit di questa mattina sarebbero state superate le divergenze riguardanti clima, commercio e migrazioni e adesso si attende soltanto il via libera dei leader. A proposito dei potenti della Terra, stando a quanto riferito dal portavoce del Cremlino, Dimitri Peskov, il presidente russo Vladimir Putin e quello americano, Donald Trump, hanno avuto un breve colloquio a margine del G20 di Buenos Aires. Nel testo, secondo quanto scrive Il Corriere della Sera, il G20 riconosce favorevolmente “la forte crescita economica globale, anche se sempre meno equilibrata tra i paesi” eppure sottolinea come “alcuni dei principali rischi, tra cui le vulnerabilità finanziarie, si sono in parte materializzati”. Nel comunicato i 20 Paesi riaffermano “il nostro impegno a utilizzare tutti gli strumenti politici per una crescita forte, sostenibile, equilibrata e inclusiva e per salvaguardare i rischi di ribasso, intensificando il dialogo e le azioni per rafforzare la fiducia”. Gli Usa, al netto delle pressioni di Macron, non hanno modificato la propria posizione in relazione all’accordo sul clima di Parigi, confermando la loro uscita “irreversibile”. Per raggiungere l’intesa sono state individuate formule di compromesso ma secondo fonti vicine alle trattative sarebbero irrisolti diversi nodi in materia di commercio e immigrazione. Trump su Twitter ha commentato:”Non vedevo l’ora di avere una conferenza stampa poco prima di lasciare l’Argentina perché abbiamo un grande successo nei nostri rapporti con i vari Paesi e i loro leader al G20. Tuttavia, per rispetto per la famiglia Bush e l’ex presidente George H.W. Bush, aspetteremo fino a dopo il funerale per farla”. (agg. di Dario D’Angelo)



G20, INTESA COMPLICATA MA POSSIBILE

I leader del mondo stanno iniziando a stilare il documento finale del G20, non senza poche incertezze. Stando a quanto riferisce Il Sole 24 Ore, i 20 presidenti e primi ministri avrebbero trovato un’intesa finale, ma non secondo l’agenzia Ansa, che parla di distanza fra le parti. Gli addetti ai lavori hanno lavorato tutta notte, impegnati in negoziati a dir poco complessi, di modo che possa essere raggiunta un’intesa fra le varie nazioni “nemiche”, a cominciare dal gruppo composto da Stati Uniti, Cina, Russia e Arabia Saudita. Gli argomenti di discussione sono il commercio mondiale, il cambiamento climatico e gli immigranti. In particolare, stando ad alcune fonti interne al G20, il presidente degli Usa, Donald Trump, avrebbe delle remore sulla questione climatica, ed ha già minacciato di far saltare il banco. A Buenos Aires c’è inoltre grande attesa per l’incontro proprio fra il tycoon a stelle e strisce, e Xi Jinping, il numero uno della Cina: i due si sono scontrati più volte nelle scorse settimane, e non sono da escludere nuove scintille. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



G20, ATTESA PER LA CHIUSURA

Si chiuderà oggi il G20 di Buenos Aires, l’incontro fra i potenti in corso nella capitale argentina. Un summit incentrato in particolare sui dazi e sulla guerra commerciale, e la Casa Bianca ha già fatto sapere che potrebbe sfilarsi se venissero adottate misure “contro” gli Stati Uniti. Clima particolarmente teso quindi a Buenos Aires, tenendo conto anche della presenza di Putin, Xi Jinping e Mohammed bin Salman, tre personaggi non proprio in viso agli americani, in particolare quest’ultimo, additato da molti come il principale mandante dell’omicidio del giornalista del Washington post, Jamal Khashoggi. Ha comunque cercato di gettare acqua sul fuoco la vice ministro argentina Laura Jaitman, secondo cui «i leader mondiali hanno messo a segno progressi nei colloqui sulle sfide delle economia globale riguardanti le finanze ed il commercio». La Jaitman ha fatto altresì sapere che l’ospite della Casa Bianca è stato «molto attivo e impegnato nel dialogo con tutti gli altri membri». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



G20, TENSIONI

E’ iniziato ufficialmente ieri il G20, la riunione fra i grandi leader internazionali, di stanza a Buenos Aires, capitale dell’Argentina. Presente ovviamente anche il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che insieme a Putin, a Xi Jinping (numero uno Cina), e al principe dell’Arabia Saudita, Mohammed bin Salman, rappresentano le quattro figure chiave attorno a cui ruoterà appunto il meeting. Fra le questioni trattate dai potenti della terra, anche gli scambi commerciali. A riguardo il tycoon Usa ha ammesso: «Ci sono segnali positivi. Vedremo quel che succede. Se riusciamo a trovare un accordo, sarebbe una buona cosa». Difficile comprendere le parole di Trump, anche se come da copione, lo stesso primeggerà l’America First, prima viene l’America, ormai un classico della politica estera di The Donald. «Siamo impegnati a lavorare per un consenso sul comunicato – dice una fonte della Casa Bianca parlando della dichiarazione finale del vertice – ma ci opporremo con forza a un linguaggio che pregiudichi le nostre posizioni. E siamo pronti a tirarci fuori se necessario». Insomma, un clima non proprio sereno… (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

G20, CANCELLATO VERTICE TRUMP-PUTIN

Donald Trump ha cancellato il vertice con Vladimir Putin, ma le polemiche nei suoi confronti non si fermano qui. Torna infatti a parlare il 52enne Michael Cohen suo ex avvocato in merito allo “scandalo” della Trump Tower a Mosca. Questi ha ammesso davanti al giudice di aver mentito per favorire il Presidente degli Stati Uniti. Trump ha però già risposto in merito alla questione, spiegando: “È debole e bugiardo. Mente perché spera di avere una riduzione della pena. Fui io a decidere di bloccare l’affare della torre perché ero in corsa alle primarie. Non ci sarebbe stato comunque nulla di male nel realizzarle”. Intanto continuano a circolare voci sul motivo di cancellare l’incontro con il Presidente della Federazione russa. Sul Corriere della Sera possiamo leggere infatti che secondo alcuni consiglieri stretti di Trump ora sarebbe stato davvero molto rischioso incontrare Putin. Il Presidente infatti è troppo vulnerabile nei confronti della Russia anche se c’è da dire che la situazione è abbastanza stabile ormai da ben oltre due anni. (agg. di Matteo Fantozzi)

CALA LA “CORTINA DI FERRO” IN ARGENTINA

Russia e Usa, come anche un bambino può constatare, hanno un rapporto storicamente “complesso”: la scelta giunta ieri di Donald Trump di cancellare l’incontro al G20 in Argentina con il Presidente Vladimir Putin non fa che aumentare il grado di tensione tra le sue superpotenze. Usa e Russia, divise su tutto nonostante i due leader siano forse i più “vicini” a livello ideologico e geopolitico di quanto mai sia avvenuto nel rapporto-scontro Cremlino-Casa Bianca: dal Medio Oriente all’Iran, dallo Stato di Israele fino al caso Khashoggi, per non parlare degli scontri più “recenti” del Russiagate in terra americana e della crisi in corso tra Ucraina e Mosca, la vera “goccia” che ha fatto traboccare il già di per sé fragile vaso russoamericano. «Considerato il fatto che le imbarcazioni e i marinai non sono ritornati all’Ucraina dalla Russia, ho deciso che sarebbe meglio per tutte le parti coinvolte di cancellare il mio previsto incontro in Argentina con il presidente Vladimir Putin. Attendo di nuovo un vertice significativo non appena questa situazione sarà risolta!», così ha scritto ieri su Twitter il Presidente americano diretto a Buenos Aires per l’importante vertice del G20 dove per una volta le attese più grandi sono per le bilaterali che non tanto per le riunioni plenarie. Cina-Usa, Arabia-Usa, Ue-Russia ma soprattuto Putin-Trump erano le grandi attese della vigilia: per il momento, non avverrà nulla e il rischio di conseguenze è piuttosto alto.

TRA RUSSIAGATE E CRISI UCRAINA: LA “NUOVA” GUERRA FREDDA

Il Cremlino «si rammarica» della decisione di Donald Trump di cancellare il suo incontro con il presidente russo Vladimir Putin e fa sapere tramite il portavoce Dmitri Peskov come «Ciò significa che le discussioni su gravi problemi internazionali e bilaterali sono posticipate indefinitamente. Per quanto riguarda Putin, è pronto ad avere contatti con il suo collega americano». In maniera anche più ironica, Peskov ha poi commentato che senza Trump «Vuol dire che il presidente Putin avrà un paio d’ore in più per avere altri incontri proficui». Nel frattempo al G20 argentino il leader americano ha annullato altri de incontri strategici, con il collega turco Erdogan (pesa ancora il caso Khashoggi con l’appoggio non tolto dagli Usa all’alleato Salman nonostante il coinvolgimento nell’omicidio del giornalista avverso al regime di Riad) e con il Presidente della Corea del Sud Moon Jae-in, importante per un altro fronte sempre aperto come la difficile via di pace con la Nord Corea. Al momento la “strategia” di Trump non è proprio chiarissima anche se abbiamo imparato a vedere come sia altrettanto “maestro” nel ribaltare tutto nel giro di pochi minuti e incontrare magari in un altro momento i rispettivi leader. Quel che è certo, in Argentina in queste ore il “profumo” di guerra fredda è tornato: una “cortina di ferro” inusualmente collocata a Buenos Aires tra gli Usa e tutti gli altri Paesi del mondo.