Sanzioni Iran, Italia fuori solo per 6 mesi. Sono scattate ieri le sanzioni degli Stati Uniti nei confronti del petrolio Iran, ma l’Italia è esclusa… per un breve periodo di tempo. La “grazia”, accordata anche a Cina, India, Giappone, Corea del Sud, Grecia, Turchia, Taiwan, durerà infatti solo sei mesi, ed entro quel tempo dovranno essere obbligatoriamente azzerate le importazioni petrolifere da Teheran. Sicuramente non una bella notizia per il nostro paese, che nei primi otto mesi di quest’anno ha importato ben 5.2 milioni di tonnellate di greggio dall’Iran, che è anche il nostro quarto fornitore mondiale di petrolio. Di conseguenza, Roma dovrà individuare dei nuovi fornitori, aumentando probabilmente l’acquisto di petrolio da Azerbaijan, Arabia Saudita, Russia e Stati Uniti, altri nostri partner. C’è poi da fare i conti con un problema commerciale più globale per l’Italia, visto che il Bel Paese è stato il partner più importante nel 2017, con 5.1 miliardi di euro di interscambi portati a termine.
SANZIONI IRAN, ITALIA FUORI SOLO PER 6 MESI
Come sottolinea IlGiornale.it, molte imprese come Ansaldo, Danieli, Fata, Maire Tecnimont, sono in attesa di novità, e nel contempo, potrebbero imitare Eni, che ha deciso di tagliare i rapporti con il medio oriente, proprio per via delle molteplici sanzioni degli ultimi anni. Cosa tra l’altro già fatta da numerosi marchi internazionali, come Total, Peugeot, Citroen, Siemens, Air France, British Airways, Deutsche Telecom ed altre ancora, che hanno abbandonato l’Iran, rinunciando di investire in quel paese, per “colpa” dell’azione della Casa Bianca. Sulla questione è intervenuta Licia Mattioli, vice presidente di Confindustria per l’internazionalizzazione, che ammette che queste nuove sanzioni «ci mettono in grandissima difficoltà perché colpiscono tutte le banche iraniane, inclusa la Banca Centrale, rendendo veramente impossibile per le imprese italiane operare nella Repubblica islamica». Più ottimista invece Augusto Di Giacinto, responsabile dell’Istituto per il commercio estero di Teheran, che ha ammesso: «Difficile fare previsioni sull’impatto delle sanzioni Usa, ma di sicuro sono ancora molte le imprese italiane che vogliono venire in Iran».