Un caso ai “confini del mondo” purtroppo molto meno di quanto possa sembrare: sull’Isola di Guam la Diocesi di Aganà ha chiesto ufficiale bancarotta per le troppe cause di pedofilia intentate da diversi minori contro l’Arcivescovo Anthony Sablan Apuron. Cappuccino, leader della Chiesa a Guam, dopo le tante accuse ricevute negli scorsi anni per abusi sessuali contro minorenni, è stato processato tanto dalle autorità locali quanto dalla stessa Chiesa Cattolica. Lo scorso 16 marzo il Tribunale Apostolico ha emesso sentenza di primo grado dichiarando Apuron «colpevole di alcune delle accuse» rimuovendolo subito dall’ufficio e imponendogli il divieto di residenza nella Arcidiocesi della minuscola isola sul Pacifico (territorio non incorporato degli Stati Uniti, ndr). Ora però quelle tantissime cause intentate – circa 180 – hanno mandato in bancarotta la Diocesi che ha così deciso di richiederne ufficiale riconoscimento: l’avvocato Leander James, nella recente conferenza stampa dove ha annunciato la richiesta dell’Arcidiocesi di Guam, ha spiegato che questo «è l’unico percorso realistico per risolvere le oltre 180 richieste di risarcimento per abuso».
ISOLA DI GUAM: A RISCHIO I PROCESSI PER PEDOFILIA
Come spiega bene Avvenire stamane, in questo modo il deposito dell’istanza contro l’ex arcivescovo interromperà le azioni legali e darà una scadenza per la presentazione ultima dei reclami. Secondo però gli avvocati dei tanti ragazzi e ragazze maltrattati e abusati – secondo l’accusa – la richiesta di bancarotta rischia di evitare dozzine di cause per pedofilia contro i sacerdoti accusati, su tutti proprio l’ex Vescovo (accusato in particolare di aver commessi abusi sessuali ai chierichetti quando era parroco di “Nostra Signora del Monte Carmelo” negli anni 1976-77, accuse da lui sempre respinte tra l’altro). La Chiesa intanto monitora la situazione tentando in tutti i modi di perseguire quella costante e durissima lotta agli abusi contro innocenti da parte di preti e vescovi colpevoli, sulla scia delle battaglie di Papa Benedetto XVI e ora di Francesco: in quel Tribunale Apostolico che ha condannato Apuron faceva parte anche il cardinale Raymond Leo Burke (prefetto emerito del Tribunale della segnatura apostolica) che nel febbraio 2017 era stato mandato sull’Isola di Guam da Papa Bergoglio per indagare sul caso pedofilia.