Albert Einstein previde il nazismo nel 1922: l’annuncio nel giorno in cui si ricorda la “Notte dei Cristalli” che avrebbe avviato la persecuzione agli ebrei. In una lettera alla sorella il geniale fisico tedesco parlava di «tempi bui». Lo scritto, finora sconosciuto, sarà messo all’asta la settimana prossima a Gerusalemme dalla casa Kedem a partire da 12mila dollari. «Qui si stanno preparando tempi bui, politicamente ed economicamente, ed io sono felice di andarmene via da tutto per un anno e mezzo». Il premio Nobel scrisse la lettera alla sorella Maja nell’agosto del 1922 dopo l’assassinio del ministro degli esteri Walter Rathenau, ebreo come Einstein, da parte dei nazionalisti tedeschi. La polizia aveva avvisato lo scienziato che, in quanto amico del ministro, anche lui era in grave pericolo. «Nessuno sa dove mi trovo e pensano che io sia scomparso… Sto abbastanza bene, nonostante gli antisemiti tra i colleghi tedeschi», disse alla sorella forse da Kiel, dove era in partenza per l’Asia.



ALBERT EINSTEIN PREVIDE IL NAZISMO NEL 1922

Albert Einstein scrisse alla sorella Maja prevedendo con largo anticipo cosa sarebbe successo in Germania con la salita al potere dei nazisti che, nel 1938, quindi 80 anni fa, avrebbero avviato il pogrom antiebraico della “Notte dei Cristalli”, avvisaglia della “Soluzione Finale” in Europa. Il fascismo in Italia era già una realtà, in Germania un decennio dopo in nazisti presero il potere. Questa lettera inedita racconta il clima che si respirava prima dell’avvento del Terzo Reich. Lo scienziato era già in fuga e già timoroso per le sorti del suo pese. Lasciò Berlino rifugiandosi nel nord della Germania. In questo periodo scrisse alla sorella, avvertendola dei pericoli del crescente nazionalismo e antisemitismo ben prima che i nazisti prendessero il potere. «Mi sto guadagnando da vivere con denaro che in gran parte non viene dalla Stato cosicché io sia veramente un uomo libero». Meron Eren, co-proprietario della casa d’aste Kedem a Gerusalemme, ha dichiarato all’Associated Press: «Questa lettera ci rivela i pensieri che attraversavano la mente e il cuore di Einstein in una fase ancora embrionale del terrore nazista».

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