Oggi la consegna del Premio Nobel per la Pace 2018 a Nadia Murad e Denis Mukwege. Probabilmente il piccolo popolo degli yazidi, almeno quelli sopravvissuti al genocidio dell’Isis, non sa neanche cosa sia il premio Nobel. Islamici scismatici che vivono (o vivevano) tra le montagne dell’Iraq, furono le vittime maggiori dell’orrore islamista, quando nel 2014 l’Isis invase i loro territori. Le donne, di qualunque età, anche bambine, divennero schiave del sesso, gli uomini, e anche qui anche i bambini, furono trucidati e gettati in fosse comuni. Alcuni riuscirono a fuggire in Siria, tra questi la oggi 25enne Nadia Murad che dopo anni di schiavitù e violenze riuscì a scappare. E’ lei una delle due persone premiate con il premio Nobel per la Pace 2018, simbolo delle sofferenze inflitte dall’Isis.
NOBEL PACE A MURAD E MUKWEGE
L’altro è il medico congolese Denis Mukwege che si è invece distinto per l’opera medica in territori dove da anni infuria una sanguinosa guerra civile, sostenendo a rischio della sua vita i feriti e le famiglie disperse, soprattutto dedicandosi alle donne vittime degli stupri. Due mondi lontani e diversi, accomunati dalla morte e dalla sofferenza a cui nessun paese occidentale si è interessato in modo continuativo e serio. E sebbene i loro popoli siano distanti ani luce da queste cerimonie pompose, la bella cifra economica che viene donata a chi vince un premio Nobel, servirà sicuramente per sostenere i propri popoli. Di questo siamo sicuri.