Sembra proseguire il dialogo fra la Cina e gli Stati Uniti. Dopo che le due nazioni avevano raggiunto una sorta di tregua durante il recente G20 di Buenos Aires, e in seguito all’arresto del numero 2 di Huawei, le due super potenze mondiali tornano a confrontarsi sulla questione commerciale. A renderlo noto è stato il ministro del commercio di Pechino, che ha spiegato come il vice-presidente del consiglio, Liue He, abbia parlato con il ministro del Tesoro Usa, Steven Mnuchin, e con il rappresentante americano al Commercio, Robert Lighthizer, in aggiunta ad alcuni colloqui telefonici intercorsi fra i negoziatori cinesi e statunitensi. Si è discusso nuovamente dell’intesa raggiunta fra Donald Trump e Xi Jinping lo scorso primo dicembre, per fissare i prossimi appuntamenti nelle discussioni bilaterali.
CINA-USA: TRATTATIVA COMMERCIALE IN CORSO
Cina e Usa, in Argentina, hanno raggiunto un’intesa per non imporre ulteriori dazi sulle merci provenienti dalle due nazioni, dandosi ulteriori 90 giorni di tempo per raggiungere un accordo soddisfacente per entrambi le parti, e nelle telefonate delle scorse ore si è quindi cominciato a trattare concretamente per trovare una soluzione. La prima conferma, come già anticipato, è l’intenzione di non alzare i famosi dazi al 25% su 200 miliardi di prodotti di cinesi, lasciandoli come attualmente, al 10%. Si è inoltre discusso, come sottolinea Il Sole 24 Ore, dell’acquisto dei prodotti agricoli americani promessi dai cinesi, e nel contempo Pechino si è detto disponibile a rivedere il proprio piano industriale per il 2025, che punta al primato in settori come la robotica e l’intelligenza artificiale. Nonostante il recente arresto di Meng Wangzhou, numero due di Huawei, e figlia del presidente della multinazionale dell’elettronica, i rapporti fra le due nazioni restano saldi e i negoziati ancora validi, per il bene dell’intera comunità internazionale. C’è da sottolineare, comunque, che nella giornata di ieri un tribunale cinese ha vietato la vendita di alcuni telefoni Apple per un vecchio contenzioso con Qualcomm, società che forniva i microchip a Cupertino.