Proseguono le indagini in merito al rapimento di Silvia Romano, l’attivista 23enne italiana, sequestrata lo scorso 20 novembre in Kenya. Quest’oggi è giunta la notizia di un nuovo arresto, tale Ibrahim Adan Omar, fra i rapitori materiali della nostra connazionale. Come ricorda l’inviato in Kenya della Rai, Enzo Nucci, si tratta dell’uomo «che soggiornò per alcuni giorni in un alberghetto, di fronte all’abitazione di Silvia Romano, pochi giorni prima del sequestro per studiarne le abitudini e pedinarla. E’ stato arrestato domenica nei pressi della zona su cui si sta concentrando l’attenzione degli investigatori, dove potrebbe appunto essere detenuta la volontaria milanese». Nel rifugio di Ibrahim Adan Omar sono stati trovati un fucile mitragliatore Kalashnikov, l’arma più usata in Africa, nonché un centinaio di munizioni. «Sono 22 le persone fino ad ora arrestate – ha ricordato il giornalista Rai – perché sospettate di rapporti con i rapitori, fra cui anche un sergente del corpo paramilitare dei guardia parchi». L’inviato ha sottolineato che da alcuni giorni è proibito attraversare il Tana River a bordo delle barche, per evitare che i sequestratori possano attraversare a loro volta il fiume e dirigersi verso la Somalia. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
SILVIA ROMANO: I SOSPETTI E LE ATTESE
Mezzo Kenya è in carcere ma di Silvia Romano, ancora, non c’è traccia: esageriamo ovviamente, ma è la sensazione che ci lascia la notizia ufficiale del nuovo arresto di un sospetto rapitore del commando criminale. Si tratta di Ibrahim Adan Omar, sospettato di essere uno dei tre sequestratori che avrebbero in mano la giovane volontaria di Milano dallo scorso 20 novembre: lo ha confermato stamattina il comandante della polizia nella zona costiera, James Akoru, anche se l’arresto sarebbe avvenuto nel pomeriggio di domenica all’interno della contea di Tana River, non lontana da Malindi. Stando a quanto riportato dal quotidiano del Kenya, Daily Nation, Ibrahim Adan Omar è stato trovato in possesso di un fucile Ak-47, due caricatori e centinaia di munizioni: la stessa polizia ha spiegato che gli altri due sospettati di aver rapito Silvia Romano – Yusuf Kuno Adan e Said Adan Abdi – sono ancora in fuga, anche se le ricerche continuano frenetiche.
SILVIA ROMANO: I SOSPETTI E LE ATTESE
Da quasi un mese ormai si ripete il “mantra” dalle forze dell’ordine keniote «Silvia Romano vicina alla liberazione»: questo però non avviene e quel “cerchio stretto” attorno ai criminali che l’hanno barbaramente rapita non sembra poi essere così “serrato”. Quello di oggi è il terzo arresto anche se va detto che si tratta del primo “significativo” visto che era uno dei tre sospettati ricercati con taglia da un milione di scellini keniani (oltre 9mila euro) sulla testa. Resta però l’attesa continuamente “illusa” per la famiglia della povera Silvia e per l’Italia che vorrebbe evitare un “nuovo caso Giulio Regeni”, specie nell’esito devastante finale. Un punto resta però favorevole secondo gli inquirenti che da giorni cercano la cooperante italiana: l’arresto di Ibrahim Adan Omar (che aveva soggiornato in un alberghetto davanti all’abitazione della ragazza per poterla pedinare, ndr) avvenuto nella zona di Bengale fa ben sperare visto che si presume sia proprio questa l’area in cui i rapitori tengono nascosta Silvia Romano in ostaggio. Se così fosse, significherebbe che la pattuglia criminale non ha superato ancora il fiume Tana per raggiungere la Somalia e le milizie islamiste degli al-Shabaab.