Bimbi migranti marchiati con numeri seriali scritti a pennarello sulle braccia al confine tra Messico e Stati Uniti. Immagini che riportano col pensiero a quelle schedature messe in atto dai nazisti nei confronti degli ebrei e che per questo motivo stanno suscitando sdegno in diverse parti del mondo. A Juarez, terra di frontiera dove i bambini sono stati marchiati si è recato personalmente Beto O’Rourke, il politico del Partito Democratico sconfitto per una manciata di voti da Ted Cruz alle elezioni come governatore del Texas ma capace di appassionare milioni di americani che già vedono in lui l’anti-Trump per la prossima corsa alla Casa Bianca. O’Rourke sul suo profilo Twitter ha commentato così la sua esperienza: “Ho visitato Juárez per ascoltare direttamente i richiedenti asilo. Ho incontrato una madre che ha viaggiato dal Guatemala con la figlia di 10 anni. Ci sono voluti più di 3 settimane per arrivare qui. Il posto in attesa per la loro richiesta d’asilo è ora scritto sulle loro braccia con un pennarello: 2142 e 2143”. (agg. di Dario D’Angelo)
SCHEDATI ANCHE GLI ADULTI
Le immagini girate dalla Nbc al confine tra Usa e Messico e che mostrano dei bambini che, in attesa di passare la frontiera, vengono letteralmente marchiati sulle braccia con dei numeretti che rimandano a infausti precedenti del secolo scorso stanno facendo discutere non solamente i media americani: dopo una precisazione, arrivata nelle ultime ore, si è scoperto che la responsabilità è della polizia di frontiera messicana, e non degli omologhi statunitensi ma il problema a livello politico rimane tanto che sono molte le voci levatesi contro questa pratica. Secondo quanto si apprende, tuttavia, a venire “marchiati” sulle braccia con dei pennarelli non sono solo i più piccoli ma anche gli adulti, sovente i genitori di quei migranti che in gran parte fanno parte della carovana partita tempo addietro dal Guatemala e capace di arrivare fino al confine meridionale degli stessi Stati Uniti. (agg. di R. G. Flore)
POLIZIA MESSICANA SOTTO ACCUSA
Dopo che le lugubri immagini diffuse da un’emittente americana, la Nbc, dei bambini letteralmente “schedati” al confine col Messico con dei numeri identificativi sulle braccia, è unanime la condanna delle comunità internazionale, mentre si cerca di fare luce su quanto sia accaduto. Secondo la Msnbc, tuttavia, responsabile di una procedura che rimanda alle pratiche adottate dagli aguzzini nazisti nei campi concentramento non sarebbe la controparte americana ma la polizia di frontiera messicana che opera a Juarez. Ad ogni modo, in attesa che l’amministrazione guidata da Donald Trump fornisca la sua versione sull’accaduto, una ondata di indignazione si è levata tra gli stessi media dello Stato d’Israele, Paese da sempre alleato degli USA: inoltre pare che i suddetti bambini “schedati” in attesa di passare il confine farebbero tutti parte della oramai famosa carovana di migranti proveniente dal Guatemala e arrivati praticamente dopo un lunghissimo viaggio fino alle porte degli Stati Uniti. (agg. di R. G. Flore)
LE IMMAGINI DIVENTATE VIRALI
Sono immagine evocative di un passato oscuro quelle diffuse dall’emittente Msnbc di bambini migranti al confine tra Usa e Messico marchiati sulle braccia da numeri identificativi dalla polizia di frontiera. Per quanto nel mirino siano finite immediatamente le politiche di (non)accoglienza di Donald Trump, il quotidiano israeliano Haaretz, finito nei giorni scorsi anche nel mirino di Matteo Salvini prima della sua visita allo Stato Ebraico, i numeri dei bambini migranti sarebbero scritti con dei pennarelli dagli agenti della polizia di frontiera messicana, non dagli americani. Le immagini dei bambini “schedati” alla maniera degli ebrei nei campi di concentramento nazisti sta destando indignazione e orrore in tutto il mondo. Un video in cui una mamma mostra i polsi dei bambini “marchiati”, fortunatamente ignari del trattamento loro riservato, è stato visualizzato su Twitter da oltre 2 milioni di persone. (agg. di Dario D’Angelo)
https://twitter.com/CalNBC/status/1073734427258216448/video/1
BAMBINI MIGRANTI MARCHIATI AL CONFINE USA-MESSICO
Mentre le polemica contro Trump impazza per la questione dei migranti al confine Usa – è di oggi tra l’altro la notizia di una “minaccia” di shutdown se non si trovano nella legge di bilancio 5 miliardi di dollari per il confine messicano – spopola sui social Usa un video agghiacciante: al confine tra Messico e Stati Uniti i bimbi verrebbero “marchiati” con numeri sulle braccia come nei peggiori rimandi storici dei campi di concentramento nazisti e comunisti. Lo scandalo dalla rete arriva fino alla politica, con diverse accuse contro la politica migratoria del Presidente Trump, anche se nello specifico sarebbero i poliziotti messicani ad usare l’orrenda “pratica” alla frontiera americana, frutto dell’accordo rinnovato tra il Presidente AMLO e il collega alla Casa Bianca. Per Trump le questioni sono ulteriormente complicate dal fatto che la maggior parte del Congresso è dimissionario, in seguito alle elezioni di Midterm dello scorso novembre. In molti non si presentano e le varie decisioni in merito alle decisioni sull’immigrazione, alle richieste sulla Legge di Bilancio e alla sempreverde questione del muro restano ancora sospese..
TRUMP: “GIUSTO DIVIDERE LE FAMIGLIE, SE NO VENGONO TROPPI MIGRANTI”
Il Presidente Donald Trump, in piena polemica dei media Usa per la morte della bimba di 7 anni disidratata nel carcere con altri migranti dopo oltre 8 ore nel deserto, rilascia due brevi dichiarazioni destinate a far discutere e dividere ulteriormente l’opinione pubblica già dilaniata per il nodo immigrazione dal Messico: «se non si separano le famiglie, molta più gente verrà negli Usa. I trafficanti usano i bambini», il Presidente dunque non solo difende la propria politica sui migranti ma attacca anche il suo predecessore Barack Obama per l’inconsistenza e le gravi mancanze nelle decisioni in tema immigrazione. Il Presidente tycoon infatti sottolinea «la politica di separare i bambini al confine durante l’era Obama è stata molto peggiore di come la stiamo gestendo ora: ricordatevi delle foto dei bambini nelle gabbie». Una continua polemica dopo che la piccola Jackelin Caal Maquin, originaria del Guatemala, ha trovato la morte nelle scorse ore dopo il lungo viaggio fatto con l’ennesima carovana di migranti giunta verso il Messico per provare a superare il confine americano illegalmente.
ANCORA POLEMICHE DOPO LA MORTE DELLA BIMBA DI 7 ANNI
Poco cibo, nessuna possibilità di bere nelle 12 ore precedenti e l’assoluta indifferenza dei militari che non si sono resi conto della situazione disumana in cui verteva la piccola Jackelin (e come lei tanti altri): la polemica contro la linea Trump sui profughi alla frontiera messicana non si placa e ora con le parole “divisive” sulle famiglie di immigrati non si è fatto altro che esacerbare la contesta. È di oggi tra l’altro il commento pubblico di Papa Francesco, dall’Angelus in Piazza Francesco, sul tema spinoso dei migranti e sul recente accordo del Global Compact cui gli Usa di Trump non hanno voluto partecipare: «La settimana scorsa è stato approvato a Marrakech, in Marocco, il Patto Mondiale per una Migrazione Sicura, Ordinata e Regolare, che intende essere un quadro di riferimento per la comunità internazionale”, ha ricordato il Papa all’Angelus. “Auspico pertanto che essa, grazie anche a questo strumento, possa operare con responsabilità, solidarietà e compassione nei confronti di chi, per motivi diversi, ha lasciato il proprio Paese, e affido questa intenzione alle vostre preghiere», ha concluso il Pontefice.