“Ho ucciso, torturato e non me importava se fossi morto”. A dire così un bambino di 13 anni, arruolato a combattere con i ribelli Houthi nello Yemen quando di anni ne aveva 10. Secondo un alto funzionario dell’esercito ribelle che dal 2014 combatte contro la coalizione saudita e americana, che ha parlato con l’agenzia Associated Press a condizione fosse rimasto anonimo, dall’inizio delle ostilità sono circa 18mila i bambini soldato arruolati spesso con la forza nelle loro file. Anche l’altra parte, quella del regime yemenita al potere, usa bambini soldati, ma in numero minore, sempre in violazione di qualunque convenzione internazionale che vieta ai minorenni di combattere. Mohammed, uno dei ragazzini intervistati nel corso di questa inchiesta dell’agenzia di stampa americana AP, ha al braccio un braccialetto con inciso un numero: “Quando divento un martire” così vengono chiamati i bambini soldato “inseriscono un numero nel computer, mi fanno una foto con il mio nome e quindi queste informazioni vengono incollate sulla mia bara se dovessi rimanere ucciso, in modo che sappiano a quale famiglia mandare il mio corpo”.



LA STRAGE DI BAMBINI

Tutto semplice, tutto normale, una fabbrica della morte che dura da anni senza che nessun paese occidentale se ne interessi, a parte gli Usa che sostengono i loro alleati sauditi. Secondo le Nazioni Unite sono 2721 i bambini dai 10 anni di età reclutati dalle due parti per combattere, ma il vero numero non lo conosce nessuno. I genitori non parlano per paura di rappresaglia mentre gli Houthi dicono di rifiutarsi di arruolare i minori. Molti si sono uniti alle milizie di ribelli per denaro o perché così potevano usare un’arma da fuoco, come se fosse un gioco. Ma molti hanno detto di essere stati rapiti dalle scuole o costretti in cambio della liberazione di un parente che era stato arrestato. Vengono presi con la forza dalle scuole e tornano a casa in bare di legno. Secondo l’Unicef almeno 6mila bambini, combattenti o morti sotto i bombardamenti dei villaggi, sono deceduti dall’inizio dei combattimenti in Yemen. Ogni anno nel mese di febbraio si celebra la Settimana dei martiri: sulle mura delle classi nelle scuole vengono attaccate le foto di tutti i bambini morti in guerra.

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