Scatterà domani ufficialmente la COP24 in quel di Katowice (Polonia) e durerà fino al 14 dicembre: la Conferenza delle Parti promossa dall’Onu ha come sempre l’obiettivo di discutere di clima e vari cambiamenti climatici nell’ottica di superare i forti ostacoli e danni ambientali che ancora nel 2018 non si riesce a risolvere e che nei prossimi 30 anni potrebbero far sorgere problematiche sempre maggiori, laddove non si intervenga tempestivamente. I rappresentanti di circa 200 Paesi,hanno così avviato due settimane di negoziati: il punto di partenza è l’accordo di Parigi del 2015 sul clima e tutte le conseguenze anche nefaste poi succedute, su tutte l’uscita degli Usa di Trump dalla convenzione con gli altri principali Paesi mondiali. «La minaccia posta all’umanità dai cambiamenti climatici non è mai stata più grave e deve spingere la comunità internazionale a fare molto di più»: con questo durissimo intervento ha aperto i lavoro stamani il Segretario esecutivo della Convenzione Quadro Onu e sui cambiamenti climatici (Unfcc), Patricia Espinosa. Dal 2015 ad oggi i rischi per il cambiamento climatico sono aumentati e le denunce decuplicate: «Si prevede che l’anno in corso sarà uno dei quattro più caldi di sempre – ha poi precisato ancora Espinosa nella nota – le concentrazioni di gas serra nell’atmosfera hanno raggiunto livelli record e le emissioni continuano ad aumentare. I cambiamenti del clima colpiscono già le comunità di tutto il pianeta e le vittime, le distruzioni, le sofferenze che portano rendono il nostro lavoro più urgente in questa COP24».



COP24, IL MINISTRO COSTA LO “RIDIMENSIONA”

Assente Trump, ovviamente, e inizialmente assente anche il Premier francese Eduard Philippe trattenuto a Parigi per gestire l’emergenza degli scontri con i Gilet Gialli: l’Italia è presente e viene rappresentata dal Ministro dell’Ambiente Sergio Costa che pure sembra “ridimensionare” l’importanza e il peso della conferenza mondiale. «La Cop24 non sarà una pietra miliare , e in ogni caso non dobbiamo accontentarci dei livelli raggiunti e, nell’ambito dell’accordo di Parigi, l’intento è di spingere al massimo il concetto di ambizione, puntando in alto», spiega il Ministro Costa dopo che nelle scorse ore i grandi della Terra al G20 in Argentina hanno sì trovato un accordo sul commercio e i migranti ma ancora una volta non hanno trovato l’intesa sul clima. «Abbiamo solo dodici anni per salvare il clima del nostro Pianeta. Per questo il Summit di Katowice non può che avere obiettivi ambiziosi. Questo è un momento cruciale per tutti noi, un vero e proprio test per l’umanità», è l’appello lanciato da Greenpeace e approdato all’inizio della conferenza incaricata di lanciare proposte e “direttive” per le varie operazioni poi in carico ai singoli Stati.

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