Dopo alcuni mesi di relativa tranquillità, riesplode la tensione in Catalogna dove gli indipendentisti sono tornati a manifestare per le strade di Barcellona a seguito del Consiglio dei Ministri straordinario che il premier spagnolo, Pedro Sanchez, ha deciso di tenere nella città catalana anziché a Madrid, e nel corso del quale sono state decise alcune misure economiche a favore dei dipendenti pubblici e in merito ai salari locali. Eppure la mossa del Primo Ministro socialista, che aveva l’aria di un segno di distensione, tanto che in mattinata aveva avuto degli incontri con le autorità del luogo e con la stessa sindaca, Ada Colau, ha finito per avere l’effetto contrario richiamando alla mobilitazione diverse sigle che fanno capo al movimento indipendentista. Le forze di polizia dei Mossos d’Esquadra hanno dovuto caricare i manifestanti che cercavano di accedere all’edificio in cui si è tenuto fino alle 13.30 il suddetto Cdm e diversi arresti sono stati eseguiti tra i manifestanti. Dal canto suo l’Assemblea Nazionale della Catalogna (ANC) ha inviato i militanti a far sentire la propria voce, bloccando vie cittadine e autostrade e va segnalato che alcuni di loro indossavano dei giubbetti fluorescenti sul modello dei “gilets jaunes” francesi. (agg. di R. G. Flore)
CATALOGNA, SCONTRI TRA INDIPENDENTISTI E MOSSOS
Catalogna, nuovi scontri tra gli indipendentisti e i Mossos d’Esquadra: nelle ultime ore a Barcellona la situazione sta precipitando con alcuni manifestanti appartenenti a dei comitati legati all’indipendentismo che sono venuti a contatto con gli uomini della polizia catalana e le forze del Comités de Defensa de la Repùblica; secondo alcune fonti sarebbero già undici le persone arrestate per azioni violente ma il bilancio potrebbe aumentare dato che i manifestanti pare abbiano indetto una grande adunata attorno alle ore 18 al grido di “Facciamo cadere il regime!”. A scatenare l’ira della gente scesa in strada, anche se la maggior parte dei cortei sta manifestando pacificamente, e che ha bloccato il traffico alzando barricate non solo di alcune strade di Barcellona ma anche di arterie di comunicazione che conducono alla città è stata la convocazione di un Consiglio dei Ministri del Governo spagnolo tenutosi in via straordinaria proprio a Barcellona. Anche per questo motivo un cordone di polizia è schierato a difesa dell’edificio dove si svolge il suddetto Cdm e che dovrebbe decidere anche in merito ad alcune misure relative alla Catalogna, tra cui l’aumento a 900 euro del salario minimo e dello stipendio dei dipendenti pubblici.
LE PROTESTE DEGLI INDIPENDENTISTI
La giornata di proteste a Barcellona era cominciata all’alba di oggi, quando i Mossos d’Esquadra avevano sequestrato del materiale infiammabile che probabilmente sarebbe stato usato per realizzare delle bombe molotov: bersaglio dei manifestanti era lo stesso premier spagnolo, Pedro Sanchez, arrivato nella capitale catalana tra le proteste degli indipendentisti, respinti dalle cariche della polizia fino a quando la riunione dei ministri dell’esecutivo non si è conclusa attorno alle 13.30: insomma, dopo un periodo di relativa tranquillità la Catalogna ribolle di nuovo anche a causa del deteriorarsi dei rapporti tra il Primo Ministro Sanchez e Quim Torra, presidente del governo indipendentista. Secondo quanto si apprende, inoltre, alle 18 di oggi è stata indetta una grande manifestazione nel centro della metropoli e a cui parteciperanno venti diverse sigle indipendentiste: motivo in più per tenere la tensione alta dato che fra i principali leader serpeggia infatti, per la prima volta, la convinzione che la strada della forza sia la soluzione per vincere il braccio di ferro con Madrid.