Lo tsunami che ha colpito l’Indonesia due giorni fa ha provocato ben 429 vittime, ma il bilancio rischia di essere solamente parziale. Sono più di 1.400 i feriti ed inoltre vi sarebbero circa 130 persone che mancano all’appello. A complicare ulteriormente la situazione, il rischio di un’emergenza sanitaria. Come scrive poco fa l’edizione online di SkyTg24.it, nelle zone colpite dall’onda anomala iniziano a scarseggiare acqua potabile e medicinali, con il rischio di infezioni e di non poter curare i feriti. A lanciare l’allarme sono stati gli operatori sanitari, a cominciare da Rizal Alimin, medico volontario in una scuola trasformata in rifugio di fortuna: «Molti bambini sono malati, hanno la febbre, mal di testa e non hanno abbastanza acqua». Così invece ha denunciato Abu Salim, volontario dell’associazione Tagana: «Oggi ci concentriamo sull’assistenza ai rifugiati che si trovano nei centri, installiamo cucine e distribuiamo attrezzature logistiche. Le persone non hanno ancora accesso all’acqua potabile, molti rifugiati sono andati in zone alte e non siamo stati in grado di raggiungerli». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
TSUNAMI INDONESIA: 429 MORTI/h2>
Si aggrava purtroppo ulteriormente il bilancio dei morti dello tsunami che ha colpito due giorni fa l’Indonesia. Come riferiscono le autorità nazionali, le vittime sono ora 429. A completare il bollettino di guerra, i più di 1.400 feriti, i 128 dispersi, e gli sfollati, il cui numero al momento è imprecisato: alcuni parlano infatti di 5/6000 persone rimaste senza casa, mentre per altri i senza tetto sarebbero almeno il doppio, attorno agli 11/12.000. Una tragedia immane le cui conseguenze potrebbero peggiorare con il passare delle ore visto che fra le isole di Giava e Sumatra si continua a scavare sotto le macerie e a trovare corpi. L’onda anomala provocata da uno smottamento sottoterra ha infatti devastato tutto ciò che trovava sul suo cammino, distruggendo centinaia di migliaia di abitazioni, la maggior parte delle quali di legno, e danneggiando seriamente una serie di hotel sulla costa che in questo periodo dell’anno sono gremiti di turisti. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
TSUNAMI INDONESIA: AUMENTA IL NUMERO DELLE VITTIME
Il dato ufficiale (e purtroppo parziale) dei morti per lo tsunami in Indonesia sale a 370, con l’allarme di Oxfam che preoccupa ancora per le prossime giornate di devastazione: «Sono almeno 600 le abitazioni distrutte e una decina gli hotel danneggiati in modo grave. Ci sono 11mila sfollati». La preoccupazione tra l’altro prosegue visto che il “figlio” del Krakatoa, l’altro vulcano più piccolo, non accenna a diminuire la propria furia di lava: si temono altre ondate anomale nei prossimi giorni, come ha spiegato l’operatore di Caritas Matteo Amigoni in una intervista al Sir «i parla di quasi 400 morti e oltre 1000 feriti, la maggior parte a Sumatra. Il governo ha annunciato che le cifre aumenteranno. Inoltre c’è il pericolo di nuove onde, perché l’eruzione del vulcano Krakatoa ancora continua». Sempre secondo l’operatore volontario in Indonesia, era alquanto difficile poter prevedere l’effetto devastante dell’onda: «E’ successo tutto in maniera molto repentina, non c’è stato nemmeno il tempo di dare l’allerta, come spesso accade nel Paese. Perché quando lo tsunami è causato dal terremoto il mare prima si ritira e poi arriva l’onda. In questo caso l’onda si è alzata improvvisamente, non c’è stata nessuna avvisaglia», conclude Amigoni. (agg. di Niccolò Magnani)
IL RISCHIO DI NUOVE ONDE ANOMALE
Il vulcano Krakatoa si è ufficialmente risvegliato e l’Indonesia trema dopo l’onda anomala distruttiva che ha già provocato oltre 280 morti e mille feriti. “Le prime immagini mostrano un’intensa attività esplosiva che potrebbe essere associata al collasso del vulcano. Al momento è ancora difficile dire se a provocare lo tsunami sia stata frana oppure lo sprofondamento del sistema vulcanico”: a dichiararlo, come riferisce RaiNews, è stato Augusto Neri, direttore del dipartimento Vulcani dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). Intanto le autorità locali hanno ampiamente messo in conto il rischio di ulteriori tsunami dopo quello devastante dello scorso venerdì. A fare preoccupare è anche la situazione dei 12mila sfollati ai quali potrebbero aggiungersi nuovi morti. In merito alle vittime, sarebbero tutte indonesiane. “Non sembrerebbero esserci cittadini italiani coinvolti”, annunciano alcune fonti, ma la prudenza in questi casi è d’obbligo trattandosi di un bilancio del tutto provvisorio. Le eruzioni del vulcano intanto proseguono e in queste ore si sono moltiplicate le missioni di soccorso e di volontariato che stanno accorrendo sul posto della tragedia per prestare soccorso medico e non solo. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
ESTRATTO BIMBO DA MACERIE DOPO 12 ORE
Questa mattina un piccolo “miracolo” nell’inferno del vulcano Krakatoa ha riacceso alcune speranze sepolte sotto le macerie dello Tsunami che ha devastato di nuovo l’Indonesia dopo l’ecatombe del 2014: un bimbo di 5 anni di nome Ali, intrappolato per 12 ore tra le rovine di un edifico distrutto dallo tsunami in Indonesia, è stato estratto vivo e sottoposto subito alle cure dei medici soccorritori. La famiglia del piccolo bimbo si ricerca ancora sotto le macerie ma l’impressione è che ben in pochi riusciranno a salvarsi dei dispersi ancora sotto quintali di macerie. Intanto tra le tante storie drammatiche di queste ultime ore spunta quella della compagna statale Pin: l’onda di Tsunami ha fatto una strage tra gli impiegati che stavano celebrano la fine dell’anno proprio davanti alla ormai tristemente famosa rock band, travolti tutti dall’onda che non ha lasciato scampo alcuno. (agg. di Niccolò Magnani)
RESTA L’ALLERTA, IL VULCANO CONTINUA AD ERUTTARE
E’ una distesa di fango e macerie ciò che resta dopo il violento tsunami che si è abbattuto sulle coste dell’Indonesia provocando al momento almeno 280 morti. La spiaggia di Carita, a Pandeglang resta una delle più colpite e nonostante la pioggia battente continua il lavoro incessante dei soccorritori alla ricerca dei dispersi. I feriti sono oltre mille ma come spiegato dal portavoce della protezione civile Sutopo Purwo Nugroho “il numero delle vittime e dei danni continuerà a salire perché la comunità non ha avuto il tempo di fuggire”. Intanto, il vulcano Krakatoa da quale sarebbe stato scaturito lo tsunami, esattamente 24 minuti dopo la sua eruzione, continua incessante la sua attività al punto che, come spiega RaiNews, le autorità indonesiane hanno invitato la popolazione del posto ed i numerosi turisti presenti in questo periodo di festa a stare lontani dalle spiagge nel timore che possa verificarsi una seconda devastante onda anomala, anche più potente della prima sopraggiunta all’improvviso lo scorso venerdì. Al momento sono almeno 600 le abitazioni andate distrutte, con 9 hotel severamente danneggiati e quasi 12mila sfollati. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
TSUNAMI INDONESIA: OLTRE 281 MORTI, ALMENO MILLE FERITI
Si aggrava sempre di più la situazione in Indonesia, in seguito al terribile tsunami che senza alcun preavviso lo scorso venerdì notte ha letteralmente spazzato via un tratto di costa occidentale dell’isola di Giava. Se fino a ieri si parlava di oltre 220 morti, ora il bilancio delle vittime si è aggravato ulteriormente, come già previsto nelle passate ore. Al momento, come spiega TgCom24, si parla di oltre 281 morti, almeno mille feriti ed ancora decine e decine di dispersi. I dati sono purtroppo destinati ad un ulteriore innalzamento dal momento che in molte zone non sono ancora stati prese in esame le reali conseguenze dell’onda alta fino a 20 metri, giunta nel buio, senza alcun preavviso e senza che vi sia alcuna scossa di terremoto prima. Nessuna allerta, infatti, era stata lanciata in precedenza. A far scatenare lo tsunami, dunque, potrebbe essere stata l’eruzione del vulcano Anak Krakatoa, distante pochi chilometri. Secondo le prime ipotesi, proprio una frana sottomarina provocata dall’esplosione vulcanica potrebbe aver generato la grande onda anomala che si è abbattuta sulla spiaggia 24 minuti dopo, spazzando via case ed alberghi, in una zona tra l’altro molto popolata soprattutto in questo periodo dell’anno. Un bilancio provvisorio dei danni parla al momento di 500 case sul lungomare andate letteralmente distrutte, danni a diversi hotel, ristoranti e centinaia di barche.
TSUNAMI IN INDONESIA: SI AGGRAVA BILANCIO VITTIME
Sul fronte delle vittime, le prime indicazioni sembrerebbero confermare la presenza di soli indonesiani. La maggiore concentrazione è stata registrata a est del vulcano Krakatoa, poco distante da Giacarta e nelle zone maggiormente turistiche come le spiagge di Tanjung Lesung, Carita, Teluk Lada e Panimbang. Molte vittime sono state segnalate anche sulla sponda di Sumatra e ulteriori aggravamenti, a questo punto, sembrano purtroppo inevitabili. Nelle ultime ore le autorità locali hanno diramato un’allerta affinché le popolazioni dell’area colpita possano stare il più possibile lontane dalle spiagge. Si moltiplicano intanto le testimonianze di chi ha assistito inerme all’arrivo dell’onda distruttiva: “Erano due onde, la seconda molto più potente della prima. Ho dovuto correre, mentre l’onda superava la spiaggia e si abbatteva 15-20 metri nell’entroterra”, ha raccontato su Facebook il fotografo norvegese Oystein Lund Andersen. Da ore è attiva anche la macchina dei soccorsi essenziali urgenti che vede affiancare alle strutture mediche locali anche il team di Medici Senza Frontiere. Unica “consolazione” è che a differenza di altri disastri naturali accaduti sempre in Indonesia, questa volta l’accesso ai soccorritori appare più agevole.