Il corpo della piccola Faryal, la bimba di tre anni stuprata e uccisa in Pakistan, giaceva in una scarpata poco distante dal luogo in cui viveva e da dove è scomparsa, nel giorno di Natale. Dopo il suo ritrovamento, spiega Il Messaggero, il suo corpicino è stato avvolto in coperte di lana e adagiato sul letto, circondata dal padre rimasto ormai senza lacrime. Dopo la notizia, suo social sono in tanti ad invocare la pena di morte per i suoi aguzzini. Sono trenta le persone finite in carcere e sospettate dell’inaudita violenza a scapito della piccola. E proprio su Twitter, sotto l’hashtag #JusticeForFaryal sono molteplici i messaggi di rabbia: “Il mostro deve essere impiccato”, scrive Faisal Shah. “Coloro che abusano dei bambini devono essere puniti di fronte al mondo”, gli fa eco Saqi Official. Ed ancora, “Condividete e aggiungete la vostra voce per fare giustizia”. Tutti i messaggi vedono l’aggiunta dell’account di Imran Khan, il premier pachistano a cui si chiede “di fare un’azione esemplare per sradicare questo cancro dal nostro Pakistan” e a cui si domanda “il governo e l’umanità stanno dormendo?”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



L’OMBRA DEL BRANCO “MORTA PER PAURA E DOLORE”

Definire orrendo quanto avvenuto in Pakistan ad una bimba di appena tre anni risulta essere davvero riduttivo. La storia di atroci violenze e morte arriva dal Pakistan e secondo quanto emerso dai media locali, la piccola Faryal sarebbe rimasta vittima di atroci violenze sessuali dopo essere scomparsa nel primo pomeriggio di Natale dalla sua abitazione. Il suo corpicino senza vita fu rinvenuto solo ieri mattina dai carabinieri, in una scarpata poco lontana dalla casa in cui viveva con la sua famiglia, ad Abbottabad, nel distretto di Khyber Pakhtunkhwa. Per la sua morte sono stati arrestati ben 30 sospettati e questo ha portato a far emergere l’ombra terribile del “branco” che avrebbe agito contro la piccola vittima, secondo un agente di polizia “morta a causa della paura e del dolore”. Lo stesso come riporta Fanpage.it, ha confermato le violenze subite e che accomunano Faryal a Zainab Ansari, piccola di sei anni il cui aguzzino fu arrestato e condannato a morte, nonché impiccato lo scorso ottobre. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



ORRORE IN PAKISTAN IL GIORNO DI NATALE

Una storia ai limiti della follia umana quella che ci giunge dal Pakistan, dove una bambina di soli 3 anni è stata violentata ed uccisa. L’episodio macabro, riportato in queste ore dai principali quotidiani online, ci giunge da Abbottabad, dove la polizia ha arrestato ben 30 sospettati, tutti in qualche modo collegati a questa vicenda da horror. Le forze dell’ordine, come riferisce TgCom24.it, hanno spiegato che la piccola vittima era scomparsa di casa martedì pomeriggio, a Natale, e i genitori avevano sporto denuncia non vedendo più la figlia rientrare a casa. Il 26 dicembre, a Santo Stefano, il corpo della piccola è stato ritrovato gettato in una scarpata. Stando a quanto sostenuto da Muhammad Ijaz, agente di polizia, la piccola sarebbe «morta a causa della paura e del dolore» dopo la violenza subita. Lo stupro e l’uccisione della piccola Faryal, così si chiamava la bambina di 3 anni violentata, è avvenuta precisamente nel distretto di Khyber Pakhtunkhwa, vicino ad Abbottabad, località quest’ultima nota per aver ospitato l’ultimo rifugio di Osama Bin Laden prima della sua uccisione.



PAKISTAN: BIMBA DI 3 ANNI VIOLENTATA E UCCISA

Non è la prima volta che succedono episodi simili in Pakistan. A gennaio del 2018, quasi un anno fa, una bimba di 6 anni, Zainab Ansari, venne violentata e poi uccisa a Kasur, nella regione del Punjab, scatenando violente proteste. La polizia arrestò il suo aguzzio, Imran Ali, che venne successivamente condannato a morte per impiccagione. Lo scorso 17 dicembre, invece, in India, un’altra bambina di soli 3 anni venne violentata brutalmente e poi lasciata in fin di vita: l’aguzzino, in quel caso, era stato il custode del palazzo in cui la piccola risiedeva. Anche l’India, così come il Pakistan, è teatro spesso e volentieri di episodi raccapriccianti, dove bambine di 3/5/8 anni vengono violentate e nella maggior parte dei casi uccise, quasi come fossero delle cose da prendere, usare e poi buttare via.