Il sospetto va ovviamente subito alla Corea del Nord: al Governo della Corea del Sud sono stati rubati circa mille nomi di nordcoreani fuggiti dal regime comunista. Vittima dell’attacco hacker il ministero sudcoreano per l’Unificazione. Solo Pyongyang può essere interessata a sapere chi ha disertato fuggendo dal proprio paese, per scatenare ritorsioni e caccia ai parenti e conoscenti dei fuggitivi. Nessun altro paese al mondo può esserne interessato. Non solo: la Corea del Nord ha più volte minacciato coloro che sono fuggiti in quanto diffondono la situazione reale del paese, in questo modo possono scatenare una caccia nei loro confronti. I parenti invece rischiano la pena di morte.



FUGA DA PYONGYANG

Si calcola che dalla fine della guerra tra le due Coree, nel 1953, siano circa 30mila i soldati disertori fuggiti a Seul, è successo anche in tempi recenti come si è visto in un video in cui un soldato passa nordcoreano passa, inseguito, il confine tra i due paesi. Al momento è stata aperta una inchiesta ma ancora non si sa chi siano gli hacker. Potrebbe anche trattarsi di un gruppo privato che poi rivende la lista alla Corea del Nord. La lista dei nomi si trovava nel computer di un centro di reinserimento per fuggiaschi

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