E’ sparita all’alba di oggi la statua dedicata all’ex primo ministro Imre Nagy che si trovava nel palazzo del parlamento di Budapest. Secondo indiscrezioni, sarebbe stato il governo a decidere al proposito, cercando però di tener nascosta il più possibile l’operazione. Che lascia interdetti. Nagy infatti era il capo del governo nel periodo storico in cui l’Ungheria cercò di staccarsi dal controllo sovietico, fino alla tragica repressione armata che annegò nel sangue il sogno di un paese libero, nel 1956. Lo stesso Nagy venne condannato a morte e impiccato due anni dopo e per gli ungheresi è sempre stato un simbolo, un autentico eroe nazionale. La sua storia però ha delle ombre oscure, ad esempio nel periodo in cui, dal 1918, si trasferì in Russia per combattere a fianco dei rivoluzionari, fino a diventare agente segreto dei russi.
EX AGENTE DEL KGB
Dopo la seconda guerra mondiale però Nagy fu sempre impegnato per fare dell’Ungheria un paese socialista moderato lontano dal regime comunista sovietico, cosa che gli costò la vita. Proprio per questi motivi Nagy viene considerato dall’attuale governo di destra uno “dei peggiori comunisti di sempre”. Ipotesi alquanto bizzarra, ma sta di fatto che l’attuale regime stia facendo sparire ogni simbolo di sinistra, anche se moderato come era l’ex leader. Al posto della statua, riporta il Corriere della Sera, verrà messo un monumento dedicato alle vittime del “terrore rosso” del 1919, quando in Ungheria per breve tempo si formò una repubblica sovietica. L’effetto ottenuto però sembra ottenere il risultato opposto, voler cioè valorizzare i sovietici, cancellando dalla memoria il massimo oppositore. Le opposizioni hanno ovviamente già protestato, chiedendo al governo chi faranno sparire la prossima volta.