Le elezioni in Bangladesh che si sono tenute ieri si sono concluse con la vittoria della Lega popolare bengalese, il partito della prima ministra Sheikh Hasina e che insieme ai suoi alleati ha conquistato la quasi totalità dei seggi, ovvero 288 su 300. L’opposizione rappresentata dal Partito nazionale del Bangladesh (BNP) ha conquistato invece appena sette seggi ed ha ovviamente criticato aspramente i risultati della Hasina definendo quello che si è chiuso nelle passate ore un voto “ridicolo”. La stessa opposizione, come spiega IlPost.it, ha parlato di violenze, intimidazioni e numerosi brogli e per tale ragione ha avanzato la richiesta alla Commissione elettorale di annullare i risultati e convocare nuove elezioni. A Reuters la stessa Commissione ha fatto sapere che indagherà sulle denunce ricevute al fine di fare totale luce sui possibili brogli nel corso delle elezioni che si sono concluse all’insegna degli scontri. Il bilancio delle vittime è drammatico: 16 morti nonostante 600mila addetti alla sicurezza impegnati per prevenire gli scontri. La premier Hasina si riconferma dunque prima ministra per la quarta volta (la terza consecutiva) nonostante le pesanti accuse nei suoi confronti secondo le quali avrebbe gestito il potere in modo autoritario. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
OPPOSIZIONE “IL VOTO È NULLO BISOGNA TORNARE A VOTARE”
Si è chiusa la giornata di elezioni in Bangladesh è in bilancio è pesantissimo. Stando a quanto riferito poco fa dalla BBC, i morti sarebbero saliti a 16, con numerosi feriti causati dalle violenze scoppiate in diverse zone del paese. Il governo ha messo in campo circa seicentomila addetti alla sicurezza per prevenire i disordini, ed inoltre le autorità hanno ordinato la chiusura di internet ad alta velocità per qualche ora, per impedire la diffusione di voci incontrollate, ma non è bastatto. Stando alle indiscrezioni circolanti, riportate da Channel 24, avrebbe vinto in larga misura la premier attuale Sheikh Hasina, 71enne a capo del governo da dieci anni, pronta ad avviare il suo quarto mandato alla guida dell’esecutivo. Ma il leader dell’opposizione, Kamal Hossain, non ci sta, ed ha definito le elezioni di oggi una farsa, sostenendo che qualsiasi risultato emergerà non verrà accettato. L’opposizione intende chiedere «Alla Commissione elettorale di dichiarare il voto nullo e chiedere nuove elezioni con un governo apartitico». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
ELEZIONI BANGLADESH, PREMIER HASINA VERSO LARGA VITTORIA
Nell’ultima domenica del 2018, oltre al Congo è il Bangladesh a presentare altre Elezioni Presidenziali tutt’altro che “tranquille” con gli scontri che hanno preceduto il voto di quest’oggi che purtroppo segnano il bilancio parziale di almeno 15 morti e centinaia di feriti. Il Governo di Sinistra della Premier Sheikh Hasina, accusato da anni di repressione nei confronti delle opposizioni, della libertà di parola e della stessa popolazione. La Awami League (la coalizione di Grande Alleanza) sarebbe in netto vantaggio anche per queste Elezioni con la forte probabilità che la Presidente uscente Hasina possa giungere al suo quarto mandato consecutivo: al momento avrebbero poche speranze gli storici oppositori del Fronte Jatiya Oikya guidato dal partito nazionalista del BNP, visto che la candidata premier e principale leader – Khaleda Zia – è in carcere condannata a 17 anni per corruzione (ma il forte rischio di arresto politico è da mesi causa di scontri anche nella Comunità Internazionale).
“PREMIER HASINA HA VINTO”, GLI ULTIMI RUMORS DALLA TV DI STATO
Il Bangladesh nel sangue sta assistendo al conteggio dei voti per le Elezioni Presidenziali, con la tv di stato che afferma poco fa «dai primi risultati la vittoria per Hasina è schiacciante». Intanto però si contano i morti: 15 persone morte negli scontri tra i manifestanti pro-Governo e le opposizioni che da tempo lamentano una vera e propria dittatura per l’esecutivo Hasina. Circa 600mila addetti alla sicurezza sono stati impiegati per prevenire gli scontri mentre l’Associated Press racconta di diverse intimidazioni ai seggi che metterebbero a forte rischio il “velo democratico” per le Elezioni, già piuttosto flebile in questo Paese. Negli scorsi giorni la premier Hasina aveva ordinato la chiusura di Internet ad alta velocità «fino a dopo il voto per impedire la diffusione di “voci” che potessero scatenare disordini»: la mancanza di diritti e libertà resta un problema serissimo, oltre al conto dei morti che purtroppo cresce col passare delle ore. Il principale rivale della Awami League al momento è ineleggibile per la condanna di corruzione, mentre il secondo outsider è un 83enne ex Ministro della Giustizia – Kamal Hossain – facendo parte di una costola “separatista” della stessa Premier Hasina. Insomma, il capitolo Governo sembra già chiuso con le opposizioni che però continuano a denunciare le limitazioni della libertà anche a ridosso del voto odierno.