La Gran Bretagna è pronta a vivere mesi delicati: il tema Brexit tiene banco e non è ancora chiaro cosa accadrà con l’Unione Europea. Ma i primi effetti sono già registrabili: come sottolinea Rai News, è stato toccato il record di richieste per ottenere il passaporto irlandese. Una crescita del 22 per cento nel 2018, una cifra più che raddoppiata rispetto al 2015, prima che i britannici votassero a favore dell’uscita dall’Ue. Sono circa 100 mila gli inglesi che hanno fatto richiesta per ottenere la cittadinanza europea attraverso un passaporto irlandese: 19 mila in più rispetto al 2017 e 54 mila in più rispetto al 2015. Ed è possibile un ulteriore incremento nei prossimi mesi: sono infatti 6 milioni i britannici che possono avere la doppia cittadinanza (richiedibile da chiunque sia nato nella Repubblica d’Irlanda o nell’Irlanda del Nord o abbia un familiare o nonno irlandese). (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
“EFFETTI NEGATIVI SULLA PUBBLICA SICUREZZA”
Enigma Brexit, il divorzio tra Gran Bretagna e Unione Europea diventa un mistero. Il Ministro del Commercio Liam Fox ha rivelato che c’è «il 50 per cento di possibilità di restare in Europa», Inizialmente previsto per l’11 dicembre, il voto di ratifica alla Camera dei Comuni è stato programmato per il 29 marzo. E arriva anche l’allarme della Polizia: il capo di Londra Cressida Dick nelle scorse ore ha sottolineato che la Brexit potrebbe avere effetti negativi sulla pubblica sicurezza. Le forze dell’ordine avrebbero maggiori difficoltà nell’accesso ai database attuali ed avrà bisogno di nuove procedure ad esempio per arrestare ed estradare stranieri rapidamente, come un membro Ue. Come riporta l’Ansa, Cressida Dick ha spiegato che «sarebbe molto difficile arrivare in breve termine» a nuove regole se prevalesse l’hard Brexit, senza accordi di transizione. Patata bollente tra le mani di Theresa May… (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
BREXIT, FANTASMA NO DEAL…
No deal o divorzio? Ma forse neanche la Brexit. È questo il giudizio tranciante che il Ministro del Commercio Liam Fox – brexiter della prima ora – ha annunciato in una intervista odierna al Sunday Times per il vero “botto” di fine anno dal Regno Unito, sempre più coinvolto in una spirale di caos politico che non sembra aver fine. Dopo la fiducia riottenuta (in parte) nel suo partito, la Premier Theresa May punta tutto sull’ottenere l’ok del Parlamento nel voto decisivo sull’accordo siglato con l’Unione Europea fissato per la terza settimana di gennaio: al momento però i deputati inglesi sono tutt’altro che intenzionati a ratificarlo, anche se il tempo potrebbe “lenire” le profonde ferite e convincere soprattutto che i piani di un possibile “no deal” sarebbero peggiori di qualsiasi accordo, anche non soddisfacente come quello della May. «Se il piano May verrà bocciato dal Parlamento di Westminster, a gennaio, c’è un buon 50% di possibilità che il 29 marzo non ci sia nessun divorzio» spiega il Ministro Tory ricordando come la situazione non sarebbe molto cambiata rispetto al voto poi rinviato dalla May “in odore di sconfitta” lo scorso 11 dicembre.
JUNCKER: “CREDO CHE LA BREXIT ALLA FINE SI FARÀ”
Fox ha comunque cercato di “serrare le file” dei conservatori avvertendo che la bocciatura del piano ottenuto dalla Premier May «manderebbe in frantumi il legame di fiducia con l’elettorato, tradendo la volontà popolare che si era espressa per il “Leave” al referendum del 2016». L’incertezza regna sovrana e le prossime settimane saranno un durissimo gioco “diplomatico” per provare a capire quali siano gli eventuali piani alternativi al progetto di ratifica proposto dalla Primo Ministro di Londra. «Mettetevi d’accordo e diteci cosa volete, le nostre soluzioni sono sul tavolo da mesi» ha spiegato oggi il Presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker, infastidito del tira e molla continua della Brexit in questi mesi. «È del tutto irragionevole che parte dei britannici pensi che spetterebbe all’Ue proporre una soluzione a tutti i loro futuri problemi, in particolare a quelli legati al confine tra Dublino e Belfast», prosegue il n.1 dell’Europa, respingendo in pieno i sospetti che l’Ue voglia tenere i britannici «intrappolati nell’Unione a qualsiasi prezzo. Ho l’impressione che la maggioranza dei deputati britannici provi una profonda diffidenza verso l’Ue e la signora May». Tutti gli scenari restano aperti, dall’accordo al divorzio “hard” fino alla possibilità di un secondo referendum: quello che è certo è che l’opzione “salto nel buio” sembra sempre la più “probabile” più passa il tempo verso il voto sulla Brexit.