Che una regione, anzi uno stato della federazione spagnola, che per anni ha combattuto anche con il terrorismo per ottenere l’indipendenza e dunque la fine della discriminazione nei propri confronti, usi adesso la discriminazione è alquanto bizzarro. Ma è quanto, secondo quanto scrive il sito spagnolo cattolico infoCatòlica, starebbe succedendo nei Paesi Baschi. Nelle canzoni natalizie in uso nelle scuole alla parola “Gesù”, con un certo senso dell’umorismo, è stata sostituita la parola “Perù” che in lingua basca significa Pietro. La motivazione per cui Gesù non va più nominato è che si potrebbe danneggiare la sensibilità degli studenti musulmani o appartenenti ad altre religioni. 



LA PROTESTA DEL VESCOVO DI BILBAO

In alcune scuole si dice “i pastori andarono in cerca del Perù (Pietro in basco)” invece di cercare Gesù Bambino; in altre si è sostituito “Gesù è nato” con “l’inverno è arrivato”. Esattamente come facevano i comunisti sovietici. Altre scuole dicono di concentrarsi sulla celebrazione del solstizio d’inverno invece che sul Natale. La regola imposta nelle scuole basche? «Il Natale viene trattato in classe senza toccare il tema religioso». Il vescovo di Bilbao ricorda che “canti di Natale sono stati cantati da secoli nelle cerimonie religiose e riunioni di famiglia e sono una fonte di ricchezza e di testimonianza della fede”, mentre dice di rifiutare questa tendenza di fare giochi di parole per un Natale non religioso.

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