In attesa di capire come e in che modo l’influenza di Macron in Libia (con il premier Al Sarraj) possa provare a ricalibrare il piano diplomatico più “pro-Francia”, l’effetto dell’incontro tra Haftar e Conte dovrà ancora giudicarsi nelle prossime settimane. Mentre processo di stabilizzazione del Paese prosegue tra molti “bassi” e pochi “alti”, la giornata di oggi verrà derubricata come importante non solo per il vertice di Palazzo Chigi: la Commissione Elettorale libica ha stabilito che il prossimo gennaio si terrà il referendum sulla nuova costituzione del Paese, momento cruciale per capire se e in che modo ci possa essere un futuro di unità nella Libia post-Gheddafi. «Il voto si terrà nella prima metà di gennaio», ha fatto sapere il presidente della Commissione, Emad al-Sayeh, in una conferenza stampa tenuta a Tripoli e riportata dall’agenzia di stampa turca Anadolu. (agg. di Niccolò Magnani)
LA STABILIZZAZIONE DELLA LIBIA
Nuovo incontro fra Giuseppe Conte e Khalifa Haftar. Dopo la visita dello scorso mese, il presidente del consiglio e il generale libico si sono rivisti a Palazzo Chigi in Roma. Al centro del dibattito, come riferito dai colleghi di Rai News, i colloqui iniziati con la Conferenza di Palermo, nonché il sostegno al lavoro di Ghassan Salamè, Rappresentante Speciale e capo della missione delle Nazioni Unite di sostegno alla Libia, con l’obiettivo di favorire il processo di stabilizzazione del paese. Così si legge in una nota diffusa dall’ufficio stampa di Palazzo Chigi. Secondo quanto emerso, Haftar sarebbe giunto in Italia «per ottenere l’appoggio del nostro governo – scrive RaiNews.it – al piano di unificazione delle forze armate della Libia e divenirne il comandante generale», come riferito anche da alcune fonti vicine allo stesso Haftar, citate da Alaraby, noto portale web arabo.
CONTE HAFTAR: INCONTRO A PALAZZO CHIGI
L’incontro con il premier italiano ha indotto il generale libico ad annullare la visita ad al Serraj, il presidente del governo di Tripoli, riconosciuto dall’occidente ma “nemico” dello stesso Haftar, previsto in questi giorni ad Amman, in Giordania. Il vis a vis di oggi non fa senza dubbio piacere alla Francia, con le tensioni fra Roma e Parigi che sono aumentate nelle ultime ore, soprattutto perché i transalpini patteggiando per al Serraj, non vedendo di buon occhio il generale libico, cosa che invece non fa il nostro governo. L’Italia sembrerebbe infatti sempre più vicina al generale, che ha ancora un enorme peso nel suo paese, alla luce del suo recente passato fianco a fianco con Gheddafi. Sulla vicenda si è espresso anche Mohammed al Riad, deputato libico di Misurata, che ha commentato: «La speranza – si legge su Agenzia Nova – è che il governo italiano convinca il generale libico Khalifa Haftar ad aderire al processo politico. L’aiuto dell’Italia in questo senso, in quanto paese amico, nel trovare una soluzione allo stallo politico è molto importante ed è questo che noi vediamo in questi incontri bilaterali. Gli sforzi di Roma possono aiutare un riavvicinamento tra Haftar e le altre parti politiche della Tripolitania per unire gli sforzi e andare verso il piano dell’inviato dell’Onu».