Rischia di provocare non poche ripercussioni su tutto il Medio Oriente l’escalation derivata dagli ultimi accadimenti che vedono coinvolte Israele, Siria e Iran. I fatti: un drone iraniano partito dal deserto siriano è stato neutralizzato mentre si trovava in territorio siriano. Come ritorsione per questa manovra, l’esercito israeliano ha colpito obiettivi militari di Teheran e di Damasco nel territorio siriano. La contraerei di Assad, però, ha abbattuto un caccia F16 portando i due piloti a bordo del velivolo a lanciarsi con il paracadute per mettersi in salvo. Subito è partito il fuoco incrociato di accuse.
L’Iran per il momento ha negato di aver invaso lo spazio aereo israeliano. Il vicecomandante del corpo dei guardiani della rivoluzione iraniana, generale Hossein Salami, in merito all’abbattimento del drone, ha dichiarato:”Non confermiamo alcuna notizia proveniente da Israele”. Di fatto, però, l’ammissione è arrivata subito dopo:”Se la Siria conferma le notizie accetteremo anche noi quanto sostengono”. Attenzione però a sottovalutare il caso diplomatico. In questo senso a tuonare è stato l’ambasciatore isrealiano a Mosca, citato dall’agenzia russa Interfax:”Le azioni di Hezbollah e di milizie filo iraniane nel sud della Siria devono essere fermate”, ha detto. Proprio ieri, sul ‘Jerusalem Post’, Gabi Siboni, ex colonnello dell’esercito israeliano e consulente dell’Institute for national strategic studies di Tel Aviv, aveva avvisato le milizie sciite di Hezbollah:”Ci sono circa 200 villaggi nel sud del Libano, che vengono usati come base di lancio dei missili di Hezbollah. Li colpiremo tutti quanti, se necessario”. (agg. di Dario D’Angelo)
IL CACCIA F16 ABBATTUTO
Tensione alle stelle in Medio Oriente, dove le scaramucce tra Israele e l’asse Siria-Iran hanno registrato alcune ore fa una netta impennata con l’abbattimento, da parte della contraerea siriana, di un caccia F16 israeliano. L’aereo di Tel Aviv stava compiendo un’azione di ritorsione in Siria dopo aver trovato e abbattuto un drone iraniano nel proprio territorio. Come ulteriore ritorsione, Israele stava conducendo un raid in Siria, avente nel mirino obiettivi militari iraniani, quando il suo aereo è stato centrato dalla contraerei di Damasco. I due piloti a bordo del caccia F16 sono riusciti a mettersi in salvo un attimo prima che l’aereo venisse abbattuto dal fuoco nemico, lanciandosi con il paracadute e atterrando in territorio israeliano. Uno di loro, però, è rimasto gravemente ferito ed “è stato trasportato in ospedale”, ha detto il portavoce militare di Tel Aviv. L’esercito israeliano ha detto di aver “colpito il sistema di difesa antiaereo siriano e obiettivi iraniani in Siria. Sono stati attaccati dodici obiettivi, comprese tre batterie antiaeree e quattro obiettivi iraniani che fanno parte delle installazioni iraniane in Siria”. Nel bombardamento, riferiscono fonti militari siriane, sarebbero morti 3 militanti delle forze fedeli ad Assad.
IRAN SEMPRE PIU’ COINVOLTO
A destare preoccupazione per quanto sta accadendo in queste ore in Medio Oriente è soprattutto l’atteggiamento dell’Iran. La politica aggressiva di Teheran non è una novità di questi giorni. Nel Paese, dopo l’avvento di Trump, si sta alimentando una nuova spinta nazionalista, che vede il governo del conservatore Rouhani impegnato a perseguire una politica attiva su più fronti. Quello della Siria è probabilmente il più importante, con l’Iran sciita che ha deciso di schierarsi a favore del regime sunnita rappresentato da Bashar al-Assad in quella che altro non è che una scelta dettata da ragioni d’interesse geopolitico. I media israeliani in queste ore sottolineano come sia la prima volta che l’Iran scende in campo direttamente contro Israele senza passare per milizie sciite come Hezbollah in Libano o Hamas in Palestina. I media riferiscono che la base da cui è partito il drone iraniano poi neutralizzato da Israele si trova a Tadmor, nel deserto della Siria. Damasco ha giustificato l’abbattimento del caccia di Tel Aviv parlando di “aggressione israeliana e della riposta delle forze di difesa che hanno colpito uno o più velivoli”. Di contro il portavoce militare israeliano, il colonnello Jonathan Conricus, ha avvertito che “Siria e Iran stanno giocando col fuoco”.