Juncker è un mito. Se non ci fosse, dovremmo inventarlo. Ma Dio, nella Sua infinita misericordia, ce lo ha donato. È troppo utile, infatti. Spiego brevemente le ragioni di questa mia affermazione ai limiti del trattamento sanitario obbligatorio, meglio noto come T.S.O.
1) Juncker è nessuno, politicamente parlando. Rappresenta, in realtà, solo se stesso, e opina su tutto, in ultimo sulle elezioni italiane prossime venture. Ma in agenda ha ben altro, ha tutto, Juncker assevera sull’universo mondo. Tematizza forse anche sulla gotta di Napoleone, non c’è tema che non ami prendere di petto, con quel suo approccio così tipicamente “istituzionale” che, anche quando ti sfancula, sembra che stia celebrando i tuoi natali e quelli della tua intera stirpe. Ripeto, un mito. Bene, con questo “metodo”, Juncker mette in luce la fragilità imbarazzante della politica – Gentiloni, con la sua replica alla “rettifica” dell’avvocato belga, docet -, dunque aiuta gli ultimi patetici poliziotti dell’autonomia del politico ad afferrare il punto: sovrano è chi ingerisce nello stato d’eccezione.
2) Sovrano è in realtà chi decide nello/sullo stato d’eccezione, secondo il magistero di un controverso e geniale giurista tedesco, Carl Schmitt. Sì, è vero, ma questo accadeva nel tempo della politica, quella celebrata dai vati dell’autonomia del politico, ma oggi abbiamo notabili che osano fare ciò che nemmeno a Metternich durante il Congresso di Vienna fu consentito nei confronti della sconfitta Francia: indicare la fine di una Nazione. Juncker, e non è il solo, l’ha fatto nei confronti dell’Italia, e i camerieri si sono inchinati anche stavolta al Duca del Nulla che ha sdoganato l’antico motto del Marchese del Grillo: “Io sono Io e voi non siete un cazzo” (citazione testuale). E voi vorreste negare l’assoluta necessità di cotanto personaggio?
3) Juncker ci mostra, se mai ve ne fosse bisogno, che a Bruxelles vive e prospera una corte di Versailles senza il nobile e geniale Luigi XIV, una corte post-moderna di duchi senza terra, ma con molta leva tecnica e spocchia tecnocratica, che smonta e rimonta di tutto, dalla reputazione di una Nazione al piano di finanziamento della Bei, va bene ogni pezzo della materia umana e della storia, l’importante è affermare con violenta foga, ancorché come fosse voce dal sen fuggita, l’unica realtà che faccia la differenza, oggi: sovrano è chi ingerisce nello/sullo stato d’eccezione. Ciò che non costituisce eccezione è la reazione dei camerieri di turno. Loro hanno fabbricato lo stato d’eccezione, essendo l’inalterabile regola che non ammette eccezione. Dunque, lunga vita a Juncker e che la memoria del Marchese del Grillo continui a resistere a ogni tentativo di mutamento storico, va da sé.