Un inferno senza tregua in Siria: c’è il sospetto di un attacco chimico con cloro su Al-Shifuniyah, nella Ghouta orientale. Il sospetto è stato avanzato dall’Osservatorio nazionale siriano, precisando di non avere però informazioni dettagliate sull’attacco e sulla natura delle armi usate nel raid. Si parla di casi di soffocamento di bambini vittime dei bombardamenti a Ghouta Est. Dall’Iran arriva invece la difesa di Assad: «Gli attacchi continueranno sui sobborghi di Damasco controllati dai terroristi, mentre altrove la tregua sarà rispettata». La situazione in Siria, e in particolare a Est di Ghouta, resta preoccupante. Un portavoce del presidente russo Dmitry Peskov ha ricordato che della situazione ha parlato ieri il presidente Vladimir Putin con il leader francese Emmanuel Macron e la cancelliera tedesca Angela Merkel. «La situazione in Siria è stata discussa. Provoca estrema preoccupazione. Si sa che i terroristi che si trovano a Ghouta est non depongono le armi, tengono la popolazione locale in ostaggio. Questo è il motivo per cui la situazione è tesa». (agg. di Silvana Palazzo)



SIRIA, SOSPETTO ATTACCO CHIMICO A GHOUTA

Secondo l’Osservatorio nazionale siriano, i governativi siriani potrebbero aver lanciato un attacco chimico su Al-Shifuniyah, nella Ghouta orientale. È questo il sospetto atroce della Ong che ha sottolineato come molti civili avrebbero manifestato sintomi di soffocamento, mentre un bambino è morto. Nonostante i dubbi atroci, però, non ci sarebbero conferme dettagliate circa l’episodio o la natura delle presunte armi usate durante l’attacco. Intanto, come riporta l’agenzia di Stampa Ansa, l’Onu è intervenuto oggi a Ginevra tramite il suo Segretario generale, Antonio Guterres, lanciando un nuovo importante appello: “La Ghouta orientale non può più aspettare e la risoluzione del Consiglio di Sicurezza sulla Siria deve essere attuata “immediatamente””, ha riferito. Guterres ha inaugurato la 37esima sessione del Consiglio dei diritti umani ribadendo proprio la drammatica situazione attualmente presente in Siria e commentando: “E’ giunto il momento di fermare questo inferno sulla terra”. Il Segretario generale dell’Onu ha specificato in merito alle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza che aveva chiesto di sospendere le ostilità nel territorio per almeno 30 giorni, che queste avrebbero un senso “solo se sono effettivamente applicate”. Quindi ha chiarito come le Nazioni Unite siano pienamente disposte a fare la loro parte nella delicata questione in atto, ricordando a tutti i presenti, l’obbligo di proteggere i civili e le loro infrastrutture “in ogni momento”. Obblighi, questi, che non possono e non devono essere sostituiti dagli sforzi nella lotta al terrorismo.



ANCORA ATTACCHI A GHOUTA: IL BILANCIO DELLE VITTIME

E’ sempre l’Osservatorio nazionale per i diritti umani a riferire il numero di civili rimasti uccisi in un raid compiuto da aerei della Coalizione internazionale nell’area di Al-Shaafah, a nord dell’ex roccaforte dell’Isis di Albu Kamal, al confine con l’Iraq. Si parla di 25 morti tra cui 7 bambini, mentre altre 10 persone, spiega LaPresse, sono rimaste uccise nella giornata di oggi nella Ghouta orientale. Gli attacchi aerei hanno interessato soprattutto Douma, a est di Damasco, dove si è registrata la distruzione di numerosi edifici. E’ qui che, come spiega il capo dell’Osservatorio britannico, Rami Abdel Rahman, sarebbero rimasti sotto le macerie nove membri della medesima famiglia, mentre un altro civile sarebbe rimasto ucciso da un razzo del regime a Harasta. Anche all’indomani del via libera da parte del Consiglio Onu che chiedeva il cessate il fuoco umanitario di almeno 30 giorni, sono proseguite le bombe. In merito si è espresso il vice premier della Turchia, Bekir Bozdag, il quale ha spiegato come la risoluzione Onu non riguardi affatto l’offensiva di Afrin. La stessa Turchia da ormai un mese porta avanti l’offensiva militare contro la milizia curdo-siriana Ypg nell’enclave di Afrin controllata dai curdi, nel nord della Siria. Da quasi 10 giorni il regime di Bashar Assad sta eseguendo degli attacchi aerei sulla Ghouta orientale nei quali, sempre secondo la Ong, sarebbero rimasti uccisi ad oggi 529 civili tra cui 130 bambini e gli ultimi 35 solo nelle passate ore.