Il dramma del piccolo Gabriel Cruz, trovato strangolato nel bagagliaio della compagna del padre nei pressi di Almeria, ha commosso la Spagna e sta scatenando reazioni in tutto il paese. Anche il primo ministro spagnolo Mariano Rajoy ha espresso via Twitter un messaggio di cordoglio per la terribile vicenda del piccolo di soli otto anni. “Condivido con tutti gli spagnoli il dolore per la perdita di Gabriel. Riposa in pace. Mr” Questo il contenuto del messaggio accompagnato dall’hashtag 



IL BIMBO STRANGOLATO IL GIORNO DELLA SCOMPARSA

La notizia del ritrovamento del cadavere del piccolo Gabriel Cruz nel bagagliaio dell’auto di suo padre ha shockato l’intera Spagna che ora si chiede il motivo di un delitto tanto inspiegabile quanto cruento e che vede Ana Julia Quezada, compagna del padre, quale principale sospettata. La donna è stata infatti arrestata con l’accusa di omicidio e, stando all’autopsia effettuata sul corpicino del bimbo spagnolo di otto anni, il crimine sarebbe stato consumato nella stessa giornata in cui si era perse le tracce di Gabriel (lo scorso 27 febbraio), mentre la morte sarebbe sopraggiunta per strangolamento. Secondo infatti alcune fonti giudiziarie avvicinate dal quotidiano catalano La Vanguardia, la donna avrebbe ucciso con le sue mani il bambino e adesso è attesa nelle prossime ore una prima ricostruzione dettagliata del crimine da parte della Guardia Civile: secondo quanto si apprende, il pozzo nel quale era stato inizialmente occultato il cadavere di Gabriel era stato addirittura controllato dagli stessi uomini del corpo di polizia iberico, ma senza che fosse rinvenuto nulla. Il dettaglio non è di poco conto dato che, situato nel comune di Rodalquilar, il pozzo è a circa sei chilometri di distanza dal luogo in cui il bambino era scomparso a fine febbraio. (agg. di R. G. Flore)



LA SCOPERTA DEL CADAVERE DEL PICCOLO

Per quasi due interminabili settimane, la Spagna intera è rimasta con il fiato sospeso in attesa di sapere che fine avesse fatto il piccolo Gabriel Cruz. Occhioni scuri, un sorriso pulito e appena otto anni: Gabriel aveva fatto perdere le tracce lo scorso 27 febbraio da Las Hortichuelas, vicino ad Almeria. Le speranze di poterlo riabbracciare però, si sono spente definitivamente nelle passate ore, in seguito alla drammatica scoperta del suo cadavere, trovato all’interno del bagagliaio dell’auto della compagna del padre. Come spiega Corriere.it nel dare la drammatica notizia del ritrovamento del corpo senza vita del piccolo, l’intero Paese si era mobilitato con intense ricerche che però non avevano portato a nessun risultato apprezzabile. Gabriel, al momento della sparizione, era uscito a giocare con un amico ma non aveva più fatto ritorno a casa. Solo pochi giorni fa era stata registrata la prima piccola svolta: la compagna del papà, una donna 35enne di origini dominicane, aveva fatto ritrovare agli inquirenti una maglia del bambino, in una radura, precisamente in un posto che era già stato setacciato precedentemente dai volontari impegnati nelle ricerche senza però trovare nulla.



ARRESTATA LA COMPAGNA DEL PADRE: “NON SONO STATA IO”

I sospetti attorno alla compagna del padre di Gabriel Cruz, Ana Julia Quezada, si erano andati ad intensificare con il passare dei giorni fino al ritrovamento del cadavere del bambino nel bagagliaio della sua auto. A quel punto le forze dell’ordine hanno proceduto con il suo arresto. Le parole della 35enne mentre veniva portata via dagli agenti sono state rivolte proprio al bambino: “Voglio bene a Gabriel”, avrebbe urlato. Ora le indagini proseguiranno al fine di fare luce su come e perché il piccolo sia stato ucciso e per accertare la piena responsabilità della donna che da anni aveva una relazione fissa con il padre della vittima. Ad esprimere tutto il suo dispiacere è stato anche il premier iberico Mariano Rajoy che tramite Twitter si è limitato a commentare: “Condivido con tutti gli spagnoli il dolore per la perdita di Gabriel. Riposa in pace”. Proprio sui social, fino al giorno del ritrovamento del cadavere era circolato con insistenza l’hashtag #todossomosgabriel da parte di migliaia di persone le quali avevano condiviso disegni di pesci poiché Gabriel veniva soprannominato “pescaito”. Oggi però, la triste scoperta. La stessa donna, come riporta Il Messaggero, aveva preso parte alle operazioni di ricerca. Ora respinge le accuse sostenendo di non aver preso l’auto la mattina del ritrovamento del corpo senza vita del bimbo da parte della Guardia civil.